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P. Welty O.P.: Catechismo sociale




Il corposo testo del Padre Welty O.P., che diffondiamo da oggi, è occasione per riflettere sulle vicissitudini patite dalla Dottrina Sociale Naturale e Cristiana.
La tesi che vogliamo sottoporvi è: quando la Chiesa è viva, in espansione e combatte il mondo, la dottrina sociale viene diffusa. Al contrario, quando la Chiesa è in difficoltà e declino, si assiste sempre a una eclissi della Dottrina Sociale.

P. Welty dà alle stampe un suo Catechismo Sociale, nel 1951. Quello tradotto in italiano (1966), in tre volumi, è la quarta edizione del 1963 ed è un testo rivisitato rispetto a quello originale.
Infatti, mentre l’inizio degli anni Quaranta del XX secolo vedono una Chiesa viva e in espansione, gli anni Sessanta sono quelli permeati da un irrazionale ottimismo, secondo il quale “è il momento di andare incontro e abbracciare il mondo moderno” (C. Carretto): una tendenza psico-spirituale che darà origine al c.d. post-concilio.
Negli anni Cinquanta, sono numerose le edizioni di testi “sociali”, tra i quali spicca quello per l’Azione Cattolica Italiana (1957) e le oltre 500 pagine di J. Villain (1957).

Tuttavia, alla morte di Pio XII (1958), i nemici interni alla Chiesa si ritrovano in un clima di ottimismo e di “apertura”. Una parte dell’Episcopato italiano intuisce quel che succederà ora che la Chiesa ha smesso di “essere sulla difensiva”: nel 1960, la CEI emana la bellissima Lettera «Il laicismo. Lettera al clero», purtroppo ignorata dall’episcopato e dal clero più legato al partito della c.d. Democrazia Cristiana.


Così, tre anni dopo, Aldo Moro compone il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione attiva dei socialisti (1963). Le conseguenze sono pressoché immediate: il 19/2/65 la Corte Costituzionale elimina il divieto di propaganda anticoncezionale. Seguono altre sentenze che danno totale “libertà al profilattico”.
La chiesa risponde con l’Enciclica Humanae Vitae (1968) che, fatto significativo, provoca la rivolta contro la Sede Apostolica di centinaia di teologi e intellettuali cattolici. Tutti costoro occupano posti chiave nella struttura ecclesiale, venendo addirittura incensati e acclamati dall’Episcopato. La debolezza dei nostri Vescovi è tale che, quasi tutti, conservano il loro posto anche dopo la ribellione al Pontefice.

E’ l’epoca del Post-Concilio, un tempo nel quale la Dottrina Sociale quasi scompare: alla Gregoriana, la più prestigiosa delle università romane, viene pubblicato il buon testo del P. J. Goenaga (Philosophia Socialis, PUG, Roma 1964 e 1968, pp. 339), che sostituisce quello ottimo del P. Jarlot S.J. (Compendium eticae socialis, 1952 pp. 192), poi cala la notte.

La Dottrina Sociale “riappare” fin dagli inizi del Pontificato di Giovanni Paolo II che vedono, inaspettata, l’uscita di un’opera del Card. J. Hoffner (1978). L’Enciclica Laborem Exercens (1981), suscita un nuovo interesse per la Dottrina Sociale di cui è buona espressione il libro di J. M. Ibanez Langlois (1987, pp. 336). La “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, con l’elencazione dei valori non negoziabili e, con essi, l’implicita condanna degli uomini di partito che si definiscono cattolici ma son pronti a “negoziare”, segna l’apogeo di questa piccola rinascita.
Il Compendio del Pontificio Consiglio Justitia et Pax (2004) precede di un anno la morte Giovanni Paolo II, poi cala di nuovo la notte.

Vent’anni dopo Giovanni Paolo II, Totustuus.it offre come contributo allo studio i 3 volumi del Padre Welty O.P. Abbiamo cercato di chiarire che si tratta di un testo nato in un tempo di espansione, ma rivisitato in tempi connotati da un irrazionale ottimismo: una tendenza che sarà la linfa vitale del Post-Concilio. Testo, pertanto, non privo di difetti. Ne segnaliamo alcuni:
– l’eccessiva importanza data ai “Diritti dell’Uomo” e alle “Costituzioni”, sempre soggette alle voglie delle “maggioranze”, a scapito dei diritti di Dio sulla società;
– l’indicazione della “democrazia” come forma la più “adatta alla nostra epoca” (sic!), ignorandone la deriva totalitaria (Centesimus Annus, 46) presente in ogni democrazia del Terzo Millennio;
– l’attribuzione al “partito moderno” della qualifica di “espressione del popolo”, mentre è spesso espressione di una minoranza ideologicizzata;
– la confusione tra Stato totalitario e Stato autoritario, per cui non si capisce bene che uno non è mai legittimo, l’altro può invece esserlo;
– la condanna del colonialismo, che ignora come i paesi del c.d. Terzo Mondo, non avrebbero avuto milioni morti, guerre permanente e rovine da quando i paesi europei han dismesso le colonie.

Pur con questi ed altri difetti, riteniamo utile diffondere il testo del Padre Welty: poiché, tra gli altri libri scaricabili gratuitamente, troverete anche il Catechismo dei diritti divini sull’ordine sociale del Padre Philippe Cssr. Si tratta di un testo ben più importante del Catechismo oggi diffuso, che va tenuto come “faro” durante la lettura di quello del Padre Welty.

Ci auguriamo che questo e-book, assieme agli altri testi di dottrina sociale naturale e cristiana diffusi da totustuus.it, possa aiutare la formazione di italiani dediti all’instaurazione di tutto in Cristo.

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