Beh no, ci vogliono piastre di un certo livello.
Il suono analogico è diverso, me ne sono accorto pure io, che non ho un orecchio allenato, quando mi hanno fatto sentire alcuni brani da analogico e da digitale, uno dietro all’altro nelle due versioni, senza io sapessi quale era la fonte. Esclusa la musica rock/disco, ho sempre trovato più gradevole l’analogico.
Il disco in vinile è un mezzo meccanico, ogni volta che la testina passa appiattisce i microsolchi.
C’è poi da dire che oltre al tipo di fonte, che riguarda tutti i supporti, nel caso del vinile è importante la qualità dello stampo, della matrice. La matrice stessa si degrada ad ogni vinile prodotto.
Difficile che un vinile soddisfi i requisiti per essere considerata musica Hi-Fi.
Solo la TDK ha prodotto una cassetta da 3 ore. Con scarsissimo successo.
Questa cassetta aveva uno spessore del nastro, compreso lo spessore del supporto e dello strato magnetico ,di soli 6 μm. Era talmente sottile da essere semitrasparente, aveva problemi di robustezza, una meccanica un po’ vigorosa poteva strapparla, necessitava di doppie guide mobili sulle due bobinette ed aveva una pessima resa sonora, dovuto al fatto che le testine non erano tarate, ma anche usando piastre autoregolanti (tipo Nakamichi) risultavano parzialmente trasparenti dal punto di vista magnetico; riavvolto il nastro il supporto magnetico interagiva col sottostante.
I nastri di lunghezza massima considerati dagli audiofili erano da 90 minuti, con il progredire della tecnologia risultati analoghi si sono ottenuti anche con le cassette da 100/105 minuti.
Lo spessore del nastro da 60 minuti è 18 μm, quello da 90 minuti 12 μm, dopo si scende troppo con lo spessore: C120 9 μm, C150 7.2 μm.
Sostanzialmente d’accordo. Chi vuole un suono di alta qualità analogico cerca master, o registrazioni, su nastro in bobina.
Nacque per il fiorente, e ricco, mercato dei dittafoni.
Non fu tolta di mezzo intenzionalmente, in USA, il mercato di riferimento per volumi, si arrivarono a vendere quasi 450 milioni di CC (Compact Cassette) preregistrate all’anno, quando scesero a circa 30mila nessuna casa discografica continuò a produrle.
L’anno scorso negli States sono state vendute 470mila CC preregistrate ed in UK 200mila, in proporzione più che in USA.
@Halfshadow
Poi continua...