Riporto da albanesi.it:
Una mail mi chiede un giudizio su un fatto riportato dai giornali un paio di settimane fa, quello della professoressa colpita in aula da alcuni pallini di una pistola ad aria compressa; la prof non avendo saputo indentificare il colpevole, è uscita piangendo dall’aula e poi, ripensandoci, tre mesi dopo ha denunciato la classe. “Sono rimasta a casa qualche giorno e ho passato notti insonni. Non ho più insegnato in quella classe ma l’ansia c’è ancora, così come il timore di essere derisa. Li denuncio tutti per difendere la mia dignità e quella dei miei colleghi ma perché è stato oltrepassato il confine. Così spero non succeda più a nessuno”. Personalmente, penso che questa insegnante non debba insegnare perché ha una visione della scuola troppo contemplativa (intellettuale). Non puoi fare l’insegnante se non entri in sintonia con i ragazzi e per farsi rispettare si devono seguire “le loro regole”. Se sei in una classe difficile, non puoi evitare di confrontarti con loro: “Qualcuno mi ha sparato un pallino, ma ha una pessima mira, se io avessi una pistola lui sarebbe già morto. Insomma, è uno sfigato che non ha capito che puoi crederti forte, ma troverai sempre qualcuno più forte di te”. Dubito che lo “sfigato” avrebbe messo la conversazione sui social. Altro che lacrime, notti insonni, paura di tornare in classe. L’insegnamento non è né per i deboli né per gli intellettuali.