Houellebecq e Onfray. Intervista censurata?

[Draigo]

Si ecco. Poi non dimentichiamoci che parliamo di uno scrittore, cioè di un tipo che la metà della popolazione che non legge mai un libro non sa e non saprà mai chi è. Di lui si parla in riviste e giornali "seri", nella carta manipolata dalla classe media semi-colta, luogo di scontro ideologico acceso ma luogo ideologico prima di tutto. Secondo me il gioco pesante si svolge un gradino più basso, tra chi fatica per arrivare a fine mese. I conflitti del lavoro, l'inflazione, la casa, ecc. MH sta nelle nuvole, la storia si fa sulla terra.

Da quanto ne so i francesi sono un popolo di lettori. Gli itaglioni leggono mezzo libro una volta ogni due anni. Non che leggere libri sia un grande segno di partecipazione nell'alta cultura in ogni caso, soprattutto quando leggi storie storielle romanzi romanzetti.

[Giò]

Da quanto ne so i francesi sono un popolo di lettori. Gli itaglioni leggono mezzo libro una volta ogni due anni. Non che leggere libri sia un grande segno di partecipazione nell'alta cultura in ogni caso, soprattutto quando leggi storie storielle romanzi romanzetti.

Del resto, virtuoso è chi agisce bene, non chi conosce di più.

[amerigodumini]

Poi non dimentichiamoci che parliamo di uno scrittore, cioè di un tipo che la metà della popolazione che non legge mai un libro non sa e non saprà mai chi è. Di lui si parla in riviste e giornali "seri", nella carta manipolata dalla classe media semiSecondo me il gioco pesante si svolge un gradino più basso, tra chi fatica per arrivare a fine mese. I conflitti del lavoro, l'inflazione, la casa, ecc. MH sta nelle nuvole, la storia si fa sulla terra.

Ma quando mai le rivoluzioni le hanno fatte direttamente i disperati in forza della loro disperazione senza un perdigiorno professionista a manipolarli?
Mai.

[Sparviero]

Poi non dimentichiamoci che parliamo di uno scrittore, cioè di un tipo che la metà della popolazione che non legge mai un libro non sa e non saprà mai chi è. Di lui si parla in riviste e giornali "seri", nella carta manipolata dalla classe media semi-colta, luogo di scontro ideologico acceso ma luogo ideologico prima di tutto.

Osservazione corretta: Houellebecq non rischia ne' di offendere il branco di scimmie ne' di infiammare gli animi delle pecore, dal momento che questi a malapena sanno della sua esistenza.
Se certe cose le dicessero la D'Urso o Bonucci (che ovviamente non ne sono in grado), apriti cielo.

Detto questo, leggere per leggere non dimostra un cazzo di niente a parte l'alfabetizzazione di base: meglio chi impiega onestamente il suo tempo in altri modi del frocetto convinto di essere un grande intellettuale per essersi letto l'ultimo libro della scrittoressa BLGTZXYZ e l'editoriale di Saul Shekelstein.

[amerigodumini]

Ma in fondo consideriamo aspetti sostanziali.
Il disperato omino bianco di Houellebecq è il vero schiacciato dal globalismo, dalla sostituzione etnica, dall' ipergamia femminile e dallo sfaldamento sanguinoso di tutto quello che ha rappresentato la Francia profonda.
Per quanto benestante e imbottito di psicofarmaci sarebbe il vero soggetto rivoluzionario se non fosse letteralmente impossibile reagire al capital-marxismo. I gilet gialli d'altro canto insegnano che se la piccolissima borghesia alza la testa per disperazione, ci sono gli squadroni della morte privati nordafricani del Monsieur President a presentarti il conto (ecco l' impiego della mano d' opera esotica).
Ora che H abbia potuto pubblicare e non sia stato fucilato dai secondini di BHL è vero e non è vero, ma diamo per scontato che abbia goduto di un margine di tolleranza per i motivi da altri esposti.
Il punto è che la sua cinica ironia non è una scelta strategica.
Siamo onesti.
Vorreste descrivere i paesi europei di oggi, tutto l' occidente, senza che un ghigno vi sfugga necessariamente bello stampato sul volto?

[Draigo]

Ma in fondo consideriamo aspetti sostanziali.
Il disperato omino bianco di Houellebecq è il vero schiacciato dal globalismo, dalla sostituzione etnica, dall' ipergamia femminile e dallo sfaldamento sanguinoso di tutto quello che ha rappresentato la Francia profonda.
Per quanto benestante e imbottito di psicofarmaci sarebbe il vero soggetto rivoluzionario se non fosse letteralmente impossibile reagire al capital-marxismo. I gilet gialli d'altro canto insegnano che se la piccolissima borghesia alza la testa per disperazione, ci sono gli squadroni della morte privati nordafricani del Monsieur President a presentarti il conto (ecco l' impiego della mano d' opera esotica).
Ora che H abbia potuto pubblicare e non sia stato fucilato dai secondini di BHL è vero e non è vero, ma diamo per scontato che abbia goduto di un margine di tolleranza per i motivi da altri esposti.
Il punto è che la sua cinica ironia non è una scelta strategica.
Siamo onesti.
Vorreste descrivere i paesi europei di oggi, tutto l' occidente, senza che un ghigno vi sfugga necessariamente bello stampato sul volto?

Indubbiamente non c'è nessuna strategia perché non c'è nessun obiettivo al quale volgersi, né strategicamente né tatticamente, quanto meno per lui. Il ghigno ferino che mi si stampa sul volto senza che abbia troppo bisogno di "sfuggirmi" da qualche oscuro meandro dell'inconscio ogni volta che si nomina l'occidente forse dimostra che quel "quanto meno" è finanche fuori posto. La sua ironia cinica è una scelta professionale, dal momento che paga, e magari anche esistenziale. Se avesse scritto storie LGBTQ non avrebbe ottenuto il successo che ha ottenuto, ovviamente.