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  1. #1
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    Predefinito Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Basta con schwa ed asterischi. E pure, se possibile, alla duplicazione dei generi, care italiane e cari italiani. L’Accademia della Crusca esce allo scoperto e dice la sua sul dibattito politico-linguistico che divide il Paese: da un lato chi vorrebbe innovare la lingua e la sua scrittura per depurarlo dal recondito retaggio maschilista, con proposte fonetiche e grammaticali più o meno azzardate; dall’altra chi, più o meno riconoscendo la critica d’insieme, rifiuta di rimettere mano a dizionario e manuali di scrittura distorcendo la lingua di Dante. Rispondendo a un quesito posto dal comitato pari opportunità della corte di Cassazione sulla scrittura negli atti giudiziari, gli esperti “custodi della lingua” entrano nel vivo della questione, e sembrano propendere decisamente per la linea “conservativa”. Con motivazioni puntigliose. A riportare stralci del parere dell’Accademia è oggi, lunedì 20 marzo, il Corriere della Sera. «I principi ispiratori dell’ideologia legata al linguaggio di genere e alle correzioni delle presunte storture della lingua tradizionale non vanno sopravvalutati, perché sono in parte frutto di una radicalizzazione legata a mode culturali», punge la Crusca, che pure riconosce come «queste mode hanno d’altra parte un’innegabile valenza internazionale, legata a ciò che potremmo definire lo “spirito del nostro tempo”, e questa spinta europea e transoceanica non va sottovalutata». Il riferimento, neppure troppo implicito, è all’offensiva culturale progressista sugli usi della lingua che dall’America si è diffusa ormai da diversi anni in Europa, compresa l’Italia. Che fare dunque, all’atto pratico? Senza dubbio, dice l’Accademia, scordarsi di introdurre nuovi segni fonetici “fuori luogo” come schwa o asterischi. «È da escludere nella lingua giuridica l’uso di segni grafici che non abbiano una corrispondenza nel parlato, introdotti artificiosamente per decisione minoritaria di singoli gruppi, per quanto ben intenzionati. Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico (“Car* amic*, tutt* quell* che riceveranno questo messaggio…”). Lo stesso vale per lo scevà o schwa». Obiettivi colpiti e affondati.

    Ma c’è un’altra usanza linguistica che trova sempre più fortune in chiave politically correct che fa inorridire i linguisti. Benissimo l’intento di far sentire rappresentati nella lingua tutti i generi e gli orientamenti, osserva nel parere l’Accademia, ma lo strumento migliore per conseguire quest’obiettivo non può essere «la reduplicazione retorica, che implica il riferimento raddoppiato ai due generi» – “care italiane e cari italiani”, per l’appunto, o “amiche e amici”. La strada maestra da seguire è invece quella dell’utilizzo di «forme neutre o generiche (per esempio sostituendo “persona” a “uomo”, “il personale” a “i dipendenti”), oppure (se ciò non è possibile) il maschile plurale non marcato». L’altra modalità che l’Accademia raccomanda per garantire la rappresentatività di genere della lingua è quella di «far ricorso in modo sempre più esteso ai nomi di professione declinati al femminile»: architetta, sindaca, magistrata etc. Una parola infine l’Accademia della Crusca la spende anche sull’uso di articoli davanti al nome di persone note o meno (“la Meloni” e “la Schlein”, ma anche “la Giulia” o “l’Alvise” di molte parlate regionali). «Oggi è considerato discriminatorio e offensivo – osservano gli esperti – Non entriamo nelle ragioni di questa opinione, che riteniamo scarsamente fondata. Tuttavia, per quanto estemporanea e priva di motivazioni fondate, l’opinione si è diffusa nel sentimento comune, per cui il linguaggio pubblico ne deve tener conto».

    https://www.open.online/2023/03/20/a...cally-correct/

  2. #2
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Socio Fondatore di AS - Alternativa Sociale

  3. #3
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Citazione Originariamente Scritto da Gastida Visualizza Messaggio
    Basta con schwa ed asterischi. E pure, se possibile, alla duplicazione dei generi, care italiane e cari italiani. L’Accademia della Crusca esce allo scoperto e dice la sua sul dibattito politico-linguistico che divide il Paese: da un lato chi vorrebbe innovare la lingua e la sua scrittura per depurarlo dal recondito retaggio maschilista, con proposte fonetiche e grammaticali più o meno azzardate; dall’altra chi, più o meno riconoscendo la critica d’insieme, rifiuta di rimettere mano a dizionario e manuali di scrittura distorcendo la lingua di Dante. Rispondendo a un quesito posto dal comitato pari opportunità della corte di Cassazione sulla scrittura negli atti giudiziari, gli esperti “custodi della lingua” entrano nel vivo della questione, e sembrano propendere decisamente per la linea “conservativa”. Con motivazioni puntigliose. A riportare stralci del parere dell’Accademia è oggi, lunedì 20 marzo, il Corriere della Sera. «I principi ispiratori dell’ideologia legata al linguaggio di genere e alle correzioni delle presunte storture della lingua tradizionale non vanno sopravvalutati, perché sono in parte frutto di una radicalizzazione legata a mode culturali», punge la Crusca, che pure riconosce come «queste mode hanno d’altra parte un’innegabile valenza internazionale, legata a ciò che potremmo definire lo “spirito del nostro tempo”, e questa spinta europea e transoceanica non va sottovalutata». Il riferimento, neppure troppo implicito, è all’offensiva culturale progressista sugli usi della lingua che dall’America si è diffusa ormai da diversi anni in Europa, compresa l’Italia. Che fare dunque, all’atto pratico? Senza dubbio, dice l’Accademia, scordarsi di introdurre nuovi segni fonetici “fuori luogo” come schwa o asterischi. «È da escludere nella lingua giuridica l’uso di segni grafici che non abbiano una corrispondenza nel parlato, introdotti artificiosamente per decisione minoritaria di singoli gruppi, per quanto ben intenzionati. Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico (“Car* amic*, tutt* quell* che riceveranno questo messaggio…”). Lo stesso vale per lo scevà o schwa». Obiettivi colpiti e affondati.

    Ma c’è un’altra usanza linguistica che trova sempre più fortune in chiave politically correct che fa inorridire i linguisti. Benissimo l’intento di far sentire rappresentati nella lingua tutti i generi e gli orientamenti, osserva nel parere l’Accademia, ma lo strumento migliore per conseguire quest’obiettivo non può essere «la reduplicazione retorica, che implica il riferimento raddoppiato ai due generi» – “care italiane e cari italiani”, per l’appunto, o “amiche e amici”. La strada maestra da seguire è invece quella dell’utilizzo di «forme neutre o generiche (per esempio sostituendo “persona” a “uomo”, “il personale” a “i dipendenti”), oppure (se ciò non è possibile) il maschile plurale non marcato». L’altra modalità che l’Accademia raccomanda per garantire la rappresentatività di genere della lingua è quella di «far ricorso in modo sempre più esteso ai nomi di professione declinati al femminile»: architetta, sindaca, magistrata etc. Una parola infine l’Accademia della Crusca la spende anche sull’uso di articoli davanti al nome di persone note o meno (“la Meloni” e “la Schlein”, ma anche “la Giulia” o “l’Alvise” di molte parlate regionali). «Oggi è considerato discriminatorio e offensivo – osservano gli esperti – Non entriamo nelle ragioni di questa opinione, che riteniamo scarsamente fondata. Tuttavia, per quanto estemporanea e priva di motivazioni fondate, l’opinione si è diffusa nel sentimento comune, per cui il linguaggio pubblico ne deve tener conto».

    https://www.open.online/2023/03/20/a...cally-correct/

    Che du palle con sti snobismi del menga. Quante paranoie senza senso. Hanno veramente rotto le palle.
    Mò uno deve stare attento pure a come parla perchè qualcuno si potrebbe offendere? ma sti cavoli. Gli. italiani comprende tutti come gli umani comprende tutto il genere umano. Lo sanno tutti. E di certo non è che la discriminazione sessuale, religiosa o di colore avviene perchè si usa un termine invece che un altro.

    Adesso siamo anche arrivati a censura la letteratura in libri scritti decenni fa perchè oggi certi termini non sono più graditi. Come nel caso di Rohal Dahl e la sua Fabbrica di cioccolato. Quando cambieremo il titolo a biancaneve e i 7 nani in biancaneve e i 7 diversamente alti? Nemmeno Harry Potter è accettabile col suo cugino grasso e brutto.

    Basta col relativismo culturale. E' la nostra storia, la dobbiamo accettare come è, non travisarla. e magari spiegare e capire perchè si fa diverso.
    Forse si fa diverso. Vedo sempre gente che usa il termine nano per Berlusconi e lo fa in senso offensivo.
    Ah, insisto: la Meloni è il presidente del consiglio.
    Il sonno della ragione genera mostri.


    Divergevano due strade in un bosco, ed io...io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta.

  4. #4
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio

    Finalmente il vento sta cambiando

    Treccani e Crusca prima si piegavano di più alle richieste delle fanatiche di turno
    Derjenige, welcher dem Feinde statt des Pfeiles ein Schimpfwort entgegenschleuderte, war der Begründer der Civilisation
    S. F.

    It is no measure of health to be well adjusted to a profoundly sick society.
    Krishnarmurti

  5. #5
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Buona notizia. Bisogna porre un freno a questo fanatismo senza senso.

    Dalle mie parti l'articolo prima di un nome proprio, specialmente femminile, è la regola. Vedano di non scassare i co@ioni.

  6. #6
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Si aggiunge alla batosta del precedente tentativo di golpe linguistico dei progressisti giallorosa

    Il Pd si straccia le mutande



    Il Senato non approva l’emendamento per l’introduzione della parità di genere nel linguaggio istituzionale. Pd: “Gravissimo”


    https://www.tag24.it/343100-linguagg...genere-senato/
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  7. #7
    Παρρησιαστής
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi







    Il parere della Crusca, sebbene si riferisca al linguaggio giuridico, costituisce un duro colpo al politicamente corretto e al tentativo di modificare la lingua italiana con finalità ideologiche. A farne le spese non solo politici ma anche intellettuali e commentatori che hanno fatto del “linguaggio inclusivo” un tratto distintivo. Come in altri ambiti, anche nella scrittura di articoli, libri, messaggi o post sui social network, è avvenuta una radicalizzazione da parte di minoranze influenti e rumorose che, accecate dall'ideologia, volevano cambiare la nostra società accusando chiunque non era d'accordo con la loro di "discriminazione"

    https://mowmag.com/culture/la-crusca...re-in-italiano




    Boldrinaaa, Murgiaaaa, sucat*
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  8. #8
    custode dalle orsoline
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    la Crusca ha fatto bene.
    I'm still standing after all this time

  9. #9
    So di non sapere
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    Non ci voleva tanto.
    Solo dei rimbambit1 possono sostenere queste merdat3.

  10. #10
    Παρρησιαστής
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    Predefinito Re: Accademia della Crusca boccia schwa e asterischi

    “No ad asterischi e schwa”. La Crusca silura la Murgia

    https://www.nicolaporro.it/no-ad-ast...ura-la-murgia/
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