“Il Fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei “Cento Neri”, completo già all’inizio del 900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio. “Maurizio Blondet in <Complotti> (Il Minotauro, Milano, 1996, pag.83). “Si può considerare l’Unione del Popolo Russo di Dubrovin, fondata nel 1905, come il primo partito fascista”Thomas Sthaler <Fascismo- Fascismi-Nazionalsocialismo> (Idee in Movimento, Genova, 2006, pag.9)

Chi scrive, per quel che ha letto del fenomeno in questione, non si sente di far proprie totalmente queste opinioni di studiosi sempre interessanti, se quello che scrivono il Blondet e lo Sthaler pare esagerato è pur vero che la Russia negli ultimi anni del regime zarista vide sorgere movimenti riconducibili a quella che è definita “destra radicale” che vennero, in seguito considerati da alcuni storici come “proto fascisti”, movimenti comunemente noti come <Cento Neri> (o anche <Centurie Nere> 1) Si tratta di gruppi che F.L.Carsten (<La Genesi del fascismo> Baldini e Castoldi, Milano, 1970, pag.57) definiva di “nuova destra” nemici egualmente di liberalismo e di socialismo nonché solitamente avversi agli ebrei. A proposito di codesti movimenti in Russia scriveva M.Agursky (<La Terza Roma>pag. 188): “.. l’estrema destra radicale russa non costituiva un movimento monolitico e comprendeva diversi gruppi monarchici e nazionalisti che in parte si erano formati spontaneamente e in parte, erano stati organizzati dall’alto …..Fra questi gruppi regnava un vivo antagonismo” (2 )

Ricordiamo tra i vari gruppi l’Unione dei Russi, il Partito Monarchico Russo, la Società per la Lotta contro la Rivoluzione, l’Aquila Bicipite Bianca etc.

Possiamo qui riportare il programma del Partito Nazionalista Russo reso noto il 25 X 1909 “I unità dell’Impero, protezione dei Russi in ogni parte dell’Impero e la Russia per i Russi. II Lealtà sia all’autocrazia che alle istituzioni rappresentative. III Sviluppo della Chiesa Ortodossa, specialmente nei villaggi. IV Miglioramento della situazione economica dei contadini e sostegno alla proprietà privata dei contadini, V Indivisibilità della proprietà privata. VI Diritto al lavoro. VII Sviluppo del governo locale in Russia per proteggere i Russi nelle aree dove sono in minoranza. VIII Opposizione all’eguaglianza dei diritti per gli ebrei. IX Pianificazione nazionale per industria ed agricoltura. X Sviluppo nelle scuole dell’autocoscienza nazionale russa.”

Come scrive lo Shenfield (<Russian fascism,…>pag30) “La creazione di codeste organizzazioni che non a caso coincise con le sollevazioni.. del 1905, segna un inizio radicalmente nuovo per i conservatori russi” che in precedenza avevano respinto ogni ipotesi di politica <di massa> come attività spregevole e sovversiva, ma che erano ora giunti a vedere la necessità di formare un contrappeso alle sinistre liberali e socialiste. Tali iniziative aiutate da una parte e ostacolate dall’altra dall’ufficialità zarista poterono avere un relativo successo.”
Il più importante di codesti movimenti fu senz’altro l’Unione del Popolo Russo(Soiuz Ruskogo Narodna) partito che, sorto in reazione alla sconfitta del 1905 nella guerra contro il Giappone (3) e dei moti rivoluzionari che ne seguirono, si proponeva di mobilitare anche dei settori delle classi lavoratrici in difesa dell’autocrazia zarista. All’UPR furono favorevoli ambienti che guardavano con timore alla progressiva industrializzazione del paese e paventavano una colonizzazione della Russia da parte del capitalismo internazionale. In tale movimento, come si è detto, confluirono gruppi sorti in precedenza su posizioni analoghe e ad esso facevano capo gruppi di attivisti denominati<Cento Neri> termine che passò poi a indicare tutta l’estrema destra zarista nel suo insieme. Gli attivisti dei <Cento Neri>(ad Odessa agirono squadre di <Camicie gialle>) vengono ricordati per lo più per la loro partecipazione alle violenze antiebraiche i cosiddetti <pogrom>(4). Non dimentichiamo che fu in codesti ambienti che fecero la loro apparizione i famigerati<Protocolli dei Savi Anziani di Sion> un documento sulle cui origini, e sui cui autori, riteniamo non sia ancora stata fatta piena luce. Uno dei loro slogan,che ritroveremo poi mutatis mutandis in molti paesi era<La Russia ai Russi> Gli attivisti delle Centurie Nere avrebbero anche giustiziato due deputati del Partito Costituzional Democratico (i <Cadetti>):Grigori B.Iollos e Mikhail Herzenstein, il loro periodico <Russkoe Znamya> si sarebbe allora vantato del fatto dispiacendosi che solo due ebrei (i due deputati) fossero periti in tale crociata contro la sovversione!

Riprendiamo dallo Shenfiels <Russian Fascism..> (pagg30-31) “Uno sguardo sulle idee e gli scopi dell’UPR ci è fornito dal programma adottato dal movimento nel 1906. Il primo punto affermava la lealtà al trono affermando che il Manifesto (riformatore) del 17 X 1905 e la conseguente formazione della Duma non avevano abolito l’autocrazia o limitato in qualsiasi modo le sue prerogative. Il secondo ribadiva la lealtà verso la Chiesa Ortodossa Russa e affermava la missione cristiana della Russia di inaugurare il Regno di Dio sulla Terra, regno di fede, amore, bene e giustizia. Il sesto punto rifletteva l’idea di monarchia popolare <il sistema dei burocrati ha nascosto al popolo il luminoso volto dello Zar e perciò deve essere del tutto mutato>. Grande attenzione era dedicata alla <questione ebraica> e il XIV punto ne invocava una soluzione <umana> con l’espulsione degli ebrei verso la Palestina, dove essi avrebbero potuto creare un loro stato con l’aiuto russo”.In effetti, i <Cento Neri>miravano a indurre, anche con maniere “non buone”gli ebrei ed emigrare verso la Palestina, il che come si è poi potuto vedere non avrebbe risolto del tutto certi problemi!

Scrive lo Shenfield (pag.31) “Nell’ambito dell’UPR si possono distinguere due tendenze: una reazionaria mirante a restaurare un passato ormai scomparso, e una conservatrice che cercava di salvare ciò che ancora poteva essere salvato. In entrambi i casi, gli aderenti si sforzavano di raggiungere i loro obiettivi, non tanto direttamente grazie alle loro attività, quanto indirettamente tramite l’influenza che cercavano di esercitare sullo Zar, Essi speravano di incoraggiare il monarca a resistere alle pressioni provenenti da altre direzioni, mandandogli un messaggio secondo cui l’<autentico popolo russo> gli rimaneva leale, ma al contempo facendogli conoscere anche le reali necessità del popolo stesso” . Essi vennero a trovarsi nella paradossale situazione di dover intraprendere una azione pubblica indipendente allo scopo di rimettere un potere autocratico nelle mani del monarca.” Insomma più <realisti>del re!
Per dare un’idea delle posizioni dell’UPR citiamo anche alcuni punti da una petizione elaborata al Congresso di Odessa delle sezioni della Russia meridionale del movimento tenutasi nell’Ottobre 1908:<1) Cacciare gli ebrei dall’esercito, giacchè agiscono su di esso in modo pernicioso e distruttivo, come hanno dimostrato le sommosse negli eserciti.-2) Reprimere l’insolente stampa ebraica che denigra tutto ciò che è russo….-3) Non accettare in nessun servizio statale, civile, cittadino e amministrativo degli ebrei per fede e per origine, e allontanarne quelli che adesso vi si trovano, perché non si profili un non lontano futuro in cui a dirigere il popolo russo saranno gli ebrei.-4) Vietare alle banche statali di sostenere le istituzioni creditizie ebraiche che sono causa di rovina del ceto commerciale e imprenditoriale russo, e alle altre istituzioni ordinare di non dare agli ebrei assolutamente nessun appalto o fornitura.-5) Non permettere agli ebrei di possedere farmacie. 6) Ripulire la scuola russa dall’elemento ebraico e dagli insegnanti e professori che hanno tradito al giuramento e si sono venduti ai capitali ebraici.-7) Cacciare gli ebrei dai villaggi…..del pari non permettere la residenza degli ebrei nelle zone in cui si trovano fortezze e nelle città portuali.> Ma, nello stesso documento, altri punti indicavano il programma sociale dei nazionalisti:<1) Promulgare una legge sulla concessione di terre a quei contadini e piccoli borghesi dei villaggi che ne sono sprovvisti e sono occupati nell’agricoltura.-2) Promulgare leggi severe sul divieto di fare incetta di grano e di comprare i raccolti direttamente dai contadini.–3)Regolazione dei prezzi di affitto della terra per evitare casi di speculazione.-4) Costruire in tutti i villaggi scuole profesionali-5)Accelerare l’acquisto della terra da parte dei contadini attraverso la Banca dell’agricoltura-6)Migliorare l’esistenza e le condizioni materiali dei piccoli borghesi-.7)Ingiungere alla Duma nazionale di mettere al primo posto la questione agraria alla cui risoluzione la Duma si sottrae-8)Ordinare alla Duma di accelerare la revisione della questione operaia.>

Il francese F.Duprat (<Un proto-fascisme russe. L’Union du Peuple Russe>in <Revue d’Histoire du Fascisme<N.16 Aprile_Maggio1976) scriveva: L’U.P.R,pur difendendo energicamente lo Zar, la Chiesa Ortodossa e l’autocrazia ammetteva che le rivendicazioni sociali del proletariato urbano e delle masse contadine fossero in gran parte giustificate. Radunati intorno al Dott. Dubrovin, i militanti più radicali. si dichiaravano favorevoli ad una seria riforma agraria e ad una sorta di stato corporativo. Il movimento riscosse larghi successi in importanti settori della piccola borghesia, tra i commercianti e gli operai ancora fedeli alla chiesa, mentre i suoi dirigenti venivano reclutati nei ceti superiori della società: proprietari terrieri, avvocati, grossi mercanti, ingegneri ed ex ufficiali.”(si veda in nota un’opinione un poco differente a questo proposito del Nolte)
Sul piano parlamentare l’UPR fu presente nelle successive Dume(parlamenti)elette negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, il partito, infatti, seguiva la “via parlamentare”nonostante fosse alquanto critico nei confronti dell’istituzione parlamentare in se stessa, la percentuale dei voti ottenuta dal movimento variò dal 5 al 10%.al suo apice avrebbe contato circa 350.000 membri. Nel periodo della “terza Duma”(1907-1912) L’Unione del Popolo Russo si schierò a difesa del <Mir>, la tradizionale comunità contadina russa, venendo così a scontrarsi con il famoso primo ministro A.Stolypin le cui riforme, a detta di alcuni,se fossero state completate(come è noto lo Stolypin cadde vittima di un attentatore) avrebbero, forse, potuto risparmiare alla Russia le successive tragedie. Peraltro, nello stesso periodo, il movimento ebbe a soffrire di una grave crisi: l’ala più nettamente nazionale populista capeggiata dal Dubrovin si separò formando un Partito del Popolo Russo che, però, non ebbe molto successo; da parte sua il grosso dell’UPR sotto la guida del Markov si riavvicinò alle fazioni della destra conservatrice ammorbidendo il proprio programma.

Scriveva il Duprat (op.cit) “Dalla sua nascita alla scissione il movimento aveva avuto una sua ala radicale che si voleva partito di rinnovamento politico e di liberazione sociale…. insistendo sulla necessità di una profonda riforma agraria e sulla conservazione delle comunità organiche contadine basate sull’istituzione tipicamente russa del MIR”Così “rifiutando la scelta radicale e riducendosi a semplice ausiliario del governo imperiale, il partito a partire dall’eliminazione del Dubrovin nel 1909, sacrificava tutte le sue possibilità politiche.” Inoltre, continuava il francese “Da parte sua l’abile Stolypin seppe giovarsi della mancanza di coesione dell’UPR per distruggerla dall’interno.. e provocò con le sue manovre la spaccatura avvenuta durante la crisi del 190 egli riuscì così’ a sbarazzarsi dell’ala radicale del movimento…privata di questa, l’UPR si confinò da allora,in uno sterile conservatorismo,facendosi notare solo per il suo antisemitismo anch’esso ormai privo di contenuto economico e sociale e perciò differente da quello che il movimento aveva manifestato nella prima fase della sua esistenza.”
Tra i principali esponenti dell’UPR possiamo ricordare : Nikolai Y.Markov Vladimir Mitrofanovich Purishkevich e A.I.Dubrovin
. Nikolai Yevgeneyevich Markov nacque nel 1866 a Kursk da una famiglia di proprietari terrieri, divenne ingegnere ed entrò in politica nel 1905 formando un gruppo per la difesa della borghesia: il Partito dell’Ordine Civile, dopo aver aderito all’Unione del Popolo Russo ne divenne uno dei più affermati dirigenti, deputato alla Duma si rese famoso per i suoi attacchi sia al socialismo che al capitalismo e per il suo antisemitismo, egli credeva sia all’esistenza di un complotto ebraico-massonico sia alle accuse di omicidio rituale rivolte alle comunità ebraiche (accuse che dopo gli studi del Toaff apparirebbero non essere sempre state “campate in aria”). In anni seguenti,esule in Germania, non avrebbe mancato di sottolineare le somiglianze che ,a suo dire,ma non a quello di vari storici,vi sarebbero state tra l’Unione del Popolo Russo ed il Movimento Nazionalsocialista. Nel 1911 chiese l’esclusione degli ebrei dalle forze armate russe. Nel 1910,in seguito all’uscita dal partito del Dubrovin e dei suoi seguaci divenne leader del partito, tra le sue richieste figurava anche la restaurazione dell’assolutismo. Durante la guerra mondiale fu favorevole ad una pace separata con la Germania e tentò di coinvolgere i tedeschi in un fantomatico complotto mirante a salvare i Romanov.
Dopo il trionfo dei comunisti fuggì in Germania dove fondò, tra gli emigrati russi, l’Unione Monarchica Russa, mirante all’ascesa al trono del Principe Cirillo la cui moglie Viktoria Feodorovna era in contatto con il Generale Erich Ludendorff che allora veniva ritenuto il capo dei nazionalisti radicali tedeschi. Ammiratore del Fascismo italiano,il Markov fu coinvolto nell’assassinio dell’uomo politico costituzional democratico Vladimir D.Nabokov (se ben ricordo padre dell’autore del famoso romanzo <Lolita>). Divenuto il suo antisemitismo sempre più radicale, si avvicinò alla fine degli anni venti al Partito Nazional Socialista e svolse attività di conferenziere. Morì a Wiesbaden il 25 IV 1945
Vladimir Mitrofanovich Purishkevich (18 VIII 1870-1II1920)era nato in una famiglia di nobili impoveriti in Bessarabia, si laureò all’Università di Odessa sulle ribellioni aristocratiche nell’antica Grecia. Dopo aver partecipato alle attività della< Russkoe Sobranie>(Assemblea Russa) Nel 1905 fu tra i fondatori dell’Unione del Popolo Russo di cui divenne vice-presidente .In seguito a una scissione nel 1908 fondò una propria organizzazione l’Unione dell’Arcangelo Michele, fu eletto deputato nella II,III e IV Duma. Alle riunioni parlamentari amava presentarsi con un fiore rosso nelle abbottonatura dei calzoni per irridere alle sinistre: probabilmente mirava a screditare ulteriormente l’istituzione parlamentare anche tenendovi un comportamento bizzarro, per spiegare la sua posizione nel parlamento avrebbe detto “alla mia destra vi è soltanto il muro”.Tra l’altro chiedeva il confino degli ebrei in zone remote, l’abolizione della Duma e la riforma delle leggi in senso autoritario. Tuttavia non lo si potrebbe liquidare come un volgare reazionario: denunciava la decadenza delle classi dirigenti russe e, anche per evitare rivolte, era favorevole al miglioramento delle condizioni di vita dei contadini L’Unione dell’Arcangelo Michele da lui fondata si dimostrava più pragmatica dell’UPR e sostenne le riforme dello Stolypin .
Durante la prima guerra mondiale il Purishkevich lasciò l’attività politica per dirigere un treno ospedale al fronte. Nel 1916 si unì al principe Felix Yusupov in una congiura volta a uccidere il famigerato santone Rasputin il cui ruolo a corte si riteneva,screditasse la monarchia e indebolisse lo sforzo bellico russo, non essendo morto il santone del veleno che i congiurati gli avevano propinato, sarebbe stato proprio il Purishkevich a colpirlo con la propria rivoltella .Dopo la rivoluzione del Febbraio 1917 chiese inutilmente il divieto dei Soviets, nell’ottobre organizzò a San Pietroburgo un <Comitato per la Salvezza della Patria>cui si affiliarono specialmente dei militari. Nel Novembre il Purishkevich venne arrestato dalle Guardie Rosse per la sua partecipazione ad un complotto contro rivoluzionario: era stata scoperta una sua lettera al Generale Kaledin in cui lo sollecitava a venire a San Pietroburgo con i suoi cosacchi per ristabilire l’ordine Prima vittima dei tribunali bolscevici venne condannato a 4 anni di prigione,venne però amnistiato nel Maggio seguente dopo esser stato costretto a promettere di non occuparsi più di politica. Fuggì invece nella Russia meridionale controllata dagli Eserciti <Bianchi> antibolscevici, qui diresse il foglio monarchico <Blagovest>e, nel 1920, fondò un Partito dello Stato del Popolo, ma nel lo stesso anno morì di tifo a Novorossiysk(5)
Alxander Ivanovich Dubrovin (1855-‘?), medico, abbandonò la sua professione per darsi alla politica iniziando col contrastare le tendenze liberali che vedeva insinuarsi nell’aristocrazia russa, fondò un movimento l’<Assemblea Russa> che fece poi confluire nell’UPR di cui divenne uno dei dirigenti, Convinto che vi fosse una congiura giudaico massonica mirante al rovesciamento della Monarchia fu tra gli istigatori dei progrom compiuti dalle Centurie Nere giungrndo a chiedere l’espulsione degli ebrei dalla Russia. Riuscì ad acquisire un certo seguito tra i contadini, la piccola borghesia e il lumpenproletariat. Nonostante fosse un fautore dell’assolutismo sedette sui banchi parlamentari dopo aver organizzato una fallita azione di boicottaggio nei confronti della III Duma. Oltre che ad aver fomentato i pogrom fu sospettato di aver organizzato l’uccisione di un altro deputato.
Nell’ambito dell’UPR il Dubrovin era il capo di una fazione estremista che si esprimeva nel foglio <Russkoe znamya> che andò a costituire un gruppo dissidente quando nel 1910 il partito cadde sotto la direzione del Markov. Il Dubrovin mancava delle doti necessarie a un leader e il suo gruppo si ridusse ben presto a poca cosa. In fondo le sue vicende riflettono quelle dell’UPR: questo partito si avvicinò all’obiettivo di diventare un movimento di massa sfidando l’esclusivismo e il conservatorismo sociale dei sostenitori dello Zarismo, ma non riuscì a diventare ciò che avrebbe potuto essere, il che ridimensiona anche il suo ruolo come “precursore” del fascismo. La fine del Dubrovin è ancora avvolta nell’oscurità: il 21 X 1920 fu arrestato a Mosca dalla Cheka e accusato di aver organizzato i pogrom ed uccisione nel periodo 1905-1917,secondo P.Rees <Biographical Dictionary of the Extreme Right…> sarebbe stato fucilato nel Novembre 1918, mentre, secondò altri, sarebbe riuscito a sopravvivere fino alla fine degli anni 20.
L’UPR pubblicava vari fogli tra cui <Znamya>(La Bandiera), <Russkoye Znamya>(La Bandiera Russa), <Kolokol> (La Campana) etc.
Scoppiato il Primo Conflitto mondiale, il movimento nazionalista sostenne lo sforzo bellico anche se, in precedenza, non erano mancate, in seno all’UPR, tendenze favorevoli a un’alleanza con la Germania imperiale ed ostili a Francia, Gran Bretagna e Cina (6):l’Agursky, peraltro.(op.cit.pag.257) ricorda il caso di una esponente dell’Unione Varvara Stefanova Desobki (la quale, caso non raro in quei tempi, sarebbe stata anche un’agente della Okhrana la temuta polizia segreta imperiale) che, durante la guerra, rivolgendosi agli operai delle fabbriche Putilov avrebbe sostenuto che il conflitto veniva combattuto per i soli ed esclusivi interessi della borghesia.
La rivoluzione del Marzo 1917 colse di sorpresa l’UPR che si dimostrò incapace di organizzare la benché minima azione in difesa dell’ormai screditata monarchia e, in pratica, si dissolse. Nei tormentati mesi che precedettero l’insurrezione di Ottobre ed il trionfo dei bolscevichi, elementi nazionalisti militarono nei gruppi patriottici che chiedevano il proseguimento della rovinosa e suicida guerra contro gli Imperi Centrali, taluni presero parte all’abortita sollevazione contro rivoluzionaria del Generale Kornilov. Nella successiva guerra civile tra <Rossi>e <Bianchi> elementi provenienti dalla ormai defunta UPR parteciparono alle vicende militari e politiche dei vari gruppi anticomunisti, spesso divisi tra loro da suicide rivalità, un certo favore nei loro confronti lo avrebbe mostrato il Generale Wrangel uno dei più noti condottieri dei <Bianchi>
Possiamo cogliere molte interessanti suggestioni dal citato volume di Mikhail Agursky <La Terza Roma – il nazionalbolscevismo in Unione Sovietica>
A pag.191 leggiamo: “..ponendo a confronto l’ideologia dell’estrema sinistra e quella dell’estrema destra, ci si trovano davanti somiglianze che sorprendono e stupiscono: 1-Nell’ideologia dell’estrema destra c’era una critica violenta del capitalismo, di cui, tuttavia, erano fatti soggetti responsabili soprattutto gli ebrei; e anzi, il capitalismo era detto essere invenzione in tutto e per tutto, ebraica” Esponenti dell’UPR “ce l’avevano con i grandi del commercio e dell’industria e invocavano provvidenze a favore dei lavoratori e degli artigiani russi” 2 Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra avversavano il metodo parlamentare. 3.” “destra e sinistra odiavano come loro principali avversari i liberali”-“4- “entrambe coltivavano l’idea che si dovesse ricorrere alla violenza politica.” “5 Destra e sinistra cercavano il consenso in uno stesso strato sociale. La base più importante di consenso era per l’estrema destra il mondo del lavoro. E la sezione che l’UPR aveva nella celebre fabbrica Putilov era anche la sua cittadella a Pietroburgo- 6 Destra e sinistra avevano simiglianti orientamenti in politica estera”.
E a pag.193 “La virtualità di sinistra che era insita nell’estrema destra radicale trovò conferma .. anche nelle considerazioni di un ex marxista russo di un certo nome,-Petr Struve- che nel 1909 disse essere l’UPR un partito socialista rivoluzionario alla rovescia” Sul piano della tattica politica vi furono dei casi in cui i dirigenti dell’Unione diedero istruzione ai loro seguaci di votare per i candidati delle sinistre pur di sconfiggere quelli liberali(pag.194) ”Non stupisce che in <rossi>vedessero nell’estrema destra non solo degli avversari ma anche un possibile serbatoio di voti da recuperare.
Leggiamo ancora a pag.195 e segg. “… molti rappresentanti della destra radicale furono quanto mai consapevoli dell’analogia che correva tra alcune delle loro idee e alcune di quelle imperanti nella sinistra. Ad esempio, un membro del vertice dirigente dell’UPR- Apollon Maikov- rimproverava ai leaders rivoluzionari di non avere una visione chiara della società futura per il cui avvento stavano lottando. A suo avviso, gli uomini della destra si proponevano gli stessi obiettivi dei rivoluzionari e in particolare<il miglioramento delle condizioni di vita oppure quella meta che coincide per molti aspetti con la dottrina degli anarco- socialisti là dove si cerca di dare spiegazione all’origine di qualche particolare gravame della nostra esistenza. Stanno invece al punto diametralmente opposto al nostro sia nella concezione generale del mondo (Weltanschauung) sia nell’individuazione dei mezzi da usare per modificare il destino degli uomini che soffrono.”
E l’Agursky riporta altri passi del Maikov: “I costituzionalisti (quelli che volevano un regime costituzionale) chiamano le formazioni armate rivoluzionarie i <rivoluzionari di sinistra>, mentre chiamano i Cento Neri <i rivoluzionati di destra>; e dal loro punto di vista la definizione è anche sensata. Noi (di destra) e loro (di sinistra) pensiamo che un regime costituzionale rechi il predominio totale del capitale e, in tali condizioni, il potere politico vada a finire esclusivamente in mano dei capitalisti, che ne trarranno beneficio solo per i loro fini egoistici e per opprimere e sfruttare il resto della popolazione. Né i cento Neri né i rivoluzionari (di sinistra) sono disposti ad accettare una cosa del genere. >. Maikov ce l’aveva con quei rivoluzionari che credevano di combattere il capitalismo, mentre di fatto, erano solo burattini manovrati dagli ebrei. Il pamphlet di Maikov praticamente finiva per invitare destra e sinistra <radicali> a darsi una comune piattaforma politica.”
Poi l’Agursky (Pag.196) cita quanto scriveva già nel 1902 un altro esponente della destra estrema Viktor Sokolov che “aveva anche lui confermato in modo chiarissimo l’esistenza di una certa identità di interessi politici tra l’ estrema destra radicale e l’estrema sinistra rivoluzionaria. Sokolov accusò allora i dominanti apparati burocratici di <sobillare gli uomini di destra a combattere i rivoluzionari e di volere così indebolirli entrambi logorandoli in questa lotta per dare così compimento ad un regime costituzionale> E aveva suggerito ai militanti di destra di abbandonare temporaneamente il campo di battaglia per dare possibilità <ai rivoluzionati di regolare i conti con la burocrazia costituzionalista, così’ come sarebbe loro sembrato più opportuno>“.
Da ciò il nostro traeva delle conseguenze relative ai fatti del 1917; “Non meraviglia che in un clima di generale collasso sociale molti membri di base della destra radicale passassero al bolscevismo traendo proprio dalla concezione di destra la giustificazione del loro trapasso.”
Poi a pag197 l’Agursky cita quanto ebbe a scrivere un ex segretario di stato russo- Sergej Kryznovskij fuggito dalla Russia dopo la rivoluzione; val la pena riportare la citazione ; “L’estrema destra… adottò più o meno lo stesso programma sociale e più o meno gli stessi metodi di propaganda che erano soliti usare i partiti rivoluzionari. La differenza stava solo nel fatto che da una parte(da destra) si prometteva alle masse la ridistribuzione obbligatoria della proprietà in nome dello zar autocratico, considerato rappresentante degli interessi popolari e vindice del popolo dall’oppressione dei ricchi, mentre dall’altra parte(rivoluzionari di sinistra) si prometteva la stessa cosa in nome degli operai e dei contadini uniti in una repubblica democratica. Era una differenza solo formale e forse in questo si può trovare la spiegazione di quello che, a prima vista, parrebbe un ben strano fenomeno: gli aderenti alla destra e alla sinistra radicali si spostavano facilmente da un campo all’altro.” (Qui non abbiamo né il tempo né lo spazio per fare il benché minimo cenno all’annoso problema delle affinità tra le opposte estreme).
Certamente l’Agursky enfatizza certi aspetti particolari,tuttavia ciò che scrive ci sembra particolarmente interessante. Nel suo libro l’Agursky non manca di citare alcuni casi di ex cento neri passati ai bolscevichi,a pag.-266 leggiamo.”Molti furono gli uomini di destra che simpatizzarono per i bolscevichi ,,,,, Si trattava di persone che avevano in uggia il sistema parlamentare e invocavano una mano forte alla guida del paese…”, il che non impedì certo che la dirigenza bolscevica rimanesse in gran parte composta da individui di origini ebraiche.(almeno fino all’epoca delle grandi <purghe>staliniane). Come abbiamo visto, la destra radicale non fu in grado di organizzare la benché minima resistenza alla rivoluzione del marzo 1917, anzi secondo l’Agursky “poderoso alleato dei bolscevichi fu il nerbo dell’ex destra radicale, che a lungo era stato valutato dai bolscevichi come proprio esercito della riserva; ed era una valutazione giusta. Infatti, uno dei fenomeni più notevoli del 1917, da cui dipese il successo della rivoluzione fu l’effettuale fusione dei bolscevichi con la destra rivoluzionaria. È tuttavia vero che l’amalgama si attivò sotto la guida bolscevica e che quasi nessuno dei capi della destra rivoluzionaria vi ebbe parte”. Infatti “ solo alcuni dei principali dirigenti della destra radicale fecero oggetto di seria considerazione l’eventualità di unirsi ai bolscevichi”. (pag.262)“Ci furono giornalisti ed attivisti dell’estrema destra – tutta gente di secondo piano, tuttavia, che passarono con i bolscevichi e ne ebbero poi incarichi”. E “. Molti che avevano attivamente militato nei partiti politici di destra, dopo la Rivoluzione si integrarono nella società sovietica ed alcuni entrarono a far parte – sicuramente con il consenso ufficiale – del clero ortodosso.” (pag.266)
Qui si può fare solo un breve cenno al libro di Michael Kellogg <The Russian Roots of Nazism-White Emigres and the Making of National Socialism 1917-1945>in cui si esamina il ruolo degli esuli russi anti comunisti, tra cui molti ex Cento Neri nella’ascesa del movimento nazional socialista tedesco (si è già parlato delle attività del Markov in codesto ambito) .Si può ricordare che ad avere una funzione importante nei rapporti tra i primi nazional socialisti e gli esuli russi fu quel Max von Scheubner-Richter che cadde nella fallita sollevazione nazionalista del 9 XI 1923 e la cui perdita fu spesso lamentata dallo stesso Adolf Hitler. Per ora ci limitiamo a citare (pag.273): “Con il collasso della Russia Imperiale che le forze dei Cento Neri non avevano potuto impedire, le truppe tedesche poterono avanzare in profondità nel territorio dell’ex Impero zarista. L’occupazione tedesca dell’Ucraina nell’ultima fase della Prima Guerra Mondiale diede il via a una cooperazione su larga scala tra ufficiali Russi, Ucraini e Tedeschi di estrema destra. Tale cooperazione continuò nella comune attività anti-bolscevica ed antisemitica tra tedeschi di estrema destra ed emigrati <Bianchi>in Germania ed altrove. L’Intervento tedesco Ucraino alimentò le attività filo germaniche di ufficiali bianchi che passarono poi a collaborare con i nazional socialisti,tra questi il Generale Vladimir Biskupskii, il Colonnello Ivan Poltavets-Ostranista ,il Colonnello Pavel Bermondt –Avalon,il Luogotenente Sergei Taboritskii,il Colonnello Fedor Vinberg e il luogotenente Piotr Shabelskii –Bor” aggiungiamo che esuli russi di estrema destra svolsero un certo ruolo sempre antisemitico ed antibolscevico anche negli Stati Uniti,ad esempio nel gruppo facente capo all’industriale Henry Ford. In ultimo non vanno dimenticati quei gruppi dichiaratamente fascisti che si formarono tra gli esuli russi specialmente nella Manciuria occupata dai Giapponesi.
Ritornando allo scopo di questo scritto, cioè sulla comparazione tra i <Cento Neri>e il Fascismo <come fenomeno europeo>, chi scrive non ritiene che l’Unione del Popolo Russo e i Cento Neri siano stati veramente “fascisti”(qualsiasi definizione del <fascismo > si voglia far propria) possiamo dire che il fascismo come fenomeno europeo ebbe le sue origini anche in gruppi fioriti prima del conflitto 1914-1918 (caso tipico l’Action Française) ma che non possono venire considerati <fascisti> .“Se le cose cominciano quando acquisiscono un nome, allora il Fascismo ha una sua data di nascita. Vide la luce a Milano…. il 23 marzo 1919,… Ma i mussoliniani Fasci di combattimento non erano un caso isolato, facevano parte di un fermento più vasto. Indipendentemente da Mussolini, analoghi movimenti si stavano formando anche in altre zone d’Europa”R.Paxton <Il Fascismo in azione> (Mondadori, Milano2005pag.27)
W. Laqueur (< Black Hundred> pp. 290-291) scriveva che il movimento dei Cento Neri “fu egualmente antiliberale e anticapitalista. Similmente all’Action Française i Cento Neri si fermarono a metà strada del cammino verso il fascismo, con i loro forti elementi populisti ed anticapitalisti, la loro xenofobia, il loro nazionalismo aggressivo ed il loro rudimentale… razzismo. I cento Neri rimasero legati ai pilastri dell’Ancien regime, la monarchia e la chiesa. Essi non erano moderni non seppero adattare la loro politica ad un mondo in mutazione. Si rivelarono incapaci di produrre un capo e di costituire un partito saldamente organizzato e centralizzato. La loro propaganda non riuscì a raggiungere la maggior parte della popolazione.”
Riportiamo in proposito anche quanto scrive lo Shenfield (<Russina Facism..>pag31)
“Il più noto degli storici contemporanei ad essersi dedicato ai <Cento neri> Hans Roggers, sostiene che mentre gli aderenti all’UPR erano dei reazionari populisti che prefigurarono molti dei temi e delle contraddizioni del fascismo,essi non possono venire considerati fascisti, perché il fascismo viene definito come una reazione alla società moderna,società che allora in Russia non era stata ancora edificata” e anche il Nostro concorda “Io non penso che i <Cento Neri >siano stati fascisti- e non solo per il fatto che non vivevano in una società moderna…” Si potrebbe,a giudizio di chi scrive,e di molti altri più qualificati di lui, utilizzare il termine <proto-fascisti>
Potremmo concludere riportando quanto scriveva Walter Laqueur in <Fascismi-Passato, presente, futuro> (Tropea, Milano, 2008, pag.226,traduzione abominevole). “La Russia ha una tradizione prefascista, quella del Cento Neri, che si formò a cavallo tra Ottocento e Novecento. Certe sue idee fondamentali si sono tramandate e appaiono tuttora fertili. I Cento Neri non erano esattamente un partito fascista perché dipendevano largamente dalla Chiesa e consideravano essenziale appoggiare la monarchia. Ma l’Unione del Popolo Russo … fu uno dei primi movimenti politici di massa dell’impero zarista, a differenza dei piccoli gruppi elitari di estrema destra che lo precedettero la sua propaganda era populista, accusava il capitalismo ebraico – liberale al pari della corrotta amministrazione che impediva allo zar di comunicare direttamente con i sudditi. Il movimento era anche razzista, xenofobo e credeva in un complotto globale giudaico –massonico… Esso era composto dal ceto inferiore urbano e nobilitato da qualche sparuto aristocratico. Era più forte in Russia meridionale e occidentale che nelle regioni del Nord o dell’Est, ricevendo sovvenzioni dal governo. L’Unione odiava i liberali altrettanto dei rivoluzionari socialisti e delle minoranze etniche…….. Vladimir Purishkevich, il leader maggiormente dotato dei Cento Neri era un focoso agitatore ed è ritenuto da alcuni stortici recenti il primo fascista russo…”
In una delle sue ultime apparizioni in pubblico, nel Novembre del 1922, al V congresso dell’Internazionale Comunista V.I.Lenin ebbe a paragonare, in un discorso, il Fascismo italiano ai Cento Neri, probabilmente gli sfuggivano i caratteri di “novità”del nuovo movimento italiano nei confronti dell’estrema destra zarista, tuttavia la cosa non ci pare priva di un certo interesse.
Ma le vicende dei <Cento Neri>non si erano ancora concluse.
Scriveva lo Shenfield (cit pag,42)”Ci sono molte indicazioni che dei “patrioti” russi negli ultimi anni dell’URSS ebbero accesso alla stampa dell’UPR e la utilizzarono nella loro propaganda. Vari ricercatori hanno indicato dei casi in cui essi copiarono testi dell’UPR, facendovi solo revisioni di poco rilievo e limitandosi talvolta a parafrasarli. Per esempio, un testo incluso nel bollettino dell’ambasciata sovietica a Parigi del 1972 era quasi identico a un articolo del 1906 sulla <questione ebraica>scritto da Rossow un membro dell’UPR. Un altro sintomo dell’importanza attribuita all’eredità dei Cento Neri fu un opuscolo ,pubblicato nel 1991 dalla Casa Editrice Militare in un milione di copie ,che intendeva <raccontare la verità, per la prima volta nel periodo sovietico,sull’Unione del Popolo Russo>. In effetti, un paio di gruppi formatisi all’inizio degli anni 60 proclamavano di essere i diretti successori dei Cento Neri”(Si può ricordare a questo proposito il noto gruppo Pamjat)
Possiamo per concludere citare ancora W:Laqueur che in <Black Hundred>(pag,17) ebbe a scrivere : “ ..in ogni caso i Cento Neri non presentano interesse solo sul piano storico. Il loro messaggio non fu dimenticato fra i russi di destra emigrati dopo il 1917 e quando con Gorbaciov tornò in Russia la libertà di espressione i Cento Neri furono i primi beneficiari della Glasnost”. Riteniamo che ancor oggi nel multiforme e ultra frammentato schieramento nazionale russo non manchino i gruppuscoli che si presentano in un modo o nell’altro come gli eredi e i continuatori delle Centurie Nere dell’Unione del Popolo Russo. Insomma “I Cento Neri vivono e lottano insieme a noi”!
Facendo una digressione sul piano culturale possiamo qui ricordare una figura che ci pare degna di un certo approfondimento Mikhail Menchikov(1859-1918) assassinato dai bolscevichi poco dopo la rivoluzione Considerato uno dei pochi teorici russi del razzismo,il Menschikov sarebbe stato vicino alle concezioni di H.S,Chamberlain cui,nei suoi scritti,faceva spesso riferimento. Abbandonando il tradizionale antisemitismo a carattere religioso ne elaborò uno a carattere nettamente biologico,similmente a quanto avveniva in vari paesi dell’Europa. Siffatte concezioni,insieme a sue elucubrazioni sulle presunte origini <ariane> di Gesù Cristo,probabilmente per influsso del Chamberlain, lo isolarono dai gruppi più legati a concezioni di nazionalismo cristiano. Nel 1902 pubblicò sul periodico <Novoe Vremnja>(Tempi Muovi)del 7/20 aprile un articolo <Complotti contro l’Umanità>in cui faceva riferimento,tra i primi, ai <Protocolli dei Savi di Sion>
ALFONSO DE FILIPPI.
(1)Chi scrive ebbe già a parlare dei <Cento Neri>e, sommariamente, dei vari “fascismi” russi in un articolo <Tra lo Zar, Mussolini e Stalin –Appunti per la storia del “fascismo” russo>firmato con lo pseudonimo <Guido Altrieri>, apparso su <Orion>n.136 del Gennaio 1996. Come è noto la denominazione <Centurie Nere> divenne famoso grazie al sempre interessante romanzo di Jack London <The Iron Heel> (<Il Tallone di Ferro>1908)in cui si favoleggia di una situazione pre rivoluzionaria negli USA nell’ambito della quale i ceti possidenti formano dei gruppi attivistici di tal nome per contrastare le sinistre. ’
(2) Cfr Hans Rogger <Russia> in H.Rogger e E.Weber(a cura di)<The European Right>Un. of California Press,USA,1974
(3) Molti videro poi in tale sconfitta l’inizio del declino della Razza Bianca e dell’ascesa dei popoli di colore cfr.il mio <L. Stoddard, Cassandra del tramonto della Razza Bianca>
(4)Ernst Nolte in <La Crisi dei Regimi Liberali e i Movimenti Fascisti> (Il Mulino, Bologna,1970,pag.268) scriveva che i “pogrom dei Cento Neri,dopo la rivoluzione del 1905, vennero tollerati dal governo,anzi appoggiati e organizzazioni come l’Unione delle Genti Russe o l’Unione del Popolo Russo ,antiliberali,anticapitalistiche ed antisemitiche ad un tempo,ebbero una classe dirigente in gran parte proveniente dalla gente umile e riuscirono a farsi appoggiare dai contadini e dai proletari.”
(5) “Altro pericolo assillava il Purishkevic.. Egli infatti incitò ad opporsi al<pericolo giallo> M.Agursky <La Terza Roma> pag.190:” J.Webb <Il sistema occulto>-Sugarco-Milano-1989 pag.186 scriveva: “Una biografia di Purishkevic pubblicata a Leningrado nel 1925, quando l’uso razzistico della Svastica non era ancora famoso fuori della Germania, reca il simbolo in copertina e la Svastica appare anche sui francobolli della Repubblica Mongola di Ungern-Sternberg.” D’altra parte “La Svastica fu usata come simbolo da un gruppo di monarchici russi rifugiato a Kiev dove collaborava” con i tedeschi (1918 circa) J. Goodwin <Arktos> (Mediterranee-Roma-2001-pag.59).E’nota l’affezione che la sventurata Zarina provava per tale Simbolo.
(6) “L’UPR era chiaramente germanofila,anti-inglese e anti-francese”>’M.Agursky<La Terza Roma>pag.189
BIBLIOGRAFIA
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Kellog Michael <The Russian Roots of Nazism. White Emigrés and the masking of National Socialism (1917-1945)<Cambridge University Press UK,2005
Laqueur Walter <Blach Hundred The Rise of the Extreme Right in Russia>Harper,USA,1993
Laruelle Marlene (a cura di )<Le rouge et le noir- Extreme droite et nationalisme en Russie>CNRS,Paris,2007
Laruelle Marlene <Mythe Aryen et reve imperiale dans la Russie du XIX siecle<CNRS,Paris,2007
Rees Philip<Biographical Dictionary of the Extreme Right since 1890>Simon & Schuster,Gran Bretagna,1990
Shenfield Stephen D.<Russian Fascism Traditions, tendencies, movements>Sharpe,USA,2001
Zapater Espi Luis Tomas <El nacionalismo ruso-La respuesta euroasiatica a la globalizacion>UPV,Valencia,2005
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