Ultima modifica di cammarrone; 26-10-10 alle 14:16
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Il Papa: «Accogliere i rifugiati un dovere»
Gli immigrati valgono l'11% del pil
ROMA (26 ottobre) - La Chiesa dice no a «ogni egoismo nazionalista» e riconosce quello a emigrare come «un diritto di ogni uomo», ma la necessitą dell'accoglienza va coniugata con quella di «una vita dignitosa e pacifica» sia per i migranti che per gli abitanti dei Paesi di arrivo. Lo afferma Benedetto XVI nel suo messaggio, sul tema «Una sola famiglia umana», per la 97/a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarą celebrata domenica 16 gennaio 2011.
Il Pontefice cita i suoi predecessori Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II per sostenere che «il bene comune universale abbraccia l'intera famiglia dei popoli, al di sopra di ogni egoismo nazionalista», ed č «in questo contesto che va considerato il diritto ad emigrare»: «la Chiesa lo riconosce ad ogni uomo, nel duplice aspetto di possibilitą di uscire dal proprio Paese e possibilitą di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita».
Al tempo stesso, perņ, «gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignitą di ciascuna persona umana». Gli immigrati, inoltre, «hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l'identitą nazionale». Si tratterą allora, aggiunge Ratzinger citando Wojtyla, «di coniugare l'accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti, con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti».
Il dossier Caritas-Migranti. Sempre nell'ambito della giornata del migrante e del rifugiato č stato presentato l'annuale rapporto redatto dalla Caritas. I migranti sono poco meno di cinque milioni ma il loro numero viene percepito come nettamente superiore. Contribuiscono alla produzione del Prodotto interno lordo per l'11,1%, versano alle case dello stato quasi 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l'anno, incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti ma sono sempre pił attivi anche nel lavoro autonomo e imprenditoriale, dove riescono a creare nuove realtą aziendali anche in questa fase di crisi. Dal rapporto risulta che il loro numero č triplicato nell'ultimo decennio ed č aumentato di quasi un milione nell'ultimo biennio.
La Lombardia accoglie un quinto dei residenti stranieri (982.225, 23,2%). Poco pił di un decimo vive nel Lazio (497.940, 11,8%). Roma, che č stata a lungo la provincia con il maggior numero di immigrati, perde il primato rispetto a Milano (405.657 rispetto a 407.191).
Gli immigrati assicurano allo sviluppo dell'economia italiana un contributo notevole: sono circa il 10% degli occupati come lavoratori dipendenti, sono titolari del 3,5% delle imprese, incidono per l'11,1% sul prodotto interno lordo (dato del 2008), pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali, dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro. Il rapporto tra spese pubbliche sostenute per gli immigrati e i contributi e le tasse da loro pagati (2.665.791 la stima dei dichiaranti) va a vantaggio del sistema Italia, specialmente se si tiene conto che le uscite, essendo aggiuntive a strutture e personale gią in forze, devono avere pesato di meno.
Nel 2009 sono stati registrati 4.298 respingimenti e 14.063 rimpatri forzati, per un totale di 18.361 persone allontanate. Le persone rintracciate in posizione irregolare, ma non ottemperanti all'intimazione di lasciare il territorio italiano, sono state 34.462. Il rapporto tra persone intercettate e persone rimpatriate č andato diminuendo nel corso degli anni (dal 57% nel 2004 al 35% nel 2009). Le persone trattenute nei centri di identificazione e di espulsione sono state 10.913, tra le quali anche diverse persone gią ristrette in carcere, dove non era stata accertata la loro identitą. Nell'insieme il 58,4% non č stato rimpatriato.
Il Papa: «Accogliere i rifugiati un dovere» Gli immigrati valgono l'11% del pil - Il Messaggero
Signori,, l'ORDINE č l'essenza del benessere, avete per caso difficoltą a comprendere questa parola? Ve la ripeto: ORDINE. Cosa c'č di male a chiedere l'ordine etnico (se non volete chiamarlo razziale) e l'ordine culturale? Di male c'č soltanto la vostra ottusaggine con il vostro internazionalismo comunista abbellito di uno squallido capitalismo "duckiano"
Il CAOS NON PASSERA'!
jahowol?
Ultima modifica di cammarrone; 26-10-10 alle 14:34
uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!
SI' , x l'Europa la societą miltietnica č una novitą
xkč č la 1° volta in 5000 anni che si assiste ad una immirazione di masssa d popolazioni dal 3° mondo verso il vecchio contitnetne
l'attuale societą multirazziale porterą alla scomparsa della razza bianca