Padania show, Adro si trasferisce a via Padova –
I mille di Garibaldi erano drogati.
“I MILLE DI GARIBALDI ERANO DI BERGAMO? NO, ERANO DROGATI”.
BORGHEZIO SALUTA CON LE TRE DITA DEI NAZIONALISTI SERBI
Davide Boni presidente del consiglio regionale della Lombardia: “Io ho sorriso sulla vicenda di Adro ma piuttosto perché nessuno si è posto il problema di cosa insegnassero nella scuola di Adro?”.
Oscar Lancini sindaco: “Ad Adro lo Stato ha fallito due volte. Prima non dandomi i soldi per poter costruire una scuola nuova e poi con il becero tentativo di
non riconoscere la nostra tradizione perché i simboli dalla scuola sono stati rimossi arbitrariamente e abusivamente”.
Il bello dell’incontro leghista su “Simboli e partito” promosso dal centro identitario Bassano di Milano è che chi ha parlato ha veramente un’idea diversa
di questo Paese. Sarà stato l’effetto della diretta con Radio Padania a creare un clima di eccitazione generale ma proprio non si capisce perché Andrea Rognoni riferendosi a Bergamo abbia definito “una vergogna considerare Bergamo la città dei Mille visto che non erano altro che persone drogate che facevano finta di unire l’Italia”.
Mentre l’europarlamentare Mario Borghezio, anche lui a Milano, ha difeso la sua idea di Padania libera salutando poi con il tradizionale braccio destro alzato (con le tre dita) peraltro applaudito dalla platea. Indipendentisti, identitari ed espressione di movimenti autonomisti riuniti in una sede – edificio Aler – di una traversa di via Padova la popolosa arteria milanese ancora più conosciuta da quando a febbraio, dopo una lite tra stranieri, era stato accoltellato un diciannovenne di nazionalità egiziana.
Riassumendo: fuori la Milano cosmopolita dentro (ma non solo circoscritta alla sala ascoltando gli accenti degli interventi dal pubblico) una parte del profondo nord che intende il futuro a “cerchi concentrici”. Difesa ad oltranza di identità e civiltà dei localismi.
Da qui la “sacralità” della simbologia (i soli delle Alpi nella scuola) come valore evocativo.
Davide Boni se ne va dopo il breve saluto istituzionale mentre i relatori illustrano la loro idea del Paese perché “Lancini sta dimostrando un nuovo modo di amministrare in Padania”.
Comincia Max Bastoni oggi coordinatore nazionale delle ronde a fine anni ’90 colonna portante della “Guardia nazionale padana”, le camicie verdi. L'orgoglio di tutti è che ciò che è avvenuto nella scuola di Adro altro non è che un esercizio di forza rispetto allo Stato che tra l’altro secondo Lancini “ci ruba l’economia e ora anche l’identità culturale”.
Sembra proprio che le parole di ieri del ministro Gelmini (“la parola fine l’abbiamo già messa perché i simboli sono stati rimossi”) rimbalzino contro un
muro di gomma di chi dichiara che “i soli delle Alpi sono stati tolti (dal dirigente scolastico lo ricordiamo) illegalmente. Lo Stato ha coperto quelli sui
banchi e questo non va bene”.
Elisabetta Reguitti - 24 ottobre 2010 -
Il Fatto Quotidiano
http://diksa53.blogspot.com/2010/10/...risce-via.html
Andrea Rognoni Centro delle Culture Lombarde si scaglia contro i bergamaschi che hanno partecipato alla spedizione di Garibaldi.
Il professore leghista a ruota libera:
"I bergamaschi dei Mille? Drogati"
“E’ una vergogna considerare Bergamo la città dei Mille visto che non erano altro che persone drogate che facevano finta di unire l’Italia”. Ad affermarlo è il professor Andrea Rognoni del Centro delle Culture Lombarde di Busto Arsizio intervenuto al dibattito “Simboli e partito” al centro identitario di Bassano, Milano.
All’incontro, trasmesso in diretta da Radio Padania e organizzato da un’associazione della Lega Nord, hanno partecipato anche l’europarlamentare Mario Borghezio e Davide Boni, presidente del Consiglio della Regione Lombardia. In un articolo comparso su Il Fatto viene riportata la cronaca degli interventi.
Ma chi è Andrea Rognoni?
E’ un professore del Centro delle Culture Lombarde di Busto Arsizio (via Alberto da Giussano, 10A) che organizza incontri in tutta la regione. Ogni settimana Rognoni partecipa a una tavola rotonda, un confronto, un convegno che ha per tema il dialetto ed espone il suo pensiero. Spesso senza peli sulla lingua, così come tanti suoi colleghi fedeli al Carroccio.
E’ successo anche sabato a Milano, con Rognoni che si è lanciato in un’invettiva contro i bergamaschi che hanno partecipato alla spedizione dei Mille. “Solo dei drogati” – secondo il professore, che ha riscosso anche un discreto consenso tra i presenti.
[Discreto un par di balle: consenso entusiastico]
E pensare che lo stesso Rognoni solo un paio di settimane fa era ospite proprio della Provincia di Bergamo per il primo appuntamento de “La nòstra lèngua: la lingua bergamasca” che si è tenuto allo Spazio Viterbi di via Tasso. Nel primo dei tre incontri in programma Rognoni si è scagliato contro il centralismo nazionalista, secondo lui un pericolo per il dialetto.
"Dopo un secolo e mezzo di denigrazione (dialetto, vernacolo, parlata, patois) da parte della cultura ufficiale unitaria – ha detto, come si può leggere sul sito ufficiale della Provincia di Bergamo -, la nostra lingua lombarda rischia - anche in un regime che si dice democratico e che all'art. 6 della propria Costituzione proclama la difesa di tutte le lingue storiche dei territori facenti parte lo Stato - di essere sacrificata sull'altare del centralismo nazionalista prima e della unificazione economico-linguistica ad un unico idioma mondiale poi”.
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