«Quel pomeriggio di settembre, dunque, mi ritrovai a fare la più banale delle azioni: presi un’immagine del Perù da Google Earth e vi sovrapposi un’immagine del Triangolo Estivo. (Fig. 3).
Il triangolo estivo, come detto, è un asterismo formato da 3 stelle molto brillanti che, nell'emisfero boreale, appaiono appena dopo il tramonto da giugno ai primi giorni di gennaio; le tre stelle sono Deneb, della costellazione del Cigno, Altair della costellazione dell’Aquila e Vega, della costellazione della Lira.

In corrispondenza del triangolo estivo giace la Via Lattea, dove un gruppo di nebulose (Fenditura del Cigno) ne oscura la sua parte centrale e dove è riscontrata dagli scienziati una altissima concentrazione di energia. Molti dei siti archeologici più antichi si rivolgono a questo preciso riferimento astronomico, e non è difficile comprenderne il perché.

Per un ordine geometrico di distanze e proporzioni, mi venne naturale posizionare Deneb (Cigno) su Nazca e Altair (Aquila) su Tiwanaku; la rimanente stella che compone il triangolo, ovvero Vega, appartenente alla costellazione della Lira, quella legata alla musica di Leonardo e narrata da Cicerone, identificava (e identifica tutt’ora) un preciso punto all’interno della foresta amazzonica peruviana.
Curiosamente, e forse non incidentalmente, questa stessa sovrapposizione fa sì che l’intera cordigliera delle Ande replichi in terra rispetto ai tre punti così identificati la Via Lattea, allo stesso modo in cui questa attraversa le tre stelle del triangolo estivo.

[...]

Davanti ai miei occhi, proprio là dove mi suggeriva di guardare quell’involontaria e intuitivamente casuale sovrapposizione tra il triangolo estivo e una mappa satellitare del Perù, è apparsa una città, o meglio dovrei dire, quelli che apparentemente e con scarso margine di errore apparivano essere dei luoghi di culto di una antica città megalitica.
Nulla a che vedere con le cittadelle di Macchu Pichu e Choquequirao, relativamente moderne, o con i vari ritrovamenti sporadici lungo la Valle Sacra degli Inca o di Miraflores, per intenderci.
Il gioco a quel punto è stato semplice.

Le coordinate erano tracciate, e non si poteva più sbagliare: c'è solo una città, ritenuta leggendaria in quanto finora mai identificata, che si ipotizzi essere ubicata al confine tra Perù, Brasile e Bolivia: il mito della Ciudad Perdida (la Città Perduta), che da sempre ha affascinato e attirato i ricercatori di tutto il mondo, stimolando la fantasia non solo delle majors hollywoodiane, ma anche la letteratura avventurosa, la fumettistica, la grafica dei video giochi e molto altro ancora.

Citando Platone, in questo caso è proprio vero che "l'astronomia costringe l'anima a guardare verso l'alto e ci conduce da questo mondo a un altro".»


Paititi-El Dorado-Akakor: il mito diviene realtà