In difficoltà, il Credit Suisse chiede aiuto a Berna e alla BNS
Il Credit Suisse, nel bel mezzo di un crollo del mercato azionario, avrebbe fatto appello alla Banca nazionale svizzera (BNS) e al regolatore dei mercati finanziari Finma per una richiesta di sostegno pubblico, ha riferito mercoledì il quotidiano britannico “Financial Times”.
Mentre il prezzo delle sue azioni ha continuato a battere record negativi mercoledì,
il Credit Suisse avrebbe chiesto "una dichiarazione rassicurante" alla Banca nazionale svizzera (BNS) e all'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma), secondo il titolo, citando fonti anonime a conoscenza di la questione.
Contattate dall'agenzia AWP,
la banca e la BNS si sono rifiutate di commentare queste informazioni. La Finma non ha reagito immediatamente alle richieste di AWP.
Le azioni del Credit Suisse sono scese bruscamente in borsa mercoledì. Il titolo è stato fortemente penalizzato dall'avversione al rischio del settore bancario e dalle dichiarazioni del principale azionista del gruppo bancario zurighese, che ha escluso ogni nuovo sostegno finanziario.
Mercoledì nero in Borsa
Alla chiusura della Borsa svizzera, il titolo della seconda banca svizzera è sceso del 24,2% a 1,697 franchi, recuperando leggermente dopo un nuovo minimo storico di 1,55 franchi e con un volume elevato di 497,3 milioni di azioni scambiate.
Da inizio anno le azioni nominative hanno perso il 38,4%.
Anche la capitalizzazione di mercato ha continuato a crollare
a 6,8 miliardi di franchi, contro i 59 miliardi della rivale UBS o gli 11,3 miliardi di Julius Bär.
Questo calo fa parte di un movimento generalizzato di avversione al rischio che interessa i titoli bancari, scrivono in un commento gli analisti di Capital Economics.
“Mentre i mercati finanziari sembravano essersi calmati dopo la saga SVB, questa mattina è ripresa la svendita di titoli bancari in Europa a causa dei timori sulla solidità del Credit Suisse”, hanno sottolineato.
Banca cruciale per l'economia globale
Capital Economics sottolinea che il Credit Suisse,
classificato come sistematicamente importante dall'autorità di regolamentazione svizzera, è di importanza cruciale per l'economia globale rispetto alle banche regionali americane. Il suo bilancio è molto più grande di quello di SVB e più interconnesso a livello globale.
"Il Credit Suisse non è solo un problema per la Svizzera, ma a livello globale."
Ciò potrebbe anche avere un impatto sulla decisione di politica monetaria di giovedì della Banca centrale europea (BCE), che potrebbe, in questo contesto teso, adottare una posizione attendista, hanno aggiunto.
L'impatto sui mercati internazionali
Il rimbalzo del giorno prima non ha tenuto in Europa: Parigi è scesa del 3,58% e Londra del 3,83%, firmando la peggiore seduta da marzo 2022. Francoforte ha ceduto il 3,27%. L'indice del settore bancario europeo (Stoxx 600 Banks) è crollato di quasi il 7%.
Anche i mercati americani stavano evolvendo in rosso: poco dopo la chiusura delle borse europee, il Dow Jones è sceso dell'1,77%, l'indice Nasdaq dello 0,95% e il più ampio indice S&P 500 dell'1,56%.