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Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Il giudice che si candida non deve più ...

    ...vestire la toga.

    di Santo Versace deputato PdL e imprenditore,

    In questi giorni si discute, a tutti i livelli, di riforma della giustizia.
    Su una cosa sono tutti d’accordo: il tema è quello su cui si misurerà la tenuta del governo e della maggioranza.
    L’opinione unanime è che, trattandosi di un argomento di eccezionale rilievo che coinvolge, in un modo o nell’altro, scelte di rilievo costituzionale, un accordo sarà comunque raggiunto rebus sic stantibus e solo sulle linee generali, mentre alla prima occasione di un voto parlamentare, tutto sarà rimesso in discussione.

    Sembrerebbe, quindi, che ancora una volta la tanto attesa riforma della giustizia italiana rimarrà sulla carta, come tante volte è accaduto in passato. Per quanto mi riguarda, non voglio cedere al pessimismo e credo che vi siano margini per tentare non la «grande riforma» di cui si parla in questi giorni ma l’approvazione di norme circoscritte e specifiche che affrontino alcuni dei nodi del problema giudiziario a partire da una verificata convergenza di pressoché tutto lo schieramento politico e di larga parte della magistratura.
    In altre parole, vi sono temi su cui non solo non vi è contrapposizione tra maggioranza e opposizione, tra centrodestra e sinistra, ma vi è una dichiarata convergenza.

    Uno di questi temi è quello della incandidabilità e ineleggibilità dei magistrati.
    La questione è stata recentemente dibattuta in occasione delle elezioni europee prima e di quelle regionali dopo.
    Il caso del magistrato De Magistris (quello della ben nota indagine Why not i cui risultati sono stati finalmente adeguatamente valutati non da un berlusconiano di ferro ma da un giudice dell’udienza preliminare) e poi quello in Puglia del magistrato Nicastro eletto nel consiglio regionale pugliese hanno sollevato per l’ennesima volta un coro di commenti negativi che hanno considerato un abuso il fatto che certi magistrati potessero candidarsi a distanza di pochi giorni dall’ottenimento dell’aspettativa, addirittura negli stessi luoghi dove avevano esercitato sino a una settimana prima le loro funzioni.

    Il Csm attraverso il suo vice presidente Mancino prese posizione contro questo andazzo, richiedendo un intervento del legislatore.
    Serve una nuova disciplina della materia se è vero, come tutti dichiarano, che il magistrato non solo deve essere ma deve anche apparire imparziale.
    È evidente che tale non è quel magistrato che si candidi nel luogo in cui è stato titolare di un ufficio giudiziario fino a pochi giorni prima e che può, quindi, trarre vantaggio dall’influenza che ha acquisito sul campo.
    Anche perché non si comprende la disparità di trattamento dei magistrati rispetto ai consiglieri regionali, ai sindaci di comuni con più di 20mila abitanti e ad altre numerose categorie della pubblica amministrazione che sono ineleggibili se non siano cessati dalla carica almeno 180 giorni prima della data di scadenza della legislatura.

    Ma l’aspetto più inaccettabile dell’attuale disciplina è quella che consente il rientro nei ruoli della magistratura di coloro che sono cessati dalla carica elettiva o che sono stati bocciati dal voto degli elettori.
    Una volta compromessa la loro immagine di imparzialità, decidendo di schierarsi con un partito, i magistrati non devono più rientrare nei ruoli della magistratura.
    Su questo sono tutti d’accordo.
    E io mi chiedo per quale ragione non si riesca a trovare il tempo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato per elaborare rapidamente una proposta che metta assieme il meglio delle diverse proposte già esistenti (una di queste è la mia) e che sottoponga all’aula un testo così largamente condiviso.

    Si potrebbe, ad esempio, evitare, che alle prossime elezioni si ripeta lo spettacolo assai poco edificante che si è prodotto in occasione delle ultime elezioni amministrative. Sono certo che questo tema non sia il più importante in questo momento, quando tutta l’attenzione è concentrata su altri e ben più delicati temi qual è, ad esempio, il Lodo Alfano costituzionale.
    Si tratta, però, di avviare a soluzione con la condivisione di tutti o quasi i partiti presenti in Parlamento una questione che entra di pieno diritto nel rapporto tra politica e magistratura.
    Mettere ordine nel modo in cui viene esercitata la giurisdizione e disciplinare severamente l’ingresso in politica dei magistrati, impedendo che qualche pm strumentalizzi per scopi elettorali indagini a lui affidate e da cui gli è derivata grande notorietà e visibilità sui media, può essere un primo passo verso il ripristino di un corretto rapporto tra magistratura e politica.

    Si può fare?
    È quello che chiedo al ministro Alfano, a Schifani e a Fini, ai presidenti Berselli e Bongiorno.
    Meglio un piccolo risultato su un tema circoscritto che uno sterile dibattito sulle grandi riforme che non approda a nulla.

    alla pg.6 de ilgiornale.it 25 10 2010

    saluti

  2. #2
    ex unalei
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    Predefinito Rif: Il giudice che si candida non deve più ...

    Mettere ordine nel modo in cui viene esercitata la giurisdizione e disciplinare severamente l’ingresso in politica dei magistrati, impedendo che qualche pm strumentalizzi per scopi elettorali indagini a lui affidate e da cui gli è derivata grande notorietà e visibilità sui media, può essere un primo passo verso il ripristino di un corretto rapporto tra magistratura e politica.
    :giagia:
    Sono l'unica persona al mondo che vorrei conoscere a fondo

  3. #3
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    Predefinito Rif: Il giudice che si candida non deve più ...

    Anche la sinistra querela i magistrati.

    Non è vero che solo la destra litiga con i magistrati, lo fa anche la sinistra.
    A condizione, però, che le inchieste riguardino loro.
    A quel punto è guerra, e a colpi di denunce.

    Lo ha appena fatto la capogruppo del Pd al Senato, Angela Finocchiaro, che tra le altre cose è anche un magistrato in aspettativa.
    La Finocchiaro ha querelato il gip Clementina Forleo, la quale ha risposto denunciandola per calunnia.
    Il motivo? Lo racconta il giornalista Carlo Vulpio sul suo blog:
    «La vicenda riguarda un “summit” che si è tenuto il 6 giugno 2007 nell’ufficio della Finocchiaro. L’incontro è stato raccontato da Ferdinando Imposimato – ex senatore Ds ed ex magistrato – in due verbali ai magistrati di Brescia. Fu un incontro – dice Imposimato – in cui si decise di inviare un’ispezione ministeriale alla procura di Milano, il cui fine nemmeno tanto coperto era quello di mettere sotto procedimento disciplinare per “incompatibilità ambientale” l’allora gip di Milano, Forleo, che si stava occupando delle famose scalate bancarie dei “furbetti del quartierino”».

    In quella inchiesta, allora seguita dalla Forleo, erano finite diverse telefonate tra politici - tra cui Fassino, D’Alema e Latorre - e personaggi legati alle scalate bancarie - tra cui Consorte, Ricucci, Fiorani.

    «A Roma sono molto preoccupati - racconta Vulpio, citando un suo libro, Roba nostra, del 2009 - Tanto che decidono di tenere un “summit” al volo in una qualche stanza del Parlamento. Chi partecipa a questa riunione ristretta e di cosa si discute? Lo rivela ai giudici l’ex senatore Ds ed ex magistrato Ferdinando Imposimato».

    E cioè un gruppo di fedelissimi dalemiani, riuniti nell’ufficio della Finocchiaro, per sollecitare un’ispezione ministeriale a Milano.
    Questa la ricostruzione di Vulpio, sulla base di due verbali di Imposimato ai magistrati di Brescia.
    La Finocchiaro ha querelato. Ma non Imposimato, solo la Forleo.

    la redazione de ilgiornale.it pg.6 del 25 10 2010

    saluti

  4. #4
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    Predefinito Rif: Il giudice che si candida non deve più ...

    Citazione Originariamente Scritto da miluna Visualizza Messaggio
    Mettere ordine nel modo in cui viene esercitata la giurisdizione e disciplinare severamente l’ingresso in politica dei magistrati, impedendo che qualche pm strumentalizzi per scopi elettorali indagini a lui affidate e da cui gli è derivata grande notorietà e visibilità sui media, può essere un primo passo verso il ripristino di un corretto rapporto tra magistratura e politica.
    :giagia:
    Si trarre vantaggi dal fatto d'essere famosi (probabilmente famigerati) non mi pare giusto e per i magistrati ritengo valido quanto scritto.

    Un altra categoria che dovrebbe essere disciplinata sono i giornalisti RAI ,diventate stars del piccolo schermo avendo mamma rai fatti vedere a noi (direi imposti ) per lungo tempo ; pensate a quanti di costoro saono finiti in parlamento, quanti in carico alla sinistra e quanti alla destra.

    La televisione da sempre ha creato dei personaggi c he diventano a noi famigliari ed a cui diamo il voto fidandoci di loro, anche se dopo costoro se ne andranno a puttane colle auto blu.

    Ok, ok, ok, qualcuno di voi mi dirà che la rai é un casino; un ricettacolo di avanzi di potenti politici che c'infilano dentro di tutto.

    Una domanda mi sgorga spontanea :" Qualche dirigente in carriera ex giornalista dal nome " BERLUSCONI" si é mai visto in questo carrozzone?

    io per esempio una berlinguer l'ho notata.

    Tanto basta ed avanza per fasrmi capire come sia orientata la TV pubblica
    di cui io pago il canone.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Il giudice che si candida non deve più ...

    Citazione Originariamente Scritto da mustang Visualizza Messaggio
    Anche la sinistra querela i magistrati.

    Non è vero che solo la destra litiga con i magistrati, lo fa anche la sinistra.
    A condizione, però, che le inchieste riguardino loro.
    A quel punto è guerra, e a colpi di denunce.

    Lo ha appena fatto la capogruppo del Pd al Senato, Angela Finocchiaro, che tra le altre cose è anche un magistrato in aspettativa.
    La Finocchiaro ha querelato il gip Clementina Forleo, la quale ha risposto denunciandola per calunnia.
    Il motivo? Lo racconta il giornalista Carlo Vulpio sul suo blog:
    «La vicenda riguarda un “summit” che si è tenuto il 6 giugno 2007 nell’ufficio della Finocchiaro. L’incontro è stato raccontato da Ferdinando Imposimato – ex senatore Ds ed ex magistrato – in due verbali ai magistrati di Brescia. Fu un incontro – dice Imposimato – in cui si decise di inviare un’ispezione ministeriale alla procura di Milano, il cui fine nemmeno tanto coperto era quello di mettere sotto procedimento disciplinare per “incompatibilità ambientale” l’allora gip di Milano, Forleo, che si stava occupando delle famose scalate bancarie dei “furbetti del quartierino”».

    In quella inchiesta, allora seguita dalla Forleo, erano finite diverse telefonate tra politici - tra cui Fassino, D’Alema e Latorre - e personaggi legati alle scalate bancarie - tra cui Consorte, Ricucci, Fiorani.

    «A Roma sono molto preoccupati - racconta Vulpio, citando un suo libro, Roba nostra, del 2009 - Tanto che decidono di tenere un “summit” al volo in una qualche stanza del Parlamento. Chi partecipa a questa riunione ristretta e di cosa si discute? Lo rivela ai giudici l’ex senatore Ds ed ex magistrato Ferdinando Imposimato».

    E cioè un gruppo di fedelissimi dalemiani, riuniti nell’ufficio della Finocchiaro, per sollecitare un’ispezione ministeriale a Milano.
    Questa la ricostruzione di Vulpio, sulla base di due verbali di Imposimato ai magistrati di Brescia.
    La Finocchiaro ha querelato. Ma non Imposimato, solo la Forleo.

    la redazione de ilgiornale.it pg.6 del 25 10 2010

    saluti
    caso paradigmatico
    Perchè, ma perchè non capite?
    che io non posso lasciar la mia terra,
    ogni albero conosce il mio tocco,
    ogni frutto è per me come un figlio.

 

 

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