Far ragionare un idiota non é impossibile, é inutile
https://www.tio.ch/svizzera/attualit...omme-di-30-suvRabbia tra gli automobilisti: gli attivisti per il clima sgonfiano le gomme di 30 SUV
I responsabili sono i membri dell'organizzazione "Tyre Extinguishers".
ZURIGO - Gli attivisti per il clima del gruppo "The Tire Extinguishers", gli "Sgonfiatori di pneumatici", hanno festeggiato il primo compleanno della loro organizzazione a modo loro. Come? Sgonfiando le gomme di 30 SUV in quel di Zurigo, nel prestigioso quartiere di Seefeld.
Colpiti, negli scorsi giorni, anche altri Paesi, tra cui Regno Unito, Italia, Francia e Germania. L'obiettivo del movimento è «rendere impossibile» ai SUV la circolazione nelle zone urbane.
In una nota l'organizzazione ha ammesso integralmente i fatti: «Buon compleanno a noi. Ieri sera abbiamo messo a terra altri 30 SUV. Seefeld è una vera delizia». Secondo il gruppo, il Governo zurighese non sta compiendo sforzi sufficienti per affrontare il problema dei SUV, perciò sono previste ulteriori azioni: «Continueremo fino a quando i SUV non saranno banditi dalla città, verranno costruite piste ciclabili più sicure e il trasporto pubblico in città diventerà gratuito».
Su richiesta dei colleghi di 20Minuten, la Polizia comunale di Zurigo conferma che è stata ricevuta una segnalazione in relazione ai fatti e che diversi veicoli sono stati ritrovati con gli pneumatici a terra.
Secondo il presidente del PLR di Zurigo Përparim Avdili questo tipo di azione arreca dei veri e propri danni alla proprietà: «Ovviamente questi attivisti non hanno capito il funzionamento del sistema democratico svizzero». Il movimento, aggiunge, deve essere dunque fermato «il prima possibile».
Di tutt'altra opinione il consigliere comunale dei Verdi di Zurigo Dominik Waser, per il quale la protesta, essendo non violenta, è ammissibile: «Non abbiamo bisogno di queste auto in città, i loro proprietari contribuiscono in modo significativo alla crisi climatica».
Teppisti e fiancheggiatori.
https://www.tio.ch/svizzera/attualit...-entro-il-2037Gli svizzeri sono contrari all'abbandono del nucleare entro il 2037
È quanto ha rilevato un sondaggio dell'istituto Sotomo
BERNA - L'energia nucleare gode di un ampio consenso in Svizzera: è quanto emerge da un sondaggio svolto dall'istituto Sotomo i cui risultati sono pubblicati oggi dal quotidiano Blick.
Il 55% dei circa 9000 svizzeri aventi diritto di voto intervistati - provenienti dalle parti tedesca e francese del Paese - ritiene centrale il ruolo dell'energia atomica per risolvere l'annosa questione dell'approvvigionamento energetico.
Il sondaggio svolto dall'istituto di ricerca Sotomo mette in evidenzia che solamente gli impianti fotovoltaici e idrici, che hanno riscosso rispettivamente il 77% e il 74% dei voti favorevoli, sarebbero soluzioni preferibili a quella del nucleare
Nei confronti dell'abbandono del nucleare entro il 2037 proposto dai Verdi, il 55% dei partecipanti si è detto contrario e il 25% favorevole: a questi vanno aggiunti il 9% di "piuttosto contrari" e l'11% di "piuttosto favorevoli". Tra i dati raccolti spiccano in particolare il 60% dei contrari tra i 18 e i 35 anni, a cui fanno coro gli over 55 con delle cifre simili, mentre il gruppo d'età tra questi due è perlomeno scettico nei confronti dell'abbandono del nucleare entro il 2037.
A detta del 49% degli interpellati, le centrali atomiche dovrebbero essere finanziate dallo Stato, mentre il restante 51% si è pronunciato contrariamente.
Gli intervistati hanno espresso pareri positivi sull'ampliamento degli impianti di energie rinnovabili. Il 60% di essi sarebbe anche favorevole all'obbligo di installare pannelli solari nei nuovi edifici commerciali e pubblici. Se ciò fosse votato dal popolo, l'obbligo dovrebbe essere esteso anche agli edifici abitativi: circa questo oggetto, il 69% dei votanti si direbbe favorevole.
Secondo il sondaggio, due terzi degli intervistati, indipendentemente dal partito di appartenenza, sarebbero favorevoli all'espansione degli impianti dediti alla produzione di energia idroelettrica nelle Alpi attraverso progetti su larga scala. Tra questi, figura quello dell'innalzamento della diga del Grimsel (BE) di 23 metri.
L'onda verde, quella dei no-nucleare, no-idroelettrico, no-eolico e qualche volta perfino no-solare, sta andando a infrangersi...
https://www.rsi.ch/news/svizzera/Zur...-16116640.htmlZurigo, le scritte "teste di moro" non vanno coperte
Il municipio voleva rimuoverle, ma il Tribunale cantonale ha accolto un ricorso contro la cancellazione
Il municipio di Zurigo non può mettere in pratica la decisione di coprire delle scritte con riferimento ai mori che compaiono su due edifici storici del centro cittadino, il Niederdorf. Il Tribunale cantonale dei ricorsi in materia edilizia ha accolto un ricorso contro la cancellazione.
A fare ricorso contro la volontà cittadina era stata nel giugno scorso l'organizzazione Heimatschutz (Patrimonio Svizzero), che si opponeva alla copertura delle scritte "Zum Mohrenkopf" (Alla testa di moro) e "Zum Mohrentanz" (Al ballo dei mori). Le scritte in questione danno il nome a due edifici del XV e del XVII secolo.
Nel suo ricorso, Patrimonio Svizzero sottolineava che le coperture previste dal municipio non sarebbero state reversibili. Chiamato a decidere sulla licenza edilizia inoltrata dalla Città, il Tribunale ha concluso che le scritte "non sono direttamente discriminatorie" e ha ritenuto perciò che la cancellazione delle scritte non sia giustificata.
Meno male qualcuno con un po' di cervello è rimasto. Sperando che non sia un caso isolato.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
https://www.rsi.ch/news/svizzera/Vol...-16112677.htmlVolare "verde" si può
Traffico aereo ed emissioni di CO2: prende corpo in Svizzera un progetto per produrre un carburante sostenibile destinato all'aviazione. E le prospettive sono incoraggianti
Volare, in modo ecologicamente sostenibile, grazie ad un carburante ottenuto sulla base della stessa CO2 che già si trova nell'ambiente. È quanto si prefigge un progetto made in Switzerland giunto ormai ad una fase molto avanzata: a gestirlo sono l'istituto di ricerca Paul Scherrer (PSI), che ha la sua sede centrale a Villigen (AG), e la start-up elvetica Metafuels.
Il settore dell'aviazione, da tempo sotto la lente per la sua incidenza sul fronte del riscaldamento climatico, è responsabile nella misura del 3% per le emissioni globali di gas a effetto serra. Questa percentuale può sembrare molto bassa, ma è in realtà rilevante: va riferita, infatti ad "un settore che è difficile da de-carbonizzare e che continua a crescere", sottolinea il ricercatore del PSI Marco Ranocchiari. Il traffico aereo è quindi destinato ad aumentare e le sue emissioni, di conseguenza, "di sicuro non andranno al di sotto del 3%". Come fare, allora, per conciliare questi orizzonti di crescita con l'obiettivo del contenimento delle emissioni?
Il processo di produzione
La sfida è senz'altro complessa. I reattori degli aerei, si sa, sono alimentati da cherosene: una miscela liquida di idrocarburi, frutto della raffinazione del petrolio. Bruciandolo, si libera inevitabilmente CO2 e si immettono così nuove emissioni nell'atmosfera. Ma il problema delle emissioni può essere affrontato attraverso un cambio di prospettiva: sfruttando cioè la CO2 già in circolazione, al fine di sintetizzare un carburante alternativo a quello di origine fossile. L'idea, spiega Ranocchiari, consiste proprio "nel cambiare la fonte del carbonio", traendo la CO2 "da tutte le fonti che sono rinnovabili": quindi, ottenendola "dalla gassificazione della biomassa", oppure catturandola direttamente dall'aria. L'idrogeno destinato al nuovo carburante viene invece ottenuto dall'acqua, attraverso elettricità da fonti rinnovabili.
I costituenti del nuovo carburante sono così serviti. A partire dagli stessi viene quindi ottenuto metanolo, che è il più elementare fra gli alcool. E grazie a quest'ultimo composto sarà così possibile, attraverso più trasformazioni, produrre un cherosene di sintesi destinato all'aviazione. Il procedimento si basa su "un nuovo sistema catalitico, che è stato appunto sviluppato dal PSI e dalla società Metafuels". La resa energetica del nuovo carburante è equiparabile a quella del cherosene di origine fossile. Ma la differenza cruciale risiede nel fatto che, con la sua combustione, si libera nell'aria CO2 che nell'ambiente era in definitiva già presente. "Il principio", sottolinea il ricercatore, "è proprio quello di utilizzare la CO2 che è esistente al momento". Con la combustione, non viene quindi prodotta nuova CO2.
Il raffronto con altre tecnologie
Gli studi sul futuro dell'aviazione, per quanto attiene alle fonti energetiche, si focalizzano però su più prospettive: si va dall'elettricità, con il ricorso a batterie al litio, fino all'idrogeno sfruttato nelle celle a combustibile. Perché allora puntare proprio su un cherosene sintetico? Qui, rileva Ranocchiari, intervengono problemi che concernono le stesse dinamiche del volo. Per poter volare "gli aerei devono essere leggeri" e il carburante, di conseguenza, "deve essere ad altissima gravimetrica": deve insomma assicurare un vantaggioso rapporto fra l'energia e la massa, come pure fra l'energia e il volume. Ora, le batterie al litio hanno una densità energetica gravimetrica molto bassa: in altre parole necessitano di una massa considerevole per poter produrre l'energia necessaria.
Per i voli a media e lunga percorrenza, quando ogni chilogrammo conta, le batterie pesano quindi veramente troppo. E l'idrogeno? Questa fonte presenta invece "una bassa energia volumetrica" rispetto al cherosene. Per gestire questo problema, la forma e i sistemi di propulsione dei velivoli alimentati a idrogeno andrebbero così completamente rivisti, col risultato di avere "aerei più grandi o più pesanti". Oppure si dovrebbe individuare una soluzione "di compromesso sulle distanze da percorrere". Per ora è quindi "difficile immaginare che queste tecnologie riescano a sopperire a tutto il mercato del volo" e, al tempo stesso, "a de-carbonizzare il settore".
Nel segno della sostenibilità ambientale
Nel raffronto il carburante sintetico presenta invece più vantaggi. La premessa da fare è che sia il cherosene di origine fossile, sia quello di natura sostenibile, "hanno delle proprietà sostanzialmente simili". Del resto l'idea al centro del progetto è "di produrre una simile composizione chimica", senza però "utilizzare un processo basato su combustibili fossili". Il nuovo carburante potrebbe quindi essere utilizzato immediatamente nei reattori, senza apportare ad essi modifiche di sorta.
Ma è proprio sul terreno della sostenibilità ambientale, che si profilano i vantaggi più rilevanti. Per quanto riguarda i voli a lunga percorrenza "la tecnologia è ancora basata sul cherosene" e tale rimarrà per decenni. Dobbiamo però "raggiungere la neutralità carbonica nel 2050", sottolinea lo studioso del PSI, "per evitare i grandi disastri causati dal riscaldamento climatico". Posto quindi che in avvenire non ci sarà più l'opzione dei combustibili fossili, occorre studiare delle modalità per "sintetizzare in maniera alternativa" queste sostanze. E intanto, fra gli attori del settore, è ben diffusa la consapevolezza che "ci debba essere la transizione energetica a netto zero".
La tecnologia sviluppata da PSI e Metafuels, inoltre, potrebbe prevenire la formazione di quelle polveri sottili che sono prodotte dalla combustione del cherosene fossile, e che generano in quota scie di condensazione. Anche questo fenomeno, va rammentato, contribuisce in misura consistente all'impatto climatico del traffico aereo. Ebbene, la composizione molecolare del carburante sintetico consente anche di ridurre drasticamente la formazione di queste particelle: "Si sanno quali sono le molecole che producono questo particolato di carbonio. E quindi sappiamo in che direzione andare per evitare questa formazione", osserva in proposito l'esperto.
Quali saranno, in conclusione, le prossime tappe che scandiranno il percorso del progetto? Al PSI, spiega Ranocchiari, "stiamo costruendo proprio l'impianto pilota per permettere la validazione del processo" nel giro di due anni. Questa installazione servirà quindi per convalidare la tecnologia in vista di uno sfruttamento commerciale, su vasta scala, nel prossimo futuro. Sarà quindi necessario ancora un po' di lavoro. Ma intanto il progetto ha davvero... messo le ali.
Estrarre carburante da aria e acqua. Se funzionasse e diventasse economicamente sostenibile (su questo, almeno per ora, ho forti dubbi...), questo potrebbe risolvere il problema dell'inquinamento dell'aviazione, ma alla lunga anche quello del traffico su gomma. E pure risolvere il problema dei regimi arabi, a dirla tutta.
Insomma, quello che diceva il buon Konstantin Kisin nel primo video del thread.
Non mi ha mai convinto questo termine woke - non si è mai capito cosa vogliano descrivere con questo termine. Il fatto che poi molti discorsi che fanno siano sovrapponibili a quelli di Putin è francamente sospetto.
"The gods that we've made are exactly the gods you'd expect to be made by a species that's about half a chromosome away from being chimpanzee." ~ Christopher Hitchens
Ah, no, il carbone me l'ero solo scordato io.
E no-petrolio, ovviamente.
Io sono sempre più convinto che nel campo dell'energia l'investimento giusto sia in cyclette collegate a dinamo, su cui sistemare coattamente tutti gli ecologisti a pedalare per la Patria...
Prego?