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  1. #1
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    Predefinito Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Esiste un fenomeno ancora discreto ma che secondo me, negli anni da venire, potrebbe prendere un importanza sempre più grande nell'area DR : è quella della migrazione verso territori meno interessati dall'immigrazione extra-europea. In Europa i paesi di destinazione sarebbero l'ex-blocco sovietico, mentre negli USA è la parte nord-occidentale del paese.

    Si tratta nel caso europeo di un white flight transnazionale, il cui motivo è sfuggire un quotidiano reso difficile se non impossibile dalla presenza massiccia di immigrati e soprattutto discendenti di immigrati la cui integrazione alla società è problematica. Queste difficoltà si leggono per esempio nelle statistiche della criminalità - alcuni paesi come Danimarca o Olanda ne producono di molto dettagliate. Si vede per esempio che in materia di stupro o di aggressioni con violenza c'è un enorme sovra-rappresentazione di membri di alcune comunità immigrate.

    Ora dato che lo Stato e il suo corpo funzionario di alto livello, sia per ragioni di convenienza economica (serbatoio di manodopera a basso costo) sia per ideologia (la superiorità morale e quindi la legittimazione ideologica che procura il discorso buonista contro i cattivi "razzisti" che chiedono sicurezza), non intende arginare questi problemi, è nata una corrente che propende per l'espatrio verso paesi dove non c'è presenza di queste comunità immigrate che rovinano il clima cittadino non soltanto con veri e propri atti criminali, ma anche e soprattutto con una serie di comportamenti antisociali.

    La questione che propongo di discutere interessa il caso italiano : a che punto siamo nelle città del nord dov'è concentrata la presenza immigrata ? Cosa dicono i DR di Milano ? è tempo di fare le valigie e ripiegare sulla Romania, aspettando lo scoppio della guerra razziale ? O l'Italia è già finita ?

    Oppure la situazione è sotto controllo, ci pensa la camerata Meloni a ristabilire l'Ordine nuovo ?
    Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
    Pavese

  2. #2
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani ?

    Per mettere la discussione sul binario che a me interessa, posso già fornire un dato d'importanza : l'immigrazione in Italia è più recente che altrove in Europa. Quindi in Italia non c'è ancora una massa critica di "seconda generazione". Ora sono questi che, per ragioni che si possono discutere, vanno a costituire il problema nell'ottica DR.

    D'altra parte ho avuto notizia che quest'estate sulla costa adriatica, nelle località festive, si hanno avuti incidenti che vedono protagonisti questi di qui parliamo. In altre feste di piazza, a Milano, simili incidenti e aggressioni in serie. Ne deduco che poco a poco sta emergendo in Italia un fenomeno ormai ordinario in Francia. Ma mentre in Francia c'è un enorme blocco sociale che osteggia l'affermazione del sentimento nazionale identitario, in Italia già è arrivata la Meloni sedicente DR (secondo lo stesso blocco sociale ideologico al potere in Francia) al potere.

    Quindi situazione molto interessante. Mi interessa il parere dei DR sulla questione.
    Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
    Pavese

  3. #3
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani ?

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Per mettere la discussione sul binario che a me interessa, posso già fornire un dato d'importanza : l'immigrazione in Italia è più recente che altrove in Europa. Quindi in Italia non c'è ancora una massa critica di "seconda generazione". Ora sono questi che, per ragioni che si possono discutere, vanno a costituire il problema nell'ottica DR.
    Ti sei risposto da solo.
    In Italia i bianchi sono mi pare il 90-95%, facendo la tara tra immigrati bianchi (specialmente slavi) e negrume con la cittadinanza, una percentuale che per me è molto bassa ma per Laggente va ancora bene.

    Il problema è serissimo in USA (del resto il white flight viene da li'), dove la massa critica è stata ampiamente superata: di qui al 2040 circa, se non si interviene con un massiccio uso della forza, il paese sara' un regime autoritario guidato da un partito estremista e violentissimamente anti-bianco senza alcun tipo di vergogna, freno democratico o legale che regga piu' di cinque minuti.
    A quel punto, duecento milioni di americani bianchi senza vera rappresentanza politica avranno da scegliere tra il finire tutti nelle fosse comuni antirazziste o prendere il fucile, dato che non sono quattro gatti come in Sudafrica, e non esiste nazione al mondo che possa accogliere tanta gente, o voglia.

    Qualsiasi cosa succeda oltreoceano, le ondate si riverseranno anche su Leu Ropa e la povera Italia, a meno che non si riesca a mandare tutto in merda ancora prima di loro.
    Hitler or Hell.

  4. #4
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Esiste un fenomeno ancora discreto ma che secondo me, negli anni da venire, potrebbe prendere un importanza sempre più grande nell'area DR : è quella della migrazione verso territori meno interessati dall'immigrazione extra-europea. In Europa i paesi di destinazione sarebbero l'ex-blocco sovietico, mentre negli USA è la parte nord-occidentale del paese.

    Si tratta nel caso europeo di un white flight transnazionale, il cui motivo è sfuggire un quotidiano reso difficile se non impossibile dalla presenza massiccia di immigrati e soprattutto discendenti di immigrati la cui integrazione alla società è problematica. Queste difficoltà si leggono per esempio nelle statistiche della criminalità - alcuni paesi come Danimarca o Olanda ne producono di molto dettagliate. Si vede per esempio che in materia di stupro o di aggressioni con violenza c'è un enorme sovra-rappresentazione di membri di alcune comunità immigrate.

    Ora dato che lo Stato e il suo corpo funzionario di alto livello, sia per ragioni di convenienza economica (serbatoio di manodopera a basso costo) sia per ideologia (la superiorità morale e quindi la legittimazione ideologica che procura il discorso buonista contro i cattivi "razzisti" che chiedono sicurezza), non intende arginare questi problemi, è nata una corrente che propende per l'espatrio verso paesi dove non c'è presenza di queste comunità immigrate che rovinano il clima cittadino non soltanto con veri e propri atti criminali, ma anche e soprattutto con una serie di comportamenti antisociali.

    La questione che propongo di discutere interessa il caso italiano : a che punto siamo nelle città del nord dov'è concentrata la presenza immigrata ? Cosa dicono i DR di Milano ? è tempo di fare le valigie e ripiegare sulla Romania, aspettando lo scoppio della guerra razziale ? O l'Italia è già finita ?

    Oppure la situazione è sotto controllo, ci pensa la camerata Meloni a ristabilire l'Ordine nuovo ?
    in Italia siamo ancora indietro, ad ogni modo come collochi la white flight nella dialettica che condurrà all'Homo Gemeinwesen?

  5. #5
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    Ti sei risposto da solo.
    In Italia i bianchi sono mi pare il 90-95%, facendo la tara tra immigrati bianchi (specialmente slavi) e negrume con la cittadinanza, una percentuale che per me è molto bassa ma per Laggente va ancora bene.

    Il problema è serissimo in USA (del resto il white flight viene da li'), dove la massa critica è stata ampiamente superata: di qui al 2040 circa, se non si interviene con un massiccio uso della forza, il paese sara' un regime autoritario guidato da un partito estremista e violentissimamente anti-bianco senza alcun tipo di vergogna, freno democratico o legale che regga piu' di cinque minuti.
    A quel punto, duecento milioni di americani bianchi senza vera rappresentanza politica avranno da scegliere tra il finire tutti nelle fosse comuni antirazziste o prendere il fucile, dato che non sono quattro gatti come in Sudafrica, e non esiste nazione al mondo che possa accogliere tanta gente, o voglia.

    Qualsiasi cosa succeda oltreoceano, le ondate si riverseranno anche su Leu Ropa e la povera Italia, a meno che non si riesca a mandare tutto in merda ancora prima di loro.
    Per la gente "va ancora bene" quindi secondo te l'elezione di Meloni non si origina - tra l'altro - nella questione migratoria ?

    Poi come spieghi che sia possibile la costituzione di "un regime autoritario guidato da un partito estremista e violentissimamente anti-bianco" negli USA ? Immagino che implica la collaborazione attiva di una parte della popolazione bianca?

    In che cosa si esemplifica una politica "anti-bianco" secondo te ?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    in Italia siamo ancora indietro, ad ogni modo come collochi la white flight nella dialettica che condurrà all'Homo Gemeinwesen?
    Ci ho provato a spiegarlo in uno dei miei interventi di questi ultimi tempi. Credo che l'affermazione della razza come categoria politica sia fondamentalmente di tipo conservatore, cioè si cerca di salvarci dalla contraddizione che vede poco a poco l'umanità confluire nell'inferno della superfluità. Ma invece di salvarti in modo individuale seguendo un percorso formativo che ti rende sempre necessario all'accumulazione, ti salvi in modo collettivo - con l'espulsione di massa di altri uomini di troppo (e di altro colore), o con la creazione di uno spazio di vita dove la pressione capitalistica è arginata dalla solidarietà razziale. In quest'ultimo caso si ha la costituzione di una forma di vita alternativa, come quelle degli anarchici comunitari, soltanto che nel nostro caso si riproducono anche le forme autoritarie di dominio all'interno della comunità. Insomma si va a creare una specie di setta razzista, sicuramente neo-pagana (anti-universalista), e sempre annessa al darwinismo soggiacente a queste ideologie. Per esempio in Germania nei settori NS si fanno campi della gioventù dove si impara la violenza e si spinge alla competizione fino ai limiti della spietatezza, di modo che si faccia strada nel bambino la convinzione che è un animale da preda che può contare solo su se stesso.

    L'affermazione dell'Homo Gemeinwesen presuppone al contrario la negazione dei vecchi ruoli imposti e naturalizzati dal capitale. Non più individuo in concorrenza ma elemento di un insieme olistico che comprende anche una giusta ubicazione nel complesso planetario. Si ritorna alla saggezza degli Antichi. Non c'è più questa brama di vincere, di accumulare, di cambiare. Di calcolare. Il rapporto non è più mediato dalle cose. In questo quadro cosa diventa la razza ? Sicuramente la tendenza sarà quella di una crescente specificazione, dato che i flussi capitalistici non ci saranno più. Ma da questa tendenza non risulterà nessuna utilità, dato che con la fine dell'accumulazione fine a se stessa, si avrà anche la fine del motto imperialistico e quindi della necessità di giustificare questo con l'ineguaglianza delle razze.
    Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
    Pavese

  6. #6
    SMF
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Per la gente "va ancora bene" quindi secondo te l'elezione di Meloni non si origina - tra l'altro - nella questione migratoria ?
    @Tommaso, alle ultime elezioni in Italia c'è stato un considerevole "balzo in avanti" dell'astensionismo. Alle elezioni del 2018 votò quasi il 73% degli aventi diritto, mentre questa volta ha votato quasi il 64%. Parliamo di circa un 9% di persone che questa volta hanno preferito restare a casa: la delusione è tanta. Anche tra coloro che sono andati a votare spesso prevalgono quelli che lo hanno fatto poco volentieri, quasi schifati. Fra quelli che hanno deciso di superare il senso di nausea e di andare alle urne molti hanno votato la Meloni perché l'hanno individuata come quella che avrebbe potuto battere il PD e il centrosinistra. Se ci fosse stato ancora Salvini, avrebbero votato Salvini. Se Berlusconi non fosse ormai un relitto della politica, avrebbero votato persino lui probabilmente. Per molti italiani l'importante era che il centrosinistra non fosse più al governo. È stato un voto di insofferenza e di rigetto verso la classe dirigente del Partito Democratico. La questione migratoria ha inciso ma meno di altre volte. Non perché abbia perso importanza, ma perché questa volta - più che in altre occasioni - era un tassello di un problema più ampio: togliere il governo al PD e ai suoi alleati, che già godono di un potere notevole nelle banche, nella magistratura, nelle università, nelle scuole, nell'amministrazione pubblica, nei mass media...
    Se la Meloni deluderà le aspettative, è probabile che molti suoi elettori la abbandoneranno, così come hanno abbandonato Salvini che, dopo aver fatto il sovranista che voleva uscire dall'euro, ha appoggiato il governo del tecnocrate ultra-europeista Draghi. Per ora molti elettori di destra contrari alle sanzioni alla Russia perdonano la posizione filo-atlantica e filo-ucraina della Meloni perché pensano o sperano che sia una facciata per far star buono il padrone americano e nel frattempo lavorare dietro le quinte per l'interesse italiano: posizione troppo ingenua ed ottimista, secondo me. Riguardo al contrasto dell'immigrazione selvaggia, tanti elettori rivogliono la politica di Salvini del governo gialloverde ed hanno creduto alla promessa del "blocco navale". Però a molti di questi basterà che la Meloni eviti di farne entrare tanti quanti ne ha fatti entrare il governo Conte II (quello con PD e M5S) ed il governo Draghi. La querelle con il governo francese a molti è piaciuta perché l'hanno vista come un segno del fatto che il governo Meloni fa finalmente rispettare la volontà italiana all'estero. Ma anche se l'ipocrisia di Parigi sulla questione migratoria è insopportabile la verità è che quei migranti non dovrebbero essere né in Italia né in Francia: bisognerebbe stroncare la fonte che genera l'invasione, cioè contrastare le dinamiche perverse della globalizzazione.

    Questo forse è un po' fuori tema, però così penso di averti dato qualche elemento in più per valutare l'odierna situazione italiana. In generale, c'è ancora fiducia sufficiente nel fatto che i problemi generati dalle ondate di allogeni extraeuropei possano avere una soluzione politica ordinaria, per quanto gravi essi siano.
    Ultima modifica di Giò; 10-12-22 alle 18:01
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  7. #7
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    negli USA le cose andavano per il verso giusto fino a quando governavano i WASPs

  8. #8
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Insomma si va a creare una specie di setta razzista, sicuramente neo-pagana (anti-universalista), e sempre annessa al darwinismo soggiacente a queste ideologie. Per esempio in Germania nei settori NS si fanno campi della gioventù dove si impara la violenza e si spinge alla competizione fino ai limiti della spietatezza, di modo che si faccia strada nel bambino la convinzione che è un animale da preda che può contare solo su se stesso.
    allora l'alienazione capitalistica ogni tanto lo produce qualcosa di bello

  9. #9
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Per la gente "va ancora bene" quindi secondo te l'elezione di Meloni non si origina - tra l'altro - nella questione migratoria ?
    I negri in Italia hanno rotto le balle (ergo, la Meloni, anche se lei principalmente guadagna sulla non fiducia a Dragula) ma non ancora al punto di rendere intere citta' giungle invivibili, quindi ancora poco white flight.
    Capisc'?


    Citazione Originariamente Scritto da Tommaso Visualizza Messaggio
    Poi come spieghi che sia possibile la costituzione di "un regime autoritario guidato da un partito estremista e violentissimamente anti-bianco" negli USA ? Immagino che implica la collaborazione attiva di una parte della popolazione bianca?
    Assolutamente il contrario.
    Fino a che ci sara' bisogno del supporto elettorale-numerico dei c.d. "white liberals", buonisti e feccia varia, i negri saranno costretti a contenersi almeno un minimo, evitando quantomeno di candidare letteralmente Kabobo.

    Una volta che gli utili idioti saranno diventati superflui, a quel punto salteranno i freni perché diventera' matematicamente impossibile opporsi in maniera "legale" o anche solo nonviolenta, e da li' apriti cielo, nulla di piu' pericoloso di un branco di negri sanguinari col potere assoluto: Haiti e' il peggior merdaio del pianeta da quando i negri si sono ribellati, han deciso che comandavano loro, con annesso massacro e barbarie varia.

    Solo che gli USA non sono Haiti e i bianchi tendono ad essere armati, quindi il risultato potrebbe non essere scontato.
    Hitler or Hell.

  10. #10
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    Predefinito Re: Verso una migrazione dei razzisti italiani?

    Citazione Originariamente Scritto da Saburosakai Visualizza Messaggio
    negli USA le cose andavano per il verso giusto fino a quando governavano i WASPs
    Su questo avrei qualche riserva, per usare un eufemismo. Senza voler fare un discorso alla Black Lives Matter, che mi ripugna, va detto che è stata l'importazione massiccia di negri come manodopera schiavista ad aver creato l'enorme problema di dover gestire una società multirazziale creata artificiosamente e senza alcun radicamento storico profondo. La segregazione legale fu per tanti anni un male minore rispetto alla prospettiva di una promiscuità razziale generalizzata, ma era un freno che scontava in se stesso una debolezza dovuta ad una tara struttuale agli stessi Stati Uniti d'America.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

 

 
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