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    Predefinito Morto il lavoro vince Elly Schlein

    Di Adriano Tilgher

    Il Pd ha passato sotto traccia, anzi ha taciuto, la morte d’un suo storico nume tutelare: Peppone, contadino operaio e per più d’ottanta anni sindaco simbolo della governabilità comunista; di quel modello emiliano costruito sulla difesa dei diritti dei lavoratori, sul diritto alla casa di proprietà per l’operaio e della terra ai contadini. Benessere diffuso, basato sui sacrifici, che faceva di Peppone l’emblema della lotta sindacale.

    A far sparire le spoglie mortali del trinariciuto in camicia rossa a quadroni, baffoni, cappellaccio e mani callose hanno provveduto circa un milione di seguaci di Fedez e Rosa Chemical che alle primarie del Pd hanno votato Elly Schlein segretaria. Il Pd della “segretaria cià cià cià” prende così il posto nella musica popolare del ben più serio “compagni dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello, scendete in piazza…”. La Schlein ha scelto che proprio la piazza non sarà più fatta di operai e contadini, ma sarà sempre un festoso Gay Pride.

    Perché la sua missione sarà difendere i diritti di questi ultimi, soprattutto garantendo che in ogni dove si possano celebrare “gendrimoni” (matrimoni gender) interspecie ed intergenere: per assurdo un ricco stravagante animalista per salvare un cinghiale dall’abbattimento potrà contrattualizzare d’averlo sposato, stesso discorso per un topo da salvare dalla derattizzazione od un pesce dalla padella. Garantendo all’animale una vita dorata nell’umana comunità.

    Vien da pensare che i comunisti veraci si siano astenuti dalle primarie, forse schifati dal giro di mazzette intascate a Bruxelles da rappresentanti europei di una sinistra che promuove regolamenti nemici del lavoro e dei lavoratori: le famigerate normative europee partorite su spinta di lobbysti al soldo di multinazionali. A rimetterci è stato l’ultimo comunista col sopracciglio alla Luigi Longo, al secolo Stefano Bonaccini: un politico serio e di professione, mica come la Schlein che ha solo sei mesi d’anzianità di tessera Pd.

    Un amico, vecchio stalinista, mi ha fatto notare che quando c’era Palmiro Togliatti alle tipe come la Schlein pagavano una vacanza premio in Unione Sovietica, garantendosi che dal freddo siberiano non facesse più ritorno: del resto negli anni ’50 non s’ebbe più notizia di tanti italiani che, dati per reduci dal fronte russo, non fecero più ritorno, e nemmeno di certi comunisti italiani partiti per Mosca e scomodi al “centralismo democratico” di Togliatti.

    L’imbarco di questi ultimi veniva anche festeggiato, poi più nessuna notizia. Ma Stalin ha perso e, dopo più d’ottanta anni, ha vinto il fantasma di Lev Trotsky, che in comune con Elly Schlein ha tutto, persino ancestrale parentela. Certo ai tempi di Baffone non sarebbe potuta esistere una Schlein segretario del Pci: i sicari di Stalin inseguirono Trotsky fino a Città del Messico, per eliminare con lui il germe delle sue idee.

    Un amico, vecchio stalinista, mi ha fatto notare che quando c’era Palmiro Togliatti alle tipe come la Schlein pagavano una vacanza premio in Unione Sovietica, garantendosi che dal freddo siberiano non facesse più ritorno: del resto negli anni ’50 non s’ebbe più notizia di tanti italiani che, dati per reduci dal fronte russo, non fecero più ritorno, e nemmeno di certi comunisti italiani partiti per Mosca e scomodi al “centralismo democratico” di Togliatti.

    L’imbarco di questi ultimi veniva anche festeggiato, poi più nessuna notizia. Ma Stalin ha perso e, dopo più d’ottanta anni, ha vinto il fantasma di Lev Trotsky, che in comune con Elly Schlein ha tutto, persino ancestrale parentela. Certo ai tempi di Baffone non sarebbe potuta esistere una Schlein segretario del Pci: i sicari di Stalin inseguirono Trotsky fino a Città del Messico, per eliminare con lui il germe delle sue idee.

    La segretaria crede che il primo fattore d’inquinamento sia il lavoro umano, il fattore antropico, quindi sogna una società di contemplativi col frigo pieno di grilli. Sogna una natura senza uomo, con una telecamera che registri tutta la vita in un computer, certificando che dopo l’estinzione dei figli di Adamo ed Eva tutto è andato meglio. Per raggiungere il risultato saranno necessari profilatura totale di ogni individuo, digitalizzazione completa della società, estinzione e virtualizzazione della moneta, abolizione del lavoro classico, fine della proprietà. Il Pd della Schlein è di fatto una setta gender ambientalista, una sorta di Wwf antropofago.

  2. #2
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    Predefinito Re: Morto il lavoro vince Elly Schlein

    Un “gaio nichilismo” con a capo Elly Schlein
    di Riccardo Arbusti - 01/03/2023

    Un “gaio nichilismo” con a capo Elly Schlein

    Fonte: Il Secolo d'Italia

    Il filosofo Del Noce lo aveva già previsto: la sinistra diventerà un “gaio nichilismo”. Con a capo Elly Schlein

    Quale potrebbe essere, da un punto di vista filosofico, il nuovo profilo del Pd targato Elly Schlein? Non forzando troppo la mano potrebbe essere esattamente quello profetizzato dal filosofo Augusto Del Noce quando, a metà degli anni Ottanta del Novecento, descriveva l’emergere di un possibile “partito radicale di massa” quale esito “suicida” della cultura politica della sinistra che era stata precedentemente socialista e marxista.

    Del Noce profetizzò la saldatura tra tecnocrazia e postmarxismo
    Negli anni Ottanta, infatti, la saldatura in corso tra tecnocrazia e quel che restava del comunismo, tra ricca borghesia e popolo de-cristianizzato, veniva da Del Noce identificato in una sorta di superpartito trasversale, laicista e individualista che stava egemonizzando tutto il quadro. A questo superpartito, il filosofo torinese opponeva una nuova alleanza tra cattolici, socialisti non subalterni al laicismo e al marxismo e settori politici e sociali sensibili al richiamo della cultura nazionale italiana . Non a caso, si professerà in sintonia con l’analisi di Del Noce anche il filosofo postmarxista come Costanzo Preve quando scriverà dello scivolamento della cultura di sinistra verso «l’adesione inesorabile alla società radicale dei consumi».

    Giuliano Ferrara stronca la Schlein: "Banale e modaiola, rischia l'irrilevanza. La Meloni è un'altra cosa"
    La cultura azionista alla Scalfari utile a scardinare la questione sociale
    L’incontro inevitabile tra ciò che restava del marxismo e l’ordine tecnocratico neocapitalistico è l’essenza della tesi del libro più politico di Del Noce, Il suicidio della rivoluzione, del 1978. Il filosofo aveva infatti chiaro l’avversario politico-culturale di quella nuova forma di Risorgimento nazionale che Del Noce auspicava, come aveva ben presente l’avanzante minaccia “morbida” di una nuova forma di totalitarismo, quella che a suo dire veniva delineata secondo una strategia condotta dalla parte politica «che si riconosceva nel quotidiano la Repubblica e nelle idee del suo direttore, Eugenio Scalfari. Quel quotidiano, secondo il filosofo torinese, mettendo insieme la componente progressista della Dc rappresentata da De Mita insieme al risultato della laicizzazione del Pci, puntava dritto dritto al “partito radicale di massa” e, quindi, a egemonizzare il nuovo soggetto sulla base di una rinnovata cultura azionista, espressione diretta di una borghesia laicista, permissiva e, col pretesto della “questione morale” a annullare la centralità della questione sociale».

    Il rifiuto da sinistra dei valori permanenti e lo slittamento verso il laicismo
    Ricordiamoci come è proprio dalla celebre intervista di Berlinguer a Scalfari, del 1981, che il Pci in qualche modo compie una scelta sul fronte del progressismo azionista mettendo progressivamente in sordina la tradizione sociale e la rappresentanza dei ceti popolari. Del Noce definisce quella scelta un’opzione per la rappresentanza privilegiata – da parte della sinistra – della nuova borghesia, che – citiamo le sue parole – «è poi il soggetto storico degli ultimi decenni nelle sue abitudini, nei suoi costumi, nella sua mentalità. Ideologicamente questa nuova borghesia è caratterizzata dal timore di un qualsiasi risveglio religioso, sia cattolico, sia persino comunista, addirittura nella vecchia forma del marxismo come religione secolare. Si vuole dunque una società completamente secolarizzata, che rifiuti ogni sorta di valori assoluti, permanenti, immutabili». Si andava così prefigurando, a suo avviso, «un totalitarismo di nuova natura, assai più aggiornato, assai più capace di dominio assoluto di quel che i modelli passati non fossero». Un progetto, portato avanti, da quello che lui definiva «il superpartito tecnocratico che attraversa i partiti, che ha in possesso le sorgenti di informazione, che cura la propria apologia attraverso la casta degli intellettuali, che è equamente ripartito secondo le varie posizioni culturali e politiche dai cattolici ai comunisti…». Insomma quella che oggi chiamiamo la sinistra della Ztl o dei salotti o dei “comunisti col rolex”.

    L’orizzonte umano coincide col piacere del singolo
    È proprio questa l’essenza della “società radicale”, che non può che assumere una forma tecnocratica, inevitabile, per dirla con Del Noce, «in una realtà in cui i valori etico-politici sono sostituiti da criteri strumentali: è la società della massima oppressività possibile, quella il cui fondamento è il principio pragmatico esteso a tutti i rapporti sociali, in cui tutto sembra passare in via privilegiata per il diritto assoluto degli individui al soddisfacimento dei propri desideri». Se la natura diviene, in altre parole, solo un oggetto per l’uomo, e se la società viene pensata solo nei termini dei vantaggi che essa può assicurare al piacere del singolo, allora il problema di un valore “trascendente” della natura e della società – la religione, la morale, la prospettiva nazionale – appare come privo di senso. La sinistra postmarxista raggiunge così la perfetta negazione della trascendenza, il rifiuto dell’esperienza immediata e della consapevolezza della realtà, sia per ciò che riguarda la natura, sia per ciò che riguarda la società: il mondo e l’uomo emergono soltanto come ciò che appaiono e la misura concreta che li avvince al soggetto umano è soltanto il soddisfacimento dei suoi bisogni e desideri. Non c’è, anche in questo, una prefigurazione dell’orizzonte liquido, sradicato, indifferenziato, politicamente corretto e “sostenibile” degli scenari a noi contemporanei?

    La nuova religione tecnologica profetizzata da Del Noce
    Annotava appropriatamente Del Noce: «Si sta organizzando dunque una società globale, che trae la sua forza dalla conciliazione del massimo dell’oppressività con l’aumento del benessere». Di fronte a questa presa d’atto, il filosofo torinese arriva esplicitamente a domandarsi: «Significa che il pieno fiore della civiltà tecnologica coinciderà con il rispetto di tutti gli individui, visti nella loro individualità? Mi pare sia proprio qui l’illusione che si tratta di dissipare. Facciamo l’ipotesi di un governo mondiale diretto da un’élite di grandi scienziati e di grandi tecnici. Per essere però del tutto coerenti, dobbiamo supporre uomini ridotti alla pura dimensione scientifica, e nient’altro. Ovviamente essi non potranno ragionare che in termini di potenza, di efficacia, di organizzazione… Si avrà un’umanità divisa nettamente in due classi, quella di coloro che in qualche maniera partecipano a questa conquista, quella di coloro che a essa sono superflui. Se anche si vorrà pensare che a costoro verrà garantito un minimo vitale, essi però non potranno che servire, sapendo che ogni tentativo di sottrarsi alla loro condizione è del tutto inutile e assurdo, per la potenza senza pari che sarà concentrata in poche mani, quelle dei custodi della religione tecnologica».

    Il “nichilismo gaio” della sinistra di Elly Schlein
    La “società radicale” era stata profetizzata nel migliore dei modi da Del Noce già in una lettera del gennaio 1984 a Rodolfo Quadrelli e descritta nei termini di un totalitarismo morbido dai tratti nichilisti, un “nichilismo gaio”, un totalitarismo senza inquietudine. Per Del Noce il “nichilismo gaio” appariva tale – forse quarant’anni fa se ne resero conto in pochi – anche nel riferimento a una sessualità neutralizzata e “gender”, così come si sostiene recentemente. «Si può infatti dire – annotava – che tende a intendere l’amore sempre omosessualmente, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna, immaginando una relazione sessuale indifferenziata», escludente il principio di “differenza” tra i generi. «Tale nichilismo – precisava – è esattamente la riduzione di ogni valore a valore di scambio: l’esito borghese massimo, nel peggiore dei sensi, del processo che comincia con la prima guerra mondiale. Il peggiore annebbiamento che il nichilismo genera è la perdita del senso dell’interdipendenza dei fattori della nostra storia presente; infatti a ben guardare, non è che l’altra faccia dello scientismo e della sua necessaria autodissoluzione da ogni traccia di valori che non siano strumentali».

    Del Noce faceva propria l’analisi di Pasolini
    Insomma, Del Noce – e lo rilevò più volte – si riteneva in pieno accordo con il Pier Paolo Pasolini che non solo negli Scritti corsari ma anche nel suo ultimo discorso pubblico alla Festa nazionale dell’Unità del settembre 1975 contestava alla sinistra quel “progressismo” – incipiente in quegli anni Settanta ma oggi dominante ed egemone – che a suo dire era il tratto trasversale e coinvolgente di tutta la realtà nel mondo dell’omologazione compiuta. Anche il Pci, a suo dire, era di fatto già “inquinato” – così lui spiegava – da «quel falso laicismo, e da quel falso progressismo, con cui il potere ammanta la sua ideologia consumista. Cioè, la televisione o anche la scuola. I modelli di vita che offre la televisione sono, per quanto laidamente, laici. Chi viene offerto alla vostra indicazione? Non certamente un santo eremita, o un prete che fa delle belle prediche. Viene esposto alla vostra indicazione un giovane cretino e una giovane cretina. Laici, che godono la vita. La cui religione è il pic-nic, il weekend, la macchina, il profumo, il sapone, le belle scarpe, i blue jeans, eccetera. …. Anche i voti andati a sinistra – denunciava Pasolini, in pieno accordo con Del Noce – sono “inquinati” da un laicismo e un progressismo, che noi non possiamo condannare, dal nuovo modo di produzione, cioè dalla nuova cultura e dal nuovo Potere». E oggi, quasi cinquant’anni dopo quel laicismo e quel progressismo sono diventati la piattaforma ideale ufficiale della nuova sinistra del Pd. Alla cui guida non si poteva che scegliere una leader come Elly Schlein.

  3. #3
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    Predefinito Re: Morto il lavoro vince Elly Schlein

    Sacrosanto l'articolo di Tilgher.

  4. #4
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    Predefinito Re: Morto il lavoro vince Elly Schlein

    Citazione Originariamente Scritto da Angkar Padevat Visualizza Messaggio
    Sacrosanto l'articolo di Tilgher.
    La Schwein :-) è il peggio del peggio che si poteva immaginare.

  5. #5
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    Predefinito VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, famiglia

    VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global, nemica di lavoro, famiglie e prime case

    Schlein è l’espressione perfetta dell’establishment globalista, secondo il leader di Democrazia sovrana popolare. Ed è pronta a distruggere il ceto medio
    Schlein, Pd Elly Schlein, segretario del Pd (LaPresse, 2023)

    È difficile trovare in giro termini più negativi di quelli che usa Marco Rizzo, leader di Democrazia sovrana popolare e presidente onorario del Partito comunista, per definire la rivoluzione-Schlein.

    La neo-segretaria del Pd, sempre ammesso che sia sinistra – e per Rizzo non lo è –, è l’espressione più aggiornata e pericolosa del mainstream globalista. In concreto, l’alfiere di un programma di governo che ha già cominciato (da tempo) ad essere realizzato.

    “La Schlein era sostenuta da una parte della nomenklatura del Pd” scriveva ieri il Corriere, “ma rispetto a Bonaccini ha rappresentato il Nuovo”. Chi è Elly Schlein per Marco Rizzo?

    È esattamente l’opposto. Normalmente, pensando il contrario di quello che si legge su certa stampa, si trova la verità e penso che sia così anche stavolta: Schlein è l’establishment. Ne sono espressione entrambi: lei e il Corriere. Schlein è la versione politica di Sanremo. Gender fluid, immigrazione, guerra, atlantismo ed europeismo.




    “Mi aspetto una opposizione durissima” ha detto Giorgia Meloni.

    Da adesso Schlein sarà sempre più l’alternativa alla Meloni. Ma è un’alternativa finta: in politica estera e in politica economica, le due cose che contano davvero, Meloni e Schlein la pensano esattamente allo stesso modo.

    Ragioniamo. Lei, uomo di sinistra, ha detto che Schlein “rappresenta perfettamente il mainstream del totalitarismo globalista e liberista costruito in questi anni”. O gli elettori di Schlein dicono di essere di sinistra ma non lo sono, oppure in questi anni è accaduto qualcosa che ancora gli sfugge.

    Il tema fondamentale sono i diritti sociali. Ma il Pd non li difende affatto, al contrario: li ha smantellati. Il conflitto tra capitale e lavoro è diventato conflitto tra mondialismo liberista e lavoro. La lotta di classe esiste ancora, ma non è più tra media borghesia e proletariato. Al posto della prima ci sono i grandi gruppi economici e finanziari che comandano il mondo e che opprimono i popoli. Chi non capisce questo, non capisce nulla. Oppure lo capisce benissimo e allora è complice.

    Dove va situata la svolta storica, l’opzione per il neoliberismo?

    Una parte della sinistra ha sposato queste idee in un amplissimo arco di tempo. Agnelli, che se ne intendeva, aveva ragione: solo un governo di sinistra può fare le migliori politiche di destra. Ma lo diceva già negli anni 70, quando nel Pci guadagnava spazio l’idea di svendere i diritti sociali a favore dei futuri “nuovi diritti”. Una linea che divenne vincente con la scelta di Occhetto di sciogliere il Pci. Alla fine degli anni 70 e poi negli anni 80 il Pci non era più un partito di classe e la Cgil non era più un sindacato di classe.


    E cosa stavano diventando?

    Un partito e un sindacato culturalmente molto simili al Partito radicale di Pannella, con la sola differenza che erano di massa. I dirigenti che hanno sciolto il Pc, da D’Alema a Fassino e Veltroni, sono quelli che hanno consentito al Pd di diventare ciò che è adesso.

    Schlein chiede “giustizia climatica”. Che cos’è?

    Il risultato di una confusione voluta tra inquinamento e clima. La lotta all’inquinamento è fondamentale, ma l’inquinamento nel mondo viene prodotto al 70 per cento dalle prime cento multinazionali. Il clima invece non sta cambiando per l’inquinamento, 50 milioni di anni fa la temperatura media della terra era di 8°C più alta di quella di oggi. Ci raccontano soltanto un sacco di balle.


    Chi le racconta e perché?

    Le raccontano gli inquinatori di ieri, che dopo avere fatto soldi inquinando il mondo ora vogliono farli con il disinquinamento e la “transizione ecologica”. Quando sento settori ed esponenti della Chiesa che invocano il fotovoltaico per l’Africa, mi chiedo se non faccia loro più comodo lasciare miliardi di africani in povertà. La vera questione delle bidonvilles africane non è la CO2 ma la lotta alla povertà.

    Schlein punterà molto, moltissimo sui temi green. Vuol dire, concretamente, sì alla direttiva case e solo auto elettriche dal 2035. E potremmo essere solo all’inizio.

    Schlein è nemica del lavoro, della classe operaia, delle famiglie, delle prime case.

    Torniamo sempre lì: gli elettori di Schlein pensano sinceramente di essere di sinistra.

    Ma anche la Meloni pensa di essere di destra. Ho appena postato quello che ha detto a Vespa sulla guerra e mi pare imbarazzante. La Meloni è la perfetta continuazione di Draghi. Assistiamo a una guerra tra due Paesi non Nato e non Ue e noi ci finiamo dentro, rifornendo di armi gli ucraini? La realtà è che Schlein e Meloni sono due facce della stessa medaglia, con la sola differenza che una è infarcita di progressismo, l’altra no.

    Secondo lei cosa farà Schlein sulle armi?

    Qui si trova la contraddizione più grande. La Schlein ha votato per le armi, però si professa pacifista. Farà esattamente ciò che ha fatto la Meloni. Come la meloni è una sovranista di cartone, così la Schlein sarà una pacifista di cartone.

    Schlein ha detto di sognare un’Europa federale. Di che sogno si tratta?

    I valori europei li ho visti molto bene interpretati da Panzeri: sacchi di banconote per fare gli interessi di Qatar e Marocco. Quanti soldi sono stati impiegati, mi chiedo, e penso sia legittimo farlo, per le armi, l’energia, la transizione green? Gli sms della von der Leyen con il Ceo di Pfizer Albert Bourla, che valgono il 60 per cento dei contratti sui vaccini stipulati dall’Ue, 72 miliardi in anticipo, abbiamo il diritto di conoscerli. Anche perché pochi mesi dopo si è saputo che il marito della von der Leyen (Heiko von der Leyen, ndr) direttore scientifico della società americana Orgenesis, siede nel board della fondazione dell’Università di Padova che ha ricevuto 320 milioni di euro di fondi Pnrr per lo sviluppo di vaccini a mRna.

    Torniamo ai gazebo. Gli elettori Pd sono realmente convinti che i cappotti termici salveranno il mondo, oppure non hanno fatto i conti con quello che costa agli italiani questa operazione?

    È un combinato disposto di ipocrisia dall’alto e ipocrisia dal basso. La prima camuffa le questioni vere dietro diritti che non servono a nulla. La seconda viene dall’aver dimenticato l’avviso di Gramsci sulla necessità di capire, di studiare. Risultato: siamo un Paese di masse lobotomizzate.

    Ma chi ci vuole così?

    È un capolavoro di queste classi dirigenti. Se uno studia due giorni la relazione di Visco e ci fa su un tweet, si ritrova un pugno di visualizzazioni; Fedez e la Ferragni hanno 50 milioni di followers in due. Nel 900 l’operaio semianalfabeta aveva una cultura, anche politica, molto più alta di qualunque laureato di oggi.

    Cosa succederà quando il ceto medio si accorgerà che la transizione green lo avrà impoverito?

    Sarà tardi, è già tardi.

    Lei è pessimista, ma dovrebbe essere ottimista, visto che il Pd, da Veltroni a Letta, ha perso milioni di voti.

    Il problema è un altro: chi è al potere impedisce la nascita di un’alternativa. Le elezioni del settembre 2022 rispondono a questo schema. Sono state anticipate apposta per impedire alle forze vere del dissenso di farcela.

    È d’accordo con i 5 Stelle, visto che sono per il no alle armi?

    M5s alza la voce sulle armi, ma – attenzione – non sulle sanzioni. Dire sì alle sanzioni significa impedire il ritorno del gas a basso costo in Italia.

    (Federico Ferraù)

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    Predefinito Re: VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, fami

    https://www.ilsussidiario.net/news/visto-da-sinistra-marco-rizzo-schlein-e-la-destra-global-nemica-di-lavoro-famiglie-e-prime-case/2497618/

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    Predefinito Re: VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, fami

    Ragioniamo. Lei, uomo di sinistra, ha detto che Schlein “rappresenta perfettamente il mainstream del totalitarismo globalista e liberista costruito in questi anni”. O gli elettori di Schlein dicono di essere di sinistra ma non lo sono, oppure in questi anni è accaduto qualcosa che ancora gli sfugge.

    Il tema fondamentale sono i diritti sociali. Ma il Pd non li difende affatto, al contrario: li ha smantellati. Il conflitto tra capitale e lavoro è diventato conflitto tra mondialismo liberista e lavoro. La lotta di classe esiste ancora, ma non è più tra media borghesia e proletariato. Al posto della prima ci sono i grandi gruppi economici e finanziari che comandano il mondo e che opprimono i popoli. Chi non capisce questo, non capisce nulla. Oppure lo capisce benissimo e allora è complice.

    Dove va situata la svolta storica, l’opzione per il neoliberismo?

    Una parte della sinistra ha sposato queste idee in un amplissimo arco di tempo. Agnelli, che se ne intendeva, aveva ragione: solo un governo di sinistra può fare le migliori politiche di destra. Ma lo diceva già negli anni 70, quando nel Pci guadagnava spazio l’idea di svendere i diritti sociali a favore dei futuri “nuovi diritti”. Una linea che divenne vincente con la scelta di Occhetto di sciogliere il Pci. Alla fine degli anni 70 e poi negli anni 80 il Pci non era più un partito di classe e la Cgil non era più un sindacato di classe.


    E cosa stavano diventando?

    Un partito e un sindacato culturalmente molto simili al Partito radicale di Pannella, con la sola differenza che erano di massa. I dirigenti che hanno sciolto il Pc, da D’Alema a Fassino e Veltroni, sono quelli che hanno consentito al Pd di diventare ciò che è adesso.

    Schlein chiede “giustizia climatica”. Che cos’è?

    Il risultato di una confusione voluta tra inquinamento e clima. La lotta all’inquinamento è fondamentale, ma l’inquinamento nel mondo viene prodotto al 70 per cento dalle prime cento multinazionali. Il clima invece non sta cambiando per l’inquinamento, 50 milioni di anni fa la temperatura media della terra era di 8°C più alta di quella di oggi. Ci raccontano soltanto un sacco di balle.

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    Predefinito Re: VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, fami


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    Predefinito Re: VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, fami

    La meloni è un attimino piu' bella della Schlein...

  10. #10
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    Predefinito Re: VISTO DA SINISTRA/ Marco Rizzo: Schlein è la destra global,nemica di lavoro, fami

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    La meloni è un attimino piu' bella della Schlein...
    Questo è vero. Per il resto, vadano a cagare entrambe.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

 

 
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