Originariamente Scritto da
Giò
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Dario, in linea di principio, se uno Stato sovrano è colpevole di un grave torto nei confronti di un altro Stato, in quest'ultimo può sorgere il diritto di attaccare lo Stato che s'è reso responsabile del torto. Così come è moralmente lecito che, nello scenario di una guerra civile, uno Stato intervenga militarmente a supporto di quella fazione che combatte per un giustificato motivo.
Per giudicare la legittimità morale (e di conseguenza giuridica, perché non ci può essere
vera legittimità giuridica senza legittimità morale) di una guerra non è minimamente sufficiente il solo criterio del "chi inizia per primo": è la motivazione - la causa, appunto - per cui si prendono le armi a determinare se la guerra è giusta o ingiusta. Parole come "aggressione" o "invasione" qualificano comunemente la guerra offensiva fatta per un motivo ingiusto, non la sola guerra offensiva.
Quindi quando si dice che la Russia non ha invaso l'Ucraina non s'intende dire che le truppe russe non siano presenti in Ucraina, così come non s'intende negare che la Russia abbia dato inizio ad un intervento militare in Ucraina.
È una distorsione di quella che viene spacciata per legalità internazionale che ha portato a qualificare come aggressore ipso facto chiunque inizi un intervento militare o quasi. Salvo poi che, nei fatti, gli stessi Stati che nei trattati hanno sottoscritto queste definizioni errate quasi puntualmente le violano. In molti casi lo fanno anche fregandosene di un qualsiasi criterio morale di giustizia, ma questo è un altro paio di maniche.