In che modo la lingua inglese, diventata lingua franca della scienza, lascia spazio ad altre lingue? E quanto spazio lascia? Troppo, come pretendono quelli che vorrebbero “svalutare l’italiano” come una moneta troppo debole in periodo di inflazione? O troppo poco, come lamentano alcuni studiosi, memori della sentenza 42/2017 della Corte costituzionale? È ancora possibile svolgere ricerca scientifica in italiano e farla apprezzare agli addetti al controllo della qualità del sapere? O resta solo lo spazio della divulgazione? E gli scienziati che hanno abbandonato totalmente l’italiano nel loro lavoro, saranno in grado di divulgare decentemente nella lingua a cui si sono disabituati? Quale lingua scegliere, dunque, per veicolare la ricerca, e come valutarne l’impatto nella società? Esiste il rischio di lasciare la gente in balia della falsa informazione? E, quel che è peggio, esiste il rischio di mettere in sottordine e calpestare le discipline che per loro natura usano l’italiano, e devono doverosamente continuare a usarlo: per esempio per condurre la ricerca sui documenti giuridici, storici, archivistici, artistici e letterari italiani? Ha senso che studiosi che non sanno l’italiano esibiscano bibliografie in cui i documenti primari e fondamentali e specifici, scritti nella nostra lingua, sono palesemente ignorati? Ha senso imporre la priorità dell’inglese in questi settori? Come cambiano codici e stilemi della comunicazione della scienza passando dall’italiano all’inglese e viceversa?

Il multilinguismo – sperano ancora alcuni ottimisti – dovrebbe avere un peso nella valutazione nazionale della ricerca e del suo impatto. Esistono iniziative internazionali che, almeno nelle intenzioni dichiarate, coinvolgono la variabile del multilinguismo. “Nature Italy” è una rivista digitale indipendente che parla di ricerca scientifica italiana. Tutti gli articoli sono pubblicati in inglese e italiano. Ma si tratta di un “fuoco di paglia”? Grandi istituzioni internazionali come quelle dell’Unione europea promuovono ufficialmente il multilinguismo, ma nella realtà si stanno avvicinando sempre più a un monolinguismo inglese, come denunciato da Italofonia insieme ad altre associazioni europee per i diritti linguistici.

https://italofonia.info/porre-argine...qMHOMec-aWkv_E