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Discussione: Cani e pistoleri

  1. #11
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Più che un notturno, il "Cervi alla fonte" di Bodmer mi sembra una ροδοδάκτυλος ἕως le cui rosee dita iniziano a emergere tra le brume della foresta di Fontainebleau, per portare la luce ai mortali e agli immortali.
    Delle firme di Bertelli, la seconda (con il 1888 sotto) mi sembra la più simile (ovvero quella che ha imitato malamente l'antiquario... ) ma penso che il quadro possa essere datato parecchi anni prima del 1888 perché sembra ricalcato su quelli di Daubigny (che Bertelli aveva frequentato e ammirato a Barbizon), tipo questo con ampi paesaggi e piccole figure...



    Charles Francois Daubigny, Nella foresta di Valmondois, ca. 1877.

    E qui non posso evitare di condividere una romanzesca ipotesi che giustificherebbe il buco nel quadro del presunto Bertelli.
    Che ovviamente non sarebbe un Bertelli, bensì un autentico Daubigny.

    Pare che Daubigny non riuscisse a separarsi dalle sue opere preferite: affermava che «les meilleurs tableaux ne se vendent pas» ("i migliori dipinti non si vendono") e quindi alla sua morte, nel 1878, parecchie opere rimasero nella sua casa di Auvers.
    Nel maggio del 1890 Van Gogh si trasferisce ad Auvers e non tarda a recarsi presso la casa della famiglia di Daubigny (un pittore che non aveva mai conosciuto personalmente, ma le cui opere lo avevano grandemente influenzato (vedi Exploring Daubigny, Through His Influence on van Gogh). Lì c’è ancora la vedova Daubigny che permette al pittore olandese di omaggiare il defunto marito dipingendo tre vedute differenti del giardino appartenente alla casa dove aveva vissuto; così nascono le tre vedute de "Il giardino di Daubigny".
    Questa è la seconda, con un gatto nero in primo piano e la vedova sullo sfondo, del luglio 1890.


    Fatta amicizia con la vedova, Van Gogh ricevette in dono - o in prestito per studiarlo - il Daubigny (oggi spacciato per Bertelli) e se lo portò all’Auberge Ravoux, dove alloggiava.
    Pochi giorni dopo, il 27 luglio, le sue pulsioni suicide si riacutizzarono e mentre armeggiava con il suo revolver Lefaucheux da 7 mm, per capire se poteva usarlo per suicidarsi, gli partì un colpo che centrò in pieno il Daubigny.
    Il vedere l'amato Daubigny rovinato da un buco in mezzo al quadro fu la goccia che fece traboccare la sua follia: usci nei campi vicini e si sparò il colpo che due giorni dopo lo avrebbe portato alla morte.
    Il quadro col buco, rimasto in albergo, finì venduto a qualche rigattiere e girò dalla Francia fino all'Italia dove un malaugurato antiquario ricoprì la firma poco chiara - se non assente - di Daubigny, imitando quella di Bertelli e pensando di accrescere il valore del quadro.
    Ma io l'ho sgamato!

  2. #12
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Più che un notturno, il "Cervi alla fonte" di Bodmer mi sembra una ροδοδάκτυλος ἕως le cui rosee dita iniziano a emergere tra le brume della foresta di Fontainebleau, per portare la luce ai mortali e agli immortali.
    Ops... però la scena sembra piuttosto buia per essere un'alba: a chi non conosce il quadro, potrebbe anche sembrare un tramonto.

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Delle firme di Bertelli, la seconda (con il 1888 sotto) mi sembra la più simile (ovvero quella che ha imitato malamente l'antiquario... ) ma penso che il quadro possa essere datato parecchi anni prima del 1888 perché sembra ricalcato su quelli di Daubigny (che Bertelli aveva frequentato e ammirato a Barbizon) [...]
    Può essere, ma potrebbe anche trattarsi delle lavandaie citate da Wikipedia; l'unica prova possibile è conoscere le dimensioni del tuo quadro... ti scongiuro, MISURALO!

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Pare che Daubigny non riuscisse a separarsi dalle sue opere preferite: affermava che «les meilleurs tableaux ne se vendent pas» ("i migliori dipinti non si vendono") e quindi alla sua morte, nel 1878, parecchie opere rimasero nella sua casa di Auvers.
    Si tratta di un aspetto comune a diversi pittori. Uno di questi, che conosco piuttosto bene avendolo sposato, ha nel suo passato bohémien una carriera di pittore, coltivata per alcuni anni durante la giovinezza. Il guaio è che trovava un po' difficile separarsi dalle sue opere... infatti, non è andato molto lontano pur essendo piuttosto bravo (ha frequentato l'Accademia di Brera) e avendo al suo attivo un paio di mostre negli anni Settanta. Vabbè...

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Nel maggio del 1890 Van Gogh si trasferisce ad Auvers e non tarda a recarsi presso la casa della famiglia di Daubigny (un pittore che non aveva mai conosciuto personalmente, ma le cui opere lo avevano grandemente influenzato (vedi Exploring Daubigny, Through His Influence on van Gogh). Lì c’è ancora la vedova Daubigny che permette al pittore olandese di omaggiare il defunto marito dipingendo tre vedute differenti del giardino appartenente alla casa dove aveva vissuto; così nascono le tre vedute de "Il giardino di Daubigny".
    Questa è la seconda, con un gatto nero in primo piano e la vedova sullo sfondo, del luglio 1890.


    Fatta amicizia con la vedova, Van Gogh ricevette in dono - o in prestito per studiarlo - il Daubigny (oggi spacciato per Bertelli) e se lo portò all’Auberge Ravoux, dove alloggiava.
    Pochi giorni dopo, il 27 luglio, le sue pulsioni suicide si riacutizzarono e mentre armeggiava con il suo revolver Lefaucheux da 7 mm, per capire se poteva usarlo per suicidarsi, gli partì un colpo che centrò in pieno il Daubigny.
    Il vedere l'amato Daubigny rovinato da un buco in mezzo al quadro fu la goccia che fece traboccare la sua follia: usci nei campi vicini e si sparò il colpo che due giorni dopo lo avrebbe portato alla morte.
    Il quadro col buco, rimasto in albergo, finì venduto a qualche rigattiere e girò dalla Francia fino all'Italia dove un malaugurato antiquario ricoprì la firma poco chiara - se non assente - di Daubigny, imitando quella di Bertelli e pensando di accrescere il valore del quadro.
    Ma io l'ho sgamato!
    E' una storia molto attraente e fantasiosa... ma da un Mago Merlino non mi sarei aspettata niente di meno!

  3. #13
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio

    potrebbe anche trattarsi delle lavandaie citate da Wikipedia; l'unica prova possibile è conoscere le dimensioni del tuo quadro... ti scongiuro, MISURALO!
    Già il plurale "lavandaie" escluderebbe il mio quadro, dove se ne vede una sola, comunque anche le misure, 42x64...
    La chiusa di Casalecchio è molto più alta (e il fiume Reno è molto più ampio) di quello che si vede nel mio quadro; potrebbe essere la chiusa di un qualche mulino sul Savena che è un fiumicello un po' più piccolo.

  4. #14
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Già il plurale "lavandaie" escluderebbe il mio quadro, dove se ne vede una sola, comunque anche le misure, 42x64...
    La chiusa di Casalecchio è molto più alta (e il fiume Reno è molto più ampio) di quello che si vede nel mio quadro; potrebbe essere la chiusa di un qualche mulino sul Savena che è un fiumicello un po' più piccolo.
    Sai cosa direbbe Totò, no?
    "Si vede che l'altra [lavandaia] stava poco bene e non è scesa"...
    Ma, ahimè, le misure del tuo quadro sono definitive e scoraggiano ogni ulteriore tentativo di ricerca.
    Riguardo alle chiuse, ho provato a buttare un occhio su quelle del torrente Savena e di altri affluenti del fiume Reno, ma non mi si è illuminata nessuna lampadina...

  5. #15
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Mentre attribuivo fantasiosamente il - forse - Bertelli a Charles-François Daubigny, un tarlo ha iniziato a lavorare nella mia mente.
    Daubigny... Daubigny... questo nome non mi è nuovo...
    Finché ho avuto una piccola illuminazione poco fa,ripassando davanti a una piccola collezione di miniature (poco più di una decina) che tengo appese in un angolo della casa: e lì, in bella vista - per quanto può esserlo un microscopico ritratto su avorio di 7x5cm - ecco che mi ha sorriso il fanciullo in uniforme da collegiale o da cadetto che reca come firma "Madame D'Aubigny" e che qui metto con un bell'ingrandimento;


    "M.me D'aubigny" è la firma che la miniaturista Amélie D'Autel (o Dautel) usava dopo aver sposato il miniaturista Pierre D'Aubigny (o Daubigny). L'apostrofo che mette in evidenza la particella nobiliare "D", il "De" - o lo spazio che separa il "De" dal cognome - furono aboliti il 19 giugno 1790 dall'Assemblea Nazionale Costituente e perfino Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre dovette ghigliottinare il suo De.
    Con la Restaurazione le particelle nobiliari furono ripristinate ma, dopo la rivoluzione borghese di Luigi Filippo, i nostalgici della repubblica continuarono a farne a meno e così probabilmente avvenne nella famiglia Daubigny di cui vado a dare alcuni dettagli trovati su internet:

    DAUBIGNY, famiglia francese di artisti
    Edmond-François Daubigny (1789-1843) fu allievo di Jean-Victor Bertin e dipinse paesaggi storici e scene cittadine, come la Fontana degli Innocenti (1822; Musée Carnavalet, Parigi). Dal 1819 al 1839 espone al Salon di Parigi, mostrando principalmente vedute di Parigi e Napoli. Visitò l'Italia nel 1833.
    Suo fratello Pierre Daubigny (1793-1858) studiò sotto Louis-François Aubry (1767-1851) e fu un pittore di miniature, esponendo dal 1822 al 1855 al Salon di Parigi.
    La moglie di Pierre, Amélie Daubigny (1793-1861), anch'essa pittrice di miniature, collaborò con lui a molte opere.
    Allieva di Louis-François Aubry e Jean-Pierre Granger (1779-1840) espose al Salon dal 1831 al 1844 ricevendo una medaglia alla sua prima esposizione e vincendo una medaglia d'oro all'Esposizione del 1834 per una miniatura di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e sposa di Gioacchino Murat.
    Lavorava con pointillé abbastanza sciolto per il viso, applicando qua e là alcuni punti di tempera bianca sul naso, le labbra, il contorno della pupilla, le ciocche di capelli.
    Molte delle sue miniature sono conservate nei musei nazionali, tra cui quelle del Musée Dobrée di Nantes, Museo della miniatura a Montélimar e in collezioni straniere al Saint Louis Art Museum.
    Del figlio di Edmond-François Daubigny, Charles-François Daubigny (1817-1878), il non-autore del mio Bertelli, sappiamo che divenne uno dei paesaggisti più importanti della Francia della metà del XIX secolo, associato alla scuola di Barbizon e che influenzò i pittori impressionisti.
    Amélie D'Aubigny, autrice della mia miniatura, era quindi la zia del più famoso Charles-François.

    Ora, perché ho elencato così dettagliatamente tutto il parentado dei D'Aubigny?
    Semplice, per via della "domanda delle cento pistole" che mi è sorta spontanea davanti al piccolo ritratto, e cioè: "Chi è quel fanciullo?" e ovviamente mi sono anche dato una risposta: quel fanciullo è Charles-François Daubigny ritratto all'età di 10-12 anni da zia Amélie.
    Sfortunatamente a corroborare questa ipotesi da "carramba che sorpresa" ho solo pochi generici indizi:

    - Charles-François Daubigny, come si legge in wikipedia, "si avvicinò alla pittura sotto l'impulso del padre Edmond-François Daubigny e dello zio miniaturista Pierre Daubigny" , quindi sicuramente frequentava anche la zia miniaturista e un qualche ritratto glielo può ben aver fatto
    - l'età di 10-12 anni ci colloca attorno al 1828, la zia ha già 35 anni ed è sicuramente già sposata e quindi si firma Madame D'aubigny anziché D'Autel.
    - la divisa da collegiale potrebbe conciliarsi con i frequenti viaggi del padre, Edmond-François, e la miniatura potrebbe aver avuto la funzione di ricordare al padre il figlio lontano.
    - il padre di Charles-François visitò l'Italia nel 1833 e questo potrebbe giustificare il fatto che quella miniatura sia finita in Italia, magari persa o dimenticata da qualche parte.

    e infine, non resta che la prova del DNA dei poveretti, ovvero confrontare la fisionomia del fanciullo con le fotografie che Nadar e Bergeron fecero a Charles-François in date purtroppo non pervenute, ma all'incirca tra il 1860 e il 1870:




    fronte spaziosa, naso regolare, occhi nocciola e capelli castani... è lui o non è lui? la accendiamo?

  6. #16
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    E vado ad aggiungere qualche altro tassello all'ipotesi dell'identificazione del fanciullo con Charles-François Daubigny.

    Anzitutto esiste un'altro bambino(o bambina?), di età apparente tra 4 e 6 anni, dipinto su avorio da Madame D'aubigny:


    io noto una certa qual somiglianza con la mia miniatura, il che è un buon indizio: le miniature di bambini sono piuttosto rare e se la zia Amelie ne ha fatte due dello stesso bambino in età diversa è probabile che sia di famiglia e non un committente esterno.

    Infine, utilizzando FaceApp, ho invecchiato il fanciullo: purtroppo sono riuscito a trasformarlo solo in giovanotto e in vecchio ma non in un signore di mezza età quale quello raffigurato dalle foto di Nadar e Bergeron.


    E questa sarebbe la sequenza cronologica con un'incisione e una foto d'epoca inserite fra quelle generate da FaceApp:



    Ora non resterebbe che scrivere al Museo Daubigny...

    Cher Directrice du Musée Daubigny,

    J'ai hérité d'une miniature signée de Madame D'Aubigny (tante de Charles-François) représentant un garçon et que je joins.
    Je vous embête à savoir si le Musée possède des portraits anciens de Charles-François afin d'évaluer s'il est possible que tante Amélie ait pu représenter le petit Charles-François dans cette miniature.
    Les photographies de Charles-François disponibles sur le net sont toutes prises à un âge trop avancé pour permettre une évaluation définitive : alternativement, je vous demande s'il y a des raisons qui conduisent à exclure que le garçon puisse être l'enfant peintre.

  7. #17
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Ora non resterebbe che scrivere al Museo Daubigny...
    E' un'idea ottima... già in passato, ricorderai, ti eri rivolto ad un museo per toglierti un dubbio ed era andata bene. Perché non provarci anche stavolta?
    Tanto più perché l'elaborazione del ritratto del bambino con una persona anziana ha una discreta somiglianza con la foto di Daubigny adulto. Confrontando i due ritratti, l'unica cosa che non mi convince molto è la bocca: nel vecchio è un po' più piccola rispetto a quella che si vede nella foto del pittore adulto.

    Nel tentativo di aiutarti ho fatto qualche ricerca anch'io, ma non ne ho cavato granché. L'unica immagine di infante che ho trovato è stato un ritratto del figlio di Daubigny vestito da marinaretto, ma non ho colto molta somiglianza col bambino della tua miniatura (da bambino assomigliavi a tuo padre, a proposito?)
    E' andata un po' meglio con Daubigny anziano. Non ho trovato foto, ma due ritratti a carboncino; in entrambi, purtroppo, il pittore indossa un cappello. Il primo è un disegno risalente alla seconda metà dell'Ottocento, realizzato da Léon Lhermitte e conservato a Ginevra:



    Il secondo è uno schizzo del 1882 di Charles Massard e ritrae un Daubigny anziano, ripreso di tre quarti... forse, con qualche anno in meno rispetto al vecchio della tua eleborazione:


  8. #18
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Io ho trovato una foto della figlia di Daubigny, Cécile, che sicuramente assomiglia al padre e forse ha anche qualche somiglianza col bambino:


    E, passato in asta da Druot nel 2009, ci sarebbe anche quest'altro pargolo:


    Portrait miniature ovale, signé en bas à droite Mdm Daubigny,
    représentant un jeune enfant en buste de face dans des nuages.

    Bambino un po' troppo paffuto e col mento assai meno affilato del nostro: però l'attaccatura degli occhi e del naso coincidono abbastanza, ecco un piccolo morphing per dare l'idea...



    In ogni caso, la mail per il Museo Daubigny l'ho inviata.
    E ho anche avuto una celere risposta:
    Oggetto: Réponse automatique : Sur un possible portrait de Daubigny enfant

    Bonjour,

    Je suis en congé maternité du 17 décembre 2022 au 30 avril 2023.

    En cas d'urgence, merci de contacter Mme Saclet : groupesdaubigny@ville-auverssuroise.fr

    Bien cordialement,

    Agnès Saulnier-Chemin
    Quindi, escludendo che si tratti di un caso di urgenza, non resta che aspettare il lieto evento (sperando che la mail non vada dimenticata) o trovare qualche altra informazione in rete...

  9. #19
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    Beh, le risposte automatiche dicono sempre "Per casi urgenti rivolgersi a..." e ho il sospetto che sia una strategia finalizzata a scremare una fettina di seccatori.
    Ma il tuo caso, benché non urgente, è insolito e interessante; quindi, un tentativo con M.me Saclet lo farei. Anche perché la direttrice del museo potrebbe allungare i tempi della maternità e portarci alle calende greche...

    Quanto all'alternativa (trovare informazioni in rete), le notizie sulla famiglia di Daubigny sono più che scarse: quasi nulle, direi. Tanto per dire, non ho neppure trovato traccia della sorella Cécile, di cui hai postato la foto. Gli unici riferimenti familiari nei quali mi sono imbattuta, sono due:
    1. il padre del nostro pittore, Edme-François Daubigny (1789-1843) era un apprezzato pittore paesaggista;
    2 suo nipote, figlio di Charles-François, si chiamava Karl Daubigny (il bambino del ritratto fatto dal padre, vestito alla marinara?) ed era, pure lui, un paesaggista. Qui, un'incisione con un altro ritratto di Karl.

    Non ho trovato altro sulla famiglia, né su quanti figli avesse Charles-François e tantomeno foto o quadri di infanti riconducibili a lui o alla sua cerchia familiare.
    Ho persino cercato eventuali sue tracce in Claude Monet, Camille Corot e Gustave Courbet, ma non ho trovato niente di niente.
    L'ultima notizia che lo riguarda è un altro ritratto che lo riprende nelle vesti di pittore (qui), oltre al busto sulla sua tomba, al Père Lachaise:


  10. #20
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    Predefinito Re: Cani e pistoleri

    La genealogia della famiglia Daubigny è abbastanza dettagliata: da essa si evince che lo zio Pierre e la zia Amélie non ebbero figli, una ragione in più per farsi un ricordino del nipotino...


    E per finire, non potevo fare a meno di chiedere lumi a Chat-GPT, a cui ho chiesto se la zia di Charles Francois Daubigny potrebbe aver fatto un ritratto al nipote.
    Ma finché non ho specificato che la zia era Amélie Daubigny l'IA si è barcamenata con frasette standard, non si sa... forse... potrebbe...
    Col nome della zia, è andata un po' meglio...


    decisamente meglio di Max Headroom che ha risposto così:

    Citazione Originariamente Scritto da tester
    La zia di Charles Francois Daubigny potrebbe aver fatto un ritratto in miniatura al nipote?
    l'attacco sara' composto dal nipote di caracciolo e dal nipote di baggio...in panchina il nipote del nipote di carletto mazzone

 

 
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