"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Intanto i morti, purtroppo, sono già saliti a TRE. E alla fine temo che Salvini abbia avuto ragione, e se ha sbagliato, ho paura che abbia sbagliato in difetto.
proverbi popolari:
Il medico pietoso fa la piaga puzzolente
Chi vuole, va; chi non vuole, manda
Chi sa, fa; chi non sa, insegna
Chi ha argomenti, spiega; chi non c'ha una mazza, insulta
amen, questo non cambia le cose che ti piaccia o meno il popolo ha scelto lui Meloni e Abberluskone, se la cosa ti fa esplodere il fegato sono fatti tuoi, a me delle tue fisime frega meno di zero.
impara a rispettare le scelte della maggioranza, finto democratico.
Nu jeans e na maglietta, 'na faccia acqua e sapone
M'ha fatte nnammura'. Ma tu me daje retta
Dice ca si guagliona. E nun'ha tiene ancora
L'eta' pe ffa' ll'ammore
"è più forte di loro. Non riescono ad evitare figure di merda".
figure di merda che costano agli italiani e ai braccianti afro.
guardateli, gli sguardi complici sono tutto un programma...
Nu jeans e na maglietta, 'na faccia acqua e sapone
M'ha fatte nnammura'. Ma tu me daje retta
Dice ca si guagliona. E nun'ha tiene ancora
L'eta' pe ffa' ll'ammore
bocche tappate...
Nu jeans e na maglietta, 'na faccia acqua e sapone
M'ha fatte nnammura'. Ma tu me daje retta
Dice ca si guagliona. E nun'ha tiene ancora
L'eta' pe ffa' ll'ammore
“SI SAPEVA CHE POTEVA SUCCEDERE ANCORA. SI SAPEVA” – GIAN ANTONIO STELLA E LA TRAGEDIA ANNUNCIATA DI ISCHIA: “MAI COME IN QUESTO CASO UNA LUNGA STORIA DI ERRORI DIMOSTRAVA COME L’ISOLA FOSSE DA SEMPRE ESPOSTA A TUTTI I RISCHI: SISMICI, IDROGEOLOGICI E PIÙ ANCORA QUELLI DOVUTI ALL’INSIPIENZA DELL’UOMO” – “COSA HA FATTO LA POLITICA PER CONVINCERE I CITTADINI A REAGIRE IN MANIERA DIVERSA E A PRENDERE COSCIENZA DEI RISCHI CHE LORO STESSI, PER PRIMI, CORREVANO? DICIAMOLO: POCO …” – IL CONDONO DI BERLUSCONI NEL 2003 E QUELLO DI CONTE E DI MAIO NEL 2018
Non ne possiamo più, di piangere per Ischia. Le nuove ed ennesime vittime travolte dall’ennesima frana venuta giù dal Monte Epomeo (guai a chiamarlo vulcano: porta iella...) vanno piante, onorate e affidate alla terra col cordoglio di tutti gli italiani.
Non meno doveroso, però, sarà rispettare lo strazio delle famiglie nel modo più serio e severo, con un’inchiesta che dia il giusto peso alla gravità dell’evento atmosferico ma spazzi via i tentativi di dare tutta la colpa alla fatalità. Si sapeva, che poteva succedere ancora. Si sapeva.
Forse mai come in questo caso, infatti, una lunga storia di errori dimostrava come l’isola fosse da sempre esposta a tutti i rischi: quelli sismici, quelli idrogeologici e più ancora quelli dovuti all’insipienza dell’uomo. Basti rileggere, prima ancora che Francesco Guicciardini il quale già mezzo millennio fa ricordava come siano «gli errori di chi governa quasi sempre causa delle ruine della città», le accuse furenti e sconsolate, del giudice Aldo de Chiara, per anni e anni acerrimo avversario dell’abusivismo sull’isola: «Hanno costruito in prossimità di scarpate, di zone sismiche, di zone franose. C’è sempre stata una coalizione di destra e di sinistra contro tutte le demolizioni».
Con un risultato sotto gli occhi di tutti: all’entrata in vigore del condono del 2003 voluto dal governo Berlusconi il numero delle demolizioni eseguite sull’isola a partire dal 1988 risultavano essere state, in totale, solo 22. Ventidue su 2.922 ordinate dalla magistratura con sentenza esecutiva. Lo 0,75%. Briciole.
E non si trattava di sentenze emesse per cocciutaggine da giudici ambientalisti decisi ad applicare nella maniera più pignola regole cavillose per punire tanti poveracci colpevoli «soltanto» di piccoli «abusi di necessità» dovuti alla pigrizia di una burocrazia elefantiaca.
Si trattava, quasi sempre, di salvare la pelle a chi aveva tirato su case e case senza rispettare le regole del buon senso. Come si è visto in decine e decine di casi di interi quartieri travolti dalle acque in piena da una parte all’altra dell’Italia. Uno per tutti, la tragedia di Sarno e Quindici nel maggio 1998. Preceduta da segnali nettissimi sui pericoli di aver costruito case su case lungo il percorso di un corso d’acqua destinato un giorno o l’altro a precipitare a valle.
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In pratica, spiegò Sergio Rizzo, il provvedimento che concedeva agli abusivi un «ravvedimento operoso» includeva all’articolo 25 un passaggio di furbetta ambiguità: «per la definizione delle istanze trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47». E perché il riferimento era solo al condono craxiano del 1985 e non anche a quelli successivi berlusconiani del 1994 e del 2003? Perché quello più vecchio concedeva molto di più anche agli edifici costruiti su terreni inedificabili. Un messaggio non proprio «educativo »... Ischia merita di meglio. Una svolta vera. Che riscatti finalmente un’isola ferita e straordinaria.