Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha continuato a stabilire condizioni informative per resistere alle pressioni russe per entrare in guerra contro l'Ucraina, affermando che la NATO si sta preparando ad attaccare la Bielorussia. Lukashenko ha accusato l'Ucraina e la NATO di un numero crescente di provocazioni vicino al confine bielorusso-ucraino e ha affermato che l'Ucraina sta cercando di trascinare le forze della NATO nella guerra.[1] Lukashenko ha affermato che i funzionari bielorussi sono riusciti a dissuadere un potenziale avversario dall'usare la forza militare contro la Bielorussia e che la NATO sta costruendo forze e intensificando l'addestramento al combattimento nei paesi vicini.[2] Il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin ha affermato che non esiste una preparazione diretta alla guerra e che la Bielorussia difenderà solo il proprio territorio.[3] Vadym Skibitsky, rappresentante della principale direzione dell'intelligence militare ucraina (GUR), ha riferito che non ci sono segni della formazione di un gruppo di sciopero sul territorio bielorusso. [4] Lukashenko e Khrenin probabilmente hanno fatto i commenti per rafforzare quella che ISW ha precedentemente valutato come un'operazione di informazione in corso volta a fissare le forze ucraine al confine con la Bielorussia in risposta alla minaccia che la Bielorussia entri in guerra.[5] Lukashenko e Khrenin probabilmente hanno anche concentrato l'operazione di informazione sulla presunta aggressione della NATO e attività provocatorie lungo il confine bielorusso per suggerire che l'esercito bielorusso deve rimanere in Bielorussia per difendersi da una potenziale aggressione della NATO, e quindi stabilire condizioni informative per resistere alla pressione russa per entrare nel guerra in Ucraina. ISW continua a valutare che l'ingresso bielorusso nella guerra russa contro l'Ucraina è estremamente improbabile. [5]