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    Predefinito Il meticciato tra messaggi subliminali ed espliciti intenti globalisti.

    Fonte accademianuovaitalia.it

    Autore Cinzia Palmacci

    Siamo a una visione caotica e delirante di un futuro che non si potrà mai realizzare senza il consenso del Popolo Europeo fiero delle proprie origini razziali
    Ai più attenti osservatori non sarà di certo sfuggito uno spot pubblicitario martellante che una nota marca farmaceutica di termometri per monitorare le possibilità di concepimento trasmette su tutte le reti televisive più seguite. Nello spot si vede un uomo dalla pelle bianca in ginocchio (posizione emblematica), che chiede alla sua compagna di colore di concepire un figlio. Un esempio piuttosto esplicito di spot pubblicitario (non l’unico), “schierato” a favore del meticciato e della mescolanza razziale che, “lapsus” politici a parte, dovrebbe indignare tutti gli europei che vedono minacciata la propria integrità razziale e non solo quella. E se qualcuno osa ancora tacciare di razzismo chi avverte il pericolo di vedere le proprie radici etniche vacillare a colpi di irresponsabili politiche di accoglienza e patetico buonismo, una rinfrescata alla memoria storica può aiutare a mettere le cose nella giusta prospettiva svelando alcuni retroscena che poco hanno a che fare con un “volemose bene”, ma molto con un’articolata e organizzata pianificazione di sottomissione globale.

    Già negli anni Trenta una cosa dovette risultare del tutto chiara a ‘chi di dovere’: fino a che fossero rimasti degli stati etnicamente/razzialmente ancora validi e più o meno omogenei, il programma talmudico di conquista mondiale (attraverso interposti lenoni/ruffiani/cristiani) sarebbe sempre stato in pericolo. Già dall’inizio degli anni Cinquanta, un rabbino ungherese poté fare una significativa dichiarazione, non certo sua personale, ma che rifletteva l’indirizzo di tutto il ‘popolo eletto’: “Vi posso assicurare che l’ultima generazione di bambini bianchi, o se no la penultima, sta nascendo adesso: le nostre commissioni di controllo favoriranno, nell’interesse della pace, il meticciato di bianchi con altre razze. La razza bianca scomparirà, perché la mescolanza di bianchi con negri significa la fine dell’uomo bianco, per cui il nostro più pericoloso nemico non sarà più altro che un ricordo. Entreremo così in un’era di mille anni di pace e prosperità, la pax judaica, e la nostra razza dominerà indiscutibilmente il mondo. La nostra superiore intelligenza ci permetterà, sicuramente, di conservare il nostro dominio su di un mondo di razze di colore.” Dei ‘precursori’ di questo tipo di idee non erano mancati. Il celebre massone Richard Coudenhove-Kalergi proponeva negli anni Venti una futura Europa di mulatti sotto egida ebraica, mentre Werner Sombart prevedeva, per il secolo XXI, che gli Stati Uniti d’America sarebbero stati popolati quasi esclusivamente da schiavi negri sotto la sferza di padroni ebrei – qualcosa di analogo, ma fuori dall’Europa. Ecco dunque il nuovo piano ebraico – assecondato, è chiaro, dai loro inservienti cristiani: quello del meticciato totale ossia ‘facciamo del mondo una sola famiglia’ si vede spesso negli striscioni appesi all’entrata delle chiese. Questo piano è portato avanti dalle istituzioni giuridiche internazionali post-1945, nonché dalle chiese cristiane con esse in relazione di sudditanza e collaborazione. Sergio Viera de Mello, amministratore delle Nazioni Unite nel Kosovo, ebbe a dichiarare il 4 agosto 1999: “… i popoli razzialmente puri sono un concetto nazista. Proprio contro questo concetto hanno combattuto gli alleati nella seconda guerra mondiale… È per lo stesso motivo che la OTAN/NATO ha combattuto in Kosovo… per impedire l’insorgere di un sistema di purezza etnica”. Il crollo dell’Europa per disfacimento razziale è certo una decisione definitiva presa dall’establishment puritanese-ebraico americano e di riflesso a Bruxelles, capitale dell’Europa/UE. Starà agli Europei, fino a che Europei in piedi ce ne saranno ancora, opporsi a questo piano. Naturalmente, il fatto del meticciato in Europa è strettamente legato a quello dell’immigrazione extracomunitaria e con la denatalità europea. Molto recentemente, l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa, un organo dell’UE) ha dichiarato che bisogna incrementare l’immigrazione, perché i nuovi immigrati saranno necessari come forza-lavoro dopo la ripresa dell’economia, raccomandando intanto che si dia assistenza a quelli che, già presenti in Europa, sono rimasti senza lavoro. Secondo Nick Farage esiste una manovra per fare entrare 50 milioni di immigrati africani nell’Unione Europea e all’uopo un ufficio collocamento è stato aperto nel Mali sin dal 2008. Secondo gli ‘economisti’ di Bruxelles, questi immigrati ci vogliono, entro il 2050, “per compensare il crollo demografico europeo dovuto alla denatalità”. Inoltre, in Europa ci sarebbero circa 8 milioni di clandestini, che secondo l’OCSE dovrebbero essere visti con un occhio di riguardo e certamente non espulsi. Anche se inizialmente furono pochi quelli che seppero identificare ciò che stava dietro le quinte dei movimenti migratori verso l’Europa provenienti dal Terzo Mondo, adesso non ci dovrebbero essere misteri di alcun genere. A riguardo, tre gli ‘argomenti’ più rappresentativi con cui gli immigrazionisti riescono ancora a ingannare parecchi sprovveduti, dei quali molti presenti in Italia: (a) “bisogna mantenere il livello numerico della popolazione europea che rischia di diminuire come conseguenza della denatalità” – non si vede proprio perché quel livello numerico deva essere mantenuto, soprattutto a costo di falsificare la popolazione dell’Europa; (b) “anche gli europei sono emigrati nel passato, adesso è doveroso aprire le nostre porte chi vuole emigrare”, chi è rimasto in Europa anche in tempi difficili non ha alcun dovere verso coloro che ‘accolsero’ (e qui ci si potrebbe dilungare) gli emigrati europei di altri tempi; (c) il più falso e sfacciato: “saranno gli immigrati terzomondiali a pagare le pensioni dei nostri vecchi, in mancanza di giovani autoctoni pagatori di tasse in numero sufficiente”, i versamenti al fisco di una esigua frazione degli extracomunitari non compensa il vuoto lasciato dagli autoctoni non nati, senza contare i mastodontici costi sociali e sanitari causati dalla presenza degli allogeni extracomunitari. Intanto, il traffico clandestino di migranti “nuovi schiavi” è divenuto un affare criminoso che, a livello mondiale, ha un gettito superiore a quello delle armi o della droga. Ma per i mondialisti nessun problema. Bisogna offrire l’opportunità a tutti i popoli di venire in Occidente per vedere riconosciuti i propri diritti, primo fra tutti quello alla felicità (ammesso che sopravvivano sfruttati in baracche fetide e fredde per pochi euro a giornata). Ma a chi viene a dirci che la società ‘multirazziale e multietnica’, cioè: la globalizzazione quindi, il facciamo di tutto il mondo una famiglia, si può rispondere con tutta certezza che la storia non è teleologica e a farla sono sempre gli uomini, finché ci saranno ancora uomini in piedi. E, in ogni caso, al giorno d’oggi i mezzi tecnici per liberarsi dagli allogeni e rispedirli indietro non mancherebbero bisognerebbe soltanto avere la volontà di usarli. Il lato più pratico e tangibile della collaborazione, da parte della Chiesa Cattolica postconciliare, con la volontà ebraica di globalismo e meticciato, è stato anche, forse, il più ‘naturale’ da parte vaticana e monoteista in generale. Questo è stato confermato anche dall’enciclica vaticana che sollecita una ‘vera autorità politica mondiale’, sussidiaria a un governo della globalizzazione concorde con quanto prospettato dalle Nazioni Unite; mentre all’ebreo Giuseppe Montini/Paolo VI viene riconosciuto il merito di avere accolto l’ideale cristiano di ‘un’unica famiglia dei popoli’ (‘facciamo di tutto il mondo una famiglia’). I cristiani devono favorire il processo di integrazione planetaria, rendendola prefiguratrice della città vera, senza barriere (popperiana ‘società aperta’). Più espliciti non si potrebbe essere, ma questo ha degli antecedenti: per esempio, il giubileo dell’anno 2000 fu chiuso da Karol Wojtyła/Giovanni Paolo II con un appello per fare dell’Europa un continente multietnico e multiculturale. I partiti di sinistra, in Europa, sopravvivono soltanto per inerzia, usufruendo del voto di vecchi habitué, ma in ogni caso la loro situazione è instabile; essi sono dei residuati, ‘intellettuali’ e burocratici del dopoguerra. La loro unica possibilità di sopravvivenza (cioè: di prolungamento del possesso di posti burocratici da parte delle corrispondenti nomenklature), a medio-lunga scadenza, è quella di scatenare una nuova ‘lotta di classe’ nella quale il ‘proletariato’ sarà costituito dagli immigrati di colore e la ‘borghesia’/’nemico teologico’ sarà l’europeo di razza bianca, per quanto povero egli possa essere. Perciò la sinistra politica attuale è lanciata a testa bassa verso uno sfrenato immigrazionismo terzomondiale. Ciò le sinistre portano avanti in parallelo con l’attacco contro la piccola e media industria e a favore dei dinosauri megaindustriali ma che, nella loro Weltanschauung di tipo ‘rivoluzione industriale’, rappresentano il passo intermedio fra la realtà fattuale e il Paese dei Balocchi di pinocchiesca qualità. Secondo l’appena menzionato Pier Luigi Bersani, l’industria (italiana) soffre di ‘familismo’ e di ‘nanismo’, mentre è proprio vero che la piccola industria, spesso familiare, manda avanti, al 70%, l’economia. In termini generali, la differenza fra sinistra/marxismo e ‘non-sinistra’, adesso come adesso, si riduce fondamentalmente al campo dell’immigrazione: la sinistra vorrebbe una valanga di immigrati di colore, indipendentemente dagli effetti sociali che questo fenomeno potrebbe avere per le genti autoctone; la ‘non-sinistra’ vorrebbe fermare o per lo meno limitare quella valanga. In questo contesto la sinistra fa letteralmente tutt’uno con i neocattolici. L’antico anticlericalismo di sinistra è completamente scomparso. Ci si può immaginare una futura fusione fra quella che adesso è la sinistra politica e i residui di quelle che ancora si autoqualificano chiese cristiane, per dare origine, nel campo del politico, a una ‘nuova sinistra’/’nuovo cristianesimo’, una creatura mostruosa intenta a diffondere un nuovo vangelo “riadattato”. Intanto la sinistra in Europa continua la sua missione di sempre come fattore destabilizzante a favore dell’‘Usrael’ (Usa/Israele). Nel 2000, l’ambasciatrice americana, tale Kathryn Walt Hall, in Austria ebbe la sfacciataggine di dichiarare, durante una sua conferenza all’università di Klagenfurt, che l’America non era d’accordo con le politiche di Jörg Haider e che l’Europa doveva cambiare la sua cultura per accomodarsi al globalismo e al multiculturalismo. Haider, governatore della Carinzia e leader dell'estrema destra, rimase vittima di uno strano incidente d'auto otto anni dopo, nel 2008. Haider, 58 anni, viaggiava da solo. Per cause mai ben accertate ha perso il controllo del veicolo, che è sbandato e si è ribaltato, finendo in una scarpata a circa dieci chilometri da Klagenfurt. Haider ha riportato ferite alla testa e lesioni interne ed è morto poco dopo. Per oltre 20 anni è stato un personaggio determinante per la politica austriaca anche se, dopo un periodo nell'ombra, era tornato sulla scena pubblica solo negli ultimi anni, facendo discutere tra l'altro per le sue tendenze xenofobe che avevano provocato l'intervento sanzionatorio da parte dell'Unione Europea. La sua formazione politica ultra-nazionalistica, l'Alleanza per il Futuro dell'Austria, alle ultime elezioni aveva ottenuto una forte affermazione. A dieci anni dalla scomparsa di Haider, l’Austria ha un nuovo leader di estrema destra: Sebastian Kurz, un giovane trentenne dalle idee molto chiare su cosa vuole, ma soprattutto su cosa non vuole fare del suo paese, e cioè un covo di disadattati e sprovveduti “estirpati” con la forza dai loro paesi d’origine per soddisfare il piano visionario di un’unica famiglia globale. Una visione caotica e delirante di un futuro che non si potrà mai realizzare senza il consenso del Popolo Europeo fiero delle proprie origini razziali.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito Re: Il meticciato tra messaggi subliminali ed espliciti intenti globalisti.

    Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa

    Fonte antimassoneria.altervista.org 13/03/2016

    Autori Giovanni Antonio Fois e Sergio Basile

    Europa – Il mondo economico e politico internazionale naconde uno scabroso retroscena, all’insaputa di tutti. Una questione scottante da trattare con le pinze e con il tatto dovuto, che ha da poco provocato l’arresto e la detenzione di Gerd Honsik, storico e poeta austriaco, colpevole di aver reso nota la vicenda attraverso le sue pubblicazioni. Questa storia è legata ad un oscuro personaggio e ad un nome, completamente sconosciuto all’opinione pubblica ma di grande importanza per le caste privilegiate di questa società. Questo nome, non dimenticatelo, è Richard Coudenhove Kalergi. Anche se nessun libro di scuola ne parla e la didattica tralascia deliberatamente l’argomento, quest’uomo è considerto uno dei padri fondatori del progetto UE, pioniere delle attuali politiche europeiste. Se non “il padre nobile” delle attuali perverse politiche comunitarie.


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    Il Messia dell’unità europea e del Paneuropeismo
    Una sorta di Messia per i vertici del capitalismo internazionale che nel corso degli anni hanno dimostrato di aver sposato a pieno la causa del conte austriaco. Nato a Tokio nel novembre del 1894, Kalergi può essere considerato il padre fondatore dell’Unione Paneuropea ed il primo ad aver proposto il progetto di un’Europa unita. Per questo motivo la sua figura è ancor oggi osannata dal mondo economico internazionale ma pochi conoscono i veri motivi che spinsero Kalergi alla formulazione delle sue tesi. Andando a spulciare sul web su wikipedia e altri network, questo astuto politico austriaco, viene dipinto esclusivamente come un uomo di eccellenti doti comunicative, capace di attirare le attenzioni politiche e finanziarie internazionali, ricalcando la falsa riga dello stereotipo dell’eroe-imprenditore, tanto in voga nel ventunesimo secolo. Viene citato il Premio Carlo Magno, vinto dallo statista nel 1950 e vengono tirate in ballo un paio di opere (”Pan-Europa. Un grande progetto per l’Europa unita”, e ”Gli Stati Uniti e l’unità europea”).
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    La Bibbia di Kalergi – “Praktischer Idealismus”
    Tuttavia non c’è traccia dell’opera principale di Kalergi, che denota a pieno la personalità del politico e che può essere considerata il suo testamento filosofico. Questo libro, titolato ”Praktischer Idealismus” (idealismo pratico) è tuttoracensurato in Germania e non risulta aquistabile e disponibile in nessuna libreria, nè nuovo, nè usato. Strano davvero! La rivista tedesca ”Unabhängige Nachrichten” (indipendent news), intorno ai primi anni Novanta, ha annunciato la pubblicazione di una sintesi del libro, facendo infuriare le autorità che hanno immediatamente proceduto alla confisca dell’unica copia stampata dall’editore. A partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, una foltissima parte della letteratura internazionale venne fatta sparire, e l’opera di Kalergi è chiaramente finita nel mucchio. Erano tante infatti le affermazioni diventate ormai scomode, legate ad un tipo di cultura considerata superata. Il dibattito verteva su due fronti contrapposti di approcci sociali, psicologici, politici.
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    La Teoria delle Razze e la Teoria dei Popoli
    Da una parte la teoria delle razze, dall’altra la teoria dei popoli. In realtà la prima teoria viene erroneamente affibiata alla fantasia dei tedeschi e dell’elite nazionalsocialista. I veri precursori furono invece inglesi ed americani, che appoggiarono palesemente queste teorie almeno fino ai primi anni ’20, quando il quadro europeo cominciava a cambiare, vedendo nascere le prime dittature europee. Tuttavia, sul finire del secondo conflitto mondiale, la necessità di condannare pesantemente gli sconfitti e di dare una nuova visione del mondo ai popoli, reduci da una guerra cosi disastrosa, fece propendere gli Alleati verso la seconda teoria, almeno ufficialmente.
    1922 – Fondazione del “Movimento Paneuropa” e “Nuovo Ordine Mondiale”
    Kalergi muovendosi dietro le quinte del “teatro europeo”, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto mondialista di unificazione continentale. un passo fondamentale fu dato nel 1922, quando Kalergi fonda a Vienna il movimento “Paneuropa”, puntando nettamente all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Mondialismo puro basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti e fortemente appoggiato dal Regno Unito di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e della stampa statunitense di regime.

    Il “Piano Kalergi” per la Paneuropeizzazione del Vecchio Continente
    Kalergi, muovendosi dietro le quinte del “teatro europeo”, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto mondialista di unificazione continentale. Un passo fondamentale fu dato nel 1922, quando Kalergi fonda a Vienna il movimento “Paneuropa”, puntando nettamente all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Abbiamo altresì detto che la “Bibbia” o “Testamento Spirituale” di Kalergi sia l’opera titolata ”Praktischer Idealismus” (idealismo pratico), dove egli teorizza la nascita di una nuova razza europea meticcia, nata dalla fusione di più razze d’origine afroasiatica e dalla dissoluzione dei popoli e delle loro tradizioni: usi, costumi e religioni. Condizione necessaria per creare una massa informe e facilmente addomesticabile, poiché priva di identità comune e spirito di patria. Una nuova razza capace di affermare il predominio incontrastato di una nuova élite di dominatori, che l’autore/statista individua nella razza ebraica. Kalergi è dunque il messia di un mondialismo puro basato su una “Federazione di Nazioni” guidata dagli Stati Uniti e fortemente appoggiato dal Regno Unito di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e della stampa statunitense di regime.
    Le Basi Kalergiane del progetto Europeista In realtà il progetto europeista, che si proclama antirazzista, alla luce di queste scoperte possiamo comprendere come sia colmo di linee guida paragonabili a quelle delterzo reich. ‘’L’uomo del futuro sarà un misto razziale’’, afferma lo statista, palesando una prospettiva d’azione a dir poco confusa. “Oggigiorno, razze e classi sono gradualmente destinate a scomparire per gli effetti di spazio, tempo e pregiudizi”. La razza del futuro – dichiarò Kalergi – è negroeurasiatica, simile in apparenza agli antichi egizi. Essa rimpiazzerà la diversità dei popoli e la diversità dei singoli’’. Una dichiarazione delirante che sosteneva il rimpiazzo degli ordini odierni, con un melting pot razziale, facilmente soggiogabile dai vertici politici e finanziari internazionali. Kalergi parla espressamente di “una nuova subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale (…) e con una molteplicità di personalità”. Per Kalergi era dunque necessario “incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’élite al potere”. Ma c’è di più: il politico austriaco individua oltre a questa classe di “dominati” anche la classe eletta alla quale spetterà il compito di tiranneggiare. Secondo quanto sostenuto da Kalergi, infatti, ‘’Il giudaismo è il seno dal quale sorge una nuova aristocrazia europea. Il nucleo – continua Kalergi – attorno al quale si raggruppa l’aristocrazia dell’intelligenza’’. Queste furono le frasi sconcertanti che ancor oggi sorreggono il progetto d’unificazione europea.

    Il “Piano Kalergi” secondo lo Storico Gerd Honsik

    Secondo le ricostruzioni dello storico Gerd Honsik – dunque – “Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘élite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite. Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca – nota osserva Honsik – deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa. I politici del suo tempo a quanto pare gli diedero ascolto e le potenze occidentali si basarono sul suo piano, promuovendolo e finanziandolo: da allora il multiculturalismo è quasi diventato un indice di progresso da perseguire ad ogni costo, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.

    Un personaggio occultato tra le pieghe della storia

    Fino ad oggi nessun mezzo d’informazione si era spinto a tanto, ma l’Osservatorio Nazionale Indipendente “Qui Europa” ha voluto indagare a fondo su questo nome. Il fatto che l’unica sezione di wikipedia che trattasse l’opera ”Praktischer Idealismus” fosse quella danese, ha fatto nascere la curiosità di scoprire quali fossero le tesi di fondo della neo politica paneuropea, dopotutto la verità su questi scritti è tanto danese quanto italiana! Il “Kalergi-pensiero” ha visto venir fuori tanti paradossi che ci hanno posto e ci pongono innanzi agli occhi la realtà in cui viviamo. Un mondo governato da paladini della giustizia e dell’antirazzismo che mettono in atto il piano più criminoso mai realizzato nella storia, assieme – evidentemente – al nazismo ed al comunismo.
    Un’utile chiave di lettura delle false “Primavere Arabe”
    Noi stessi, rimanendo all’oscuro di questi retroscena, ci rendiamo complici del sistema in cui viviamo, colmo di sentimenti nobili che non hanno poi riscontro nel quotidiano, costretti a dover sottostare ai loschi voleri dei poteri forti. In tutto ciò, dunque, l’immigrazione di massa – fomentata tra l’altro dall’infuriare del neocolonialismo occidentale delle false e pretestuose “Primavere arabe” in Africa e Medioriente (come provato in centinaia di articoli e dozzine di video pubblicati) – ci viene presentato come un fenomeno inevitabile, spontaneo e “normale”.
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    La Terzomondializzazione programmata dell’Europa
    Ma d’altra parte, a ben vedere, il fenomeno in esame sta alla base anche dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere indiscriminatamente milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Anziché favorire lo sviluppo ed il progresso delle loro terre di origine, rese – per contro – colonie occidentali da sfruttare ad esclusivo uso e consumo delle élite occidentali. Un’ Europa frattanto paralizzata da crisi economiche indotte e dall’assenza di politiche per la famiglia e pertanto costretta alla denatalità. Secondo un rapporto ONU diffuso nel gennaio 2000 (“Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento”) l’Europa necessiterebbe entro i prossimi 12 anni di 159 milioni di immigrati. Quasi come se i grandi burattinai avessero già previsto la soglia di crescita della popolazione europea: segno che in Europa non si vogliono adottare politiche per la famiglia per pura e semplice strategia. Altrimenti con politiche idonee che bisogno ci sarebbe di tali sconvolgimenti geopolitici? Fenomeni indotti e forzati protesi a mischiare – evidentemente – le culture ed a snaturare completamente i popoli europei. un qualcosa di strategicamente e subdolamente premeditato e non frutto del caso o di normali processi geopolitici. Ma – ci chiediamo – cosa resta di un popolo se si cancellano tradizioni, religione e cultura? Ovvio! Una massa informe ed acritica facilmente governabile. Tale concetto trova piena sintesi in una dichiarazione di G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare – ha dichiarato Chisholm – è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale”. Parole che lasciano davvero a bocca aperta ed attoniti.

    Dalle Nazioni alla CECA, a un Organismo Sovranazionale
    Il suo disprezzo per il governo popolare, Kalergi, lo manifestò in una frase del 1966, nella quale ricordava la sua attività del dopoguerra: “I successivi cinque anni del movimento Paneuropeo furono dedicati principalmente a questa meta: con la mobilitazione dei parlamenti si trattava di forzare i governi a costruire la Paneuropa”. Un passo decisivo fu dato con la nascita della CECA: aiutato da Robert Schuman – ministro degli esteri francese – Kalergi riuscì ad assegnare la gestione della produzione di acciaio, ferro e carbone ad una sovranità sovranazionale. Il tutto sotto la direzione di personaggi assolutamente non eletti: i cosiddetti commissari europei. Non a caso Kalergi fu il primo a cui fu assegnato il premio europeo “Carlomagno”. strinse amicizia anche con gli altri cosiddetti “padri” dell’Europa unita, tra i quali Alcide De gasperi e Conrad Adenauer.

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    Il Premio Coudenhove-Kalergi a Merkel e Van Rompuy
    Basta guardarsi intorno un momento – gettando anche lo sguardo al di là del Mediterraneo – per capire come oggi, lo spirito kalergiano, evidentemente non continua solo nelle teorie o nei fatti compiuti, ma anche in precisi fatti ed azioni di riconoscimento delle “gesta” di particolari personaggi. Segno inequivocabile del legame indissolubile tra l’idea e la pratica. In suo onore, infatti, è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli “europeisti” (o paneuropeisti?) che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo folle piano. Tra di loro – guardacaso – a riflettori e telecamere spente troviamo nomi emblematici: Angela Merkel ed Herman Van Rompuy. Entrambi nel mese di Novembre 2012 denunciati da una coppia tedesca per crimini contro l’umanità. La Società Europea Coudenhove-Kalergi, in particolare, ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010, mentre a Herman Van Rompuy (Presidente del consiglio europeo) il premio 2012. Una grande coerenza! Non c’è che dire!
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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