Oddone di Savoia (1846-1866) è stato un principe italiano.

Tutti conoscono la storia dell'Uomo elefante alla corte della regina Vittoria, salvato dai freak show e divenuto famoso con un film di David Lynch, ma pochi conoscono la storia del suo omologo italiano, sebbene con una disabilità diversa.

Nato a Racconigi, quartogenito del re di Sardegna e poi d'Italia Vittorio Emanuele II di Savoia e della consorte Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, Oddone fu sofferente fin dai primi anni di vita per una malattia genetica con sintomi sempre più invalidanti che comprendeva il nanismo e una deformità dello sviluppo. Le sue condizioni fisiche non riuscirono a mettere in secondo piano l'intelligenza non comune, l'intraprendenza e la vivacità intellettuale. Si dedicò allo studio, interessandosi nella sua breve esistenza a varie materie, scientifiche e artistiche, anche se ai margini della vita di corte.

Nel 1861 si stabilì a Pegli, allora un sobborgo di Genova, dove elesse a sua dimora Villa Lomellini Rostan; oltre che per il clima mite, che giovava alle sue precarie condizioni fisiche, la scelta fu dettata dalla grande passione per il mare, nata in lui già negli anni della primissima infanzia, quando la famiglia reale italiana trascorreva periodi di vacanza a La Spezia. Il giovane Oddone si innamorò quindi della Liguria. Il padre gli concesse di trasferirsi poi definitivamente sulla Riviera, con un clima migliore rispetto a Torino, prendendo dimora nel Palazzo Reale di Genova.

Il periodo genovese fu caratterizzato da un lieto e profondo studio delle discipline tecniche e artistiche: dalla geografia alla musica, dalle lingue alla nautica (per questo suo interesse fu aggregato per volere del padre alla Regia Marina italiana e nominato capitano di vascello).

Oddone fu promotore delle arti e delle opere dell'intelletto, istituì quattro premi annuali per gli studenti dell'Accademia ligustica di belle arti, di cui fu acclamato presidente ad honorem, così come della Società Ligure di Storia Patria. La sua casa aveva una biblioteca di oltre mille volumi.

Il 5 giugno 1862 partì con i fratelli alla volta dell'Oriente per un viaggio d'istruzione a bordo della pirofregata Governolo: visitò tante città del Regno, tra cui Cagliari, Palermo, Catania, Messina, Napoli, Pompei, sino a giungere il 16 agosto a Costantinopoli, dove il viaggio si concluse. Il viaggio influenzò profondamente lo spirito del principe Oddone, accendendone l'interesse per le antichità e l'arte classica e consentendogli di dare inizio a una ricca collezione di oggetti d'arte. Nell'estate 1863 poté compiere un nuovo viaggio in Sardegna e a Napoli, dove si interessò all'archeologia, finanziando gli scavi locali. Tornò a Genova e iniziò a studiare la malacologia e la storia naturale sotto Michele Lessona, un grande divulgatore scientifico italiano del tempo.

Nell'estate 1864 i medici reali gli sconsigliarono di intraprendere nuovi viaggi, consigliandogli invece i bagni in mare. Oddone si spostò nella cittadina rivierasca di Cornigliano, a Villa Durazzo Bombrini, e la elesse a sua dimora definitiva, centro delle sue collezioni e dei suoi studi.

Oddone morì a neppure vent'anni, nella notte tra il 21 e il 22 gennaio 1866 al Palazzo Reale di Genova. Lasciò in testamento alla città un patrimonio rilevante di vasi greci, bronzi, ceramiche, vetri e gemme romane, oggi custodito al Museo di archeologia ligure.