Lunedì il governo del Regno Unito ha detto che metterà il veto su una legge approvata in Scozia per impedirne l’entrata in vigore: è la prima volta che succede una cosa del genere. La legge in questione, detta “Gender Recognition Reform Bill”, rende più facile alle persone trans la procedura di cambio del nome e del genere sui documenti ed era stata approvata a fine dicembre dopo un lungo dibattito in Scozia e nel parlamento locale.

Già allora il governo britannico aveva detto che avrebbe valutato l’ipotesi di opporsi, cosa che non era mai successa prima ma che è prevista nel Regno Unito nel caso in cui le leggi di una delle sue parti (come la Scozia) entrino in conflitto con quelle in vigore in tutto il territorio nazionale. La Scozia – così come il Galles e l’Irlanda del Nord – fa parte del Regno Unito ma ha un proprio governo semiautonomo con ampi poteri su molte aree, tra cui l’assistenza sanitaria.

Su Twitter la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon, che aveva proposto per la prima volta questa riforma sei anni fa, ha parlato di «attacco frontale al nostro parlamento scozzese democraticamente eletto», sostenendo che il veto potrebbe essere il primo di una serie. In una conferenza stampa ha accusato il primo ministro britannico Rishi Sunak, del partito Conservatore, di «usare le persone trans come armi politiche».

Sturgeon è a capo del Partito Nazionale Scozzese, che è particolarmente sensibile alle interferenze del governo del Regno Unito: lo scorso giugno aveva annunciato l’intenzione di indire un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia (dopo un primo fallito nel 2014), che è poi stato bloccato dalla Corte Suprema.

La possibilità che il segretario di Stato della Scozia, cioè il ministro del governo britannico con responsabilità sulla Scozia, possa mettere il veto su una legge approvata dal parlamento scozzese è prevista dalla sezione 35 dello Scotland Act del 1998 – la legge che trasferì molti poteri dal governo centrale britannico alla Scozia – come “ultima istanza”. Nella pratica, il parlamento britannico dà istruzione al presidente del parlamento scozzese di non procedere alla presentazione del disegno di legge al re per il consenso reale necessario a tutte le leggi per entrare in vigore. Il governo centrale del Regno Unito ha poteri simili anche per quanto riguarda il Galles e l’Irlanda del Nord.

Nel caso di veto, il parlamento scozzese può decidere di modificare la legge in modo che sia accettabile per il governo centrale, oppure di chiedere una revisione giudiziaria del veto.

Il “Gender Recognition Reform Bill” prevede che le persone trans sopra i 16 anni possano fare richiesta di un certificato ufficiale che attesti il genere in cui si riconoscono presentando solo un’autocertificazione. Al momento questa procedura è permessa solo alle persone sopra i 18 anni e solo dopo essersi sottoposti a una diagnosi psicologica.

In una nota Alister Jack, segretario di Stato per la Scozia nel governo britannico, ha motivato la decisione di mettere il veto dicendo genericamente che la riforma scozzese potrebbe avere «un impatto negativo sul funzionamento della legislazione sulle pari opportunità in tutta la Gran Bretagna». In una lettera alla prima ministra scozzese, Jack ha spiegato che rendere più facile e veloce il cambio di nome e genere sui documenti potrebbe incentivare richieste «fraudolente o in malafede» e rendere meno sicuri alcuni luoghi e servizi esclusivamente femminili (come scuole, rifugi per donne vittime di violenze e carceri). Questi argomenti sono anche quelli più sostenuti dagli attivisti che in Scozia si erano opposti alla riforma.

In Scozia le persone trans possono cambiare il proprio nome e il proprio genere sui documenti dal 2005, ma secondo il governo le procedure per richiedere la modifica sono eccessivamente invadenti e complicate, al punto da disincentivare alcune persone dal farlo. La Scozia è l’unica parte del Regno Unito ad aver approvato una riforma che faciliti il riconoscimento ufficiale del genere delle persone trans, ma procedure simili esistono già in altri paesi europei come Irlanda, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svizzera e da circa un mese anche in Spagna.

Secondo il Guardian la decisione del Regno Unito «rappresenta una significativa escalation delle tensioni intorno alla questione, e farà infuriare i sostenitori della riforma e i nazionalisti» scozzesi, che da anni chiedono maggiore autonomia e indipendenza rispetto al governo centrale.

https://www.ilpost.it/2023/01/17/reg...o-veto-scozia/