"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Bravo, lo ripeta tutte le volte che si trova davanti ad uno specchio.
Partiamo dall'analisi della sua reale situazione.
Lei non capisce un faraglione di queste questioni, se ne faccia una ragione.
Poi si faccia una cultura, partendo dalle basi.
Il manuale delle giovani marmotte, direi.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Curioso, questo suo intervento. Ma sbagliato, guardi che caso amaro.
Geograficamente Padania esiste.
Sottraggo a Wikipedia.
Padania – denominazione geografica alternativa usata per indicare la pianura padana o un'area comprendente le regioni dell'Italia settentrionale.
Saharasia è una cagata partorita da un bischero di nome De Meo, autore di testi fondamentali come il Manuale degli Orgoni.
Grazie del suo intervento a conferma, ad ogni modo.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Ci diamo del lei? va bene, le darò del LEI
No, egregio Occidentale, no, il fascismo come ideologia ancora esiste, in alcuni nostalgici di quello che non può aver conosciuto, ma più che altro esiste il fascismo naturale, quello che Umberto Eco ha chiamato in un suo piccolo libro di anni fa "il fascismo eterno".
Ecco qua
Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare… il ‘fascismo eterno’. È ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’. Ahimè, la vita non è così facile. …Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo”
questo brano è tratto appunto da Il fascismo eterno di Umberto Eco (1932-2016), semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico, bibliofilo e medievista
Eco individuò alcune caratteristiche utili per disegnare l’identikit del fascismo eterno. Questo è un decalogo ispirato da quelle riflessioni.
1. La prima caratteristica è il culto per la tradizione. Il richiamo a vere o presunte radici è usato per creare fossati tra etnie “elette”, tendenzialmente quelle del Paese in cui il fascismo eterno mette radici, e il resto dell’umanità.
2. Il fascismo eterno predilige pilotare gli istinti del cosiddetto “popolo” e detesta i principi del pensiero critico. L’età della Ragione – cioè l’Illuminismo – viene vista come l’inizio della depravazione moderna.
3. La cultura è contro il popolo. Il sospetto verso “chi ha studiato” è ancora oggi un sintomo dell’eterno fascismo: dalla dichiarazione attribuita al ministro nazista della Propaganda Paul Joseph Goebbels (“Quando sento parlare di cultura, metto mano alla pistola”) all’uso frequente di espressioni brandite ancora oggi come insulti: “intellettuali di sinistra”, “radical chic”, “comunisti” e via elencando.
4. Non essere d’accordo con il messaggio propinato dal capo è un tradimento, meritevole di ulteriori insulti (nella migliore delle ipotesi).
5. Il razzismo è una chiave di volta per ogni sistema fascista o parafascista, che insegue il consenso esasperando la naturale paura nei confronti della differenza. Il primo appello di un movimento simil-fascista è contro gli intrusi, prima di tutto gli stranieri o coloro che sono percepiti come estranei (rom, ebrei, omosessuali, dissidenti, ecc.).
6. La frustrazione sociale e individuale è usata come lievito dall’autoritarismo. Infatti una caratteristica comune anche a tutti i “vecchi” fascismi è stato l’appello a classi sociali in difficoltà per qualche vera o presunta crisi economica o umiliazione politica.
7. Il nazionalismo diventa il collante per coloro che si sentono privi di un’identità sociale. Il fascismo eterno cerca di convincerli del fatto che la loro qualità fondamentale è quella di appartenere a un “popolo” che ha radici in un unico Paese. Quindi, per consolidare questa “identità”, occorre avere sempre nemici: minoranze, stranieri, presunte caste e ipotetici complotti sovranazionali. Gli adepti devono sentirsi circondati e, ovviamente, la xenofobia è il mezzo più semplice per garantire questa sensazione.
8. Il pacifismo è collusione col nemico ed è cattivo perché la vita è un conflitto permanente per difendere Nazione, identità e tradizione.
9. Ogni cittadino della Nazione appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni cittadino può (o dovrebbe) diventare un membro del partito. E il leader è il Numero Uno tra i migliori
10. Il cosiddetto popolo è concepito come un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna grande quantità di esseri umani può esprimere all’unisono una volontà comune, il leader è il loro interprete. Oggi non servono più le vecchie adunate oceaniche; c’è la grande piazza del web in cui la risposta emotiva di alcuni può essere presentata come la “voce del popolo”.
EX NIHILO NIHIL