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    Predefinito Sul vero ruolo di gesù di nazareth per la religione cristiana

    SUL VERO RUOLO DI GESÙ DI NAZARETH PER LA RELIGIONE CRISTIANA


    È dai tempi dell’Illuminismo che una vasta parte della cultura dominante in Europa e in Occidente ha messo in forte dubbio l’esistenza dell’uomo Gesù di Nazareth, la cui attività è considerata all'origine del Cristianesimo.
    In verità non si è trattato di un’autentica novità. Infatti durante il Medio Evo la vera dottrina cattolica non basava i propri contenuti sulla sua vicenda ma su considerazioni dirette su Dio e sin dal suo inizio l’autentica Ortodossia non ne includeva la memoria effettiva: è emblematico il fatto che nel calendario ortodosso il Natale non è posto in relazione alla nascita di Gesù di Nazareth ma a Dio stesso nei suoi nuovi rapporti col mondo. Neppure con la Riforma protestante questa situazione venne meno, anche se ciò a molti potrebbe apparire paradossale. I riformatori si basavano sulla Bibbia ma questa contiene su tale Gesù soltanto dei racconti leggendari, presentati già nei titoli quali versioni soggettive dei fatti (i Vangeli secondo Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e svolti secondo modalità a rigor di regola inadatte a convincere di un esempio storico concreto. Come il lettore dell’Antico Testamento non può sulla scorta del solo testo certificarsi dell’esistenza passata dell’uomo Mosè ma si trova ugualmente a poter comprendere i Dieci Comandamenti che a questo personaggio sono riferiti, così il lettore del Nuovo Testamento può comprendere il Messaggio che deriva dalla contemplazione dell’esempio dell'umanità di Gesù senza dover capire se si tratti di un esempio tratto da una vicenda umana concreta. Eppure la centralità delle Scritture voluta dai riformatori ponendo all’attenzione generale la realtà storica di esse suscitava all’intera cultura domande su quale fosse precisamente il valore storico ad esse attribuibile; così anche si spiega durante la successiva Epoca dei Lumi l’interesse verso la figura storica di Gesù.
    D’altronde nel cattolicesimo era presente accanto alla dottrina anche una tradizione che si credeva riconducibile all'operato di Gesù di Nazareth, per tramite dei suoi apostoli; è stata comunque assente la sua figura dal novero dei santi proposti ufficialmente per la venerazione: nel vero cattolicesimo egli è posto in un ordine diverso, in verità senza essere considerato l’iniziatore del cattolicesimo stesso, ruolo che si attribuisce invece all’apostolo Pietro. Se uno volesse capire cosa rappresenti veramente questo Gesù nella Chiesa Cattolica Romana, dovrebbe rinunciare alle convenzioni oggi purtroppo imperanti e evitare di dar credito alle illazioni falsamente teologiche che lo considerano sorta di assoluto demiurgo. Si scopre, ove possibile una serena valutazione della vera religiosità cattolica, che in questa egli rappresenta un segno e al contempo un inizio, ma in quanto inizio non più di un segno! Sicuramente questo dato, anche da solo, offre l’occasione per sapere qualcosa sulla sua figura storica. Non si tratta evidentemente di un personaggio inventato, ma di un uomo realmente vissuto. Certo questa operazione non è agevole come nel caso di Gautama Buddha né facile come nel caso di Maometto.
    Alle difficoltà sorte a causa degli estremismi cui si era ridotta l’Epoca dei Lumi si aggiunse la curiosità popolare crescente nella Modernità, dopo un Medio Evo in cui la religiosità perlopiù non si basava sulla memoria del Nazareno e dopo un Evo Antico in cui il ricorso a lui era appannaggio di gruppi e comunità settarie o di vere e proprie sette… Nel mondo della filosofia si è sostenuto, dopo l’Illuminismo, che il Dio delle comunità cristiane fosse in realtà solo un’idea di umanità, separata dunque dal suo vero oggetto. Così pensava nel Secolo Decimo Nono il noto filosofo tedesco L. Feuerbach circa il pensiero dominante nella cristianità e il teologo e filosofo danese S. Kierkegaard durante lo stesso secolo descriveva questa praticamente inesistente. Si cominciò così a confondere il concetto cristiano di unione umano-divina con l’altro di una fusione… con tutte le conseguenze del caso nonché le relative confusioni. Questa crisi, delle cui dimensioni io penso si esagerasse anzi delle quali non se ne voleva più specificare, fu messa in relazione da taluni alla perdita della memoria o proprio del ricordo di Gesù di Nazareth. È vero che già da prima era diffusa la tendenza a basare la fede cristiana, poi la religione cristiana, sul riconoscimento del ruolo di rappresentante di Dio del Nazareno. Dalle primitive sette, da certe congregazioni medioevali fino alle famigerate folle moderne, ha dominato la persuasione che sia necessario per il cristianesimo prendere in considerazione la sua esistenza, valutarne il ruolo nei confronti di Dio e accettare questo ruolo… In mezzo a tutto questo, i tentativi pagani quindi neopagani di considerare quest’uomo un eroe divino, quindi l’ambizione atea di farne la dimostrazione che Dio in realtà non può essere più di un uomo… e in mezzo a tutto ciò le affermazioni che tale Gesù sarebbe proprio Dio! In verità al cristianesimo non possono proprio appartenere queste affermazioni né quella dimostrazione; neanche quella considerazione di eroismo. Il cristiano credendo nell’uomo-Dio non crede in un uomo che è Dio; credendo in Cristo, non crede che Gesù, detto il Cristo, era un eroe, ma crede in Dio! E non è per questa fede necessario credere nel Gesù storico, nonostante moltitudini di fanatici molto accreditati vogliano sostenere il contrario.
    Questa contrarietà, è presto detto, va definita un’idolatria; così fa ciascuna vera dottrina cristiana, così fanno tutte le dottrine monoteiste; e non soltanto le dottrine. Sicuramente non mancano le affermazioni settarie neanche tra i filosofi. Kierkegaard stesso ne aveva lasciata una nel suo Diario (ma assieme a molto altro); molte ne hanno fatte altri. Del resto, Gesù di Nazareth è nominato o alluso in quasi tutti i credi usati ufficialmente dalla maggioranza dei cristiani e l’utilizzo di questi credi è perlopiù settario, in certi casi fuorviante… Eppure a tanto effettivo disastro ecclesiale non può corrispondere tutto il cristianesimo. Il vero mondo ortodosso, per quanto ne sappia, vive con distacco il riferimento a lui; è degno di nota che la considerazione storica è estranea al culto delle icone nella Chiesa Ortodossa Russa (pur non essendone aliena); una parte del mondo protestante, quella che in realtà ne fu e ne era guida, prescindeva dal vero e proprio riferimento storico a lui e ancora esistono protestanti che ne prescindono nonché molti, forse moltissimi dei cattolici; esiste anche una parte del cristianesimo che non si riconosce in nessuna “Confessione” o organizzazione ufficiale, della quale si può intuire pur sempre qualcosa: per essa generalmente conta il Messaggio, non la persona di Gesù di Nazareth.
    Molto interessante a riguardo trovai la valutazione della storia del cosiddetto Unitarianesimo. Sorto durante la Riforma e negato o avversato dai riformati, era un movimento cristiano che negava o accantonava la nozione teologica di Trinità, in una sua parte accantonando pure la figura storica del Nazareno (che invece tanta teologia trinitaria quasi sempre pensa in Unione con Dio Figlio), in altra conservandone la memoria o il ricorso senza intermediazioni di sorta. Notevole fu constatare che col perdurare del riferimento a lui non sempre restava l’appartenenza cristiana. Dunque si potrebbe dedurre da questa vicenda che la specifica attività religiosa di Gesù di Nazareth non era legata al Messaggio che nasceva dalla contemplazione della sua vita e che il lascito ricevuto dagli apostoli, cui fa riferimento la Chiesa Cattolica, non era legato alla sua specifica vicenda. In cosa consistesse la sua specifica eredità religiosa, lo si può dedurre dallo stesso patrimonio spirituale dell’Unitarianesimo. Confrontandomi con esso, me ne rimase impresso l’umanesimo di fondo, basato su un generico e assoluto rispetto nel quale il riferimento a Dio stesso non è necessario o non è assolutamente necessario, essendo effettivamente presente solo il pensiero del Suo essere, senza che Lo si debba menzionare con parole diverse da quelle usate dai semplici filosofi. Fu ed è stupefacente notare da parte mia che tutto ciò assomiglia molto a quanto contenuto implicitamente su Dio nelle dottrine buddhiste, differenziandosene per una scelta diversa ma non per i modi diversi: Dio continua ad essere implicito in pensieri e azioni, ma questi Ne partecipano attivamente. Ebbi modo anche di venire a contatto con ambienti del cosiddetto New Thought cristiano (si tratta di una riflessione cristiana nata in America), ove si è sostenuta non solo la prossimità spirituale, ma anche il contatto culturale tra Gesù di Nazareth e il Buddhismo, in particolare quello indiano (si è pensato anche a un suo viaggio alla volta del Lontano Oriente, prima che lui diventasse “un Cristo”). Non tutto l’Unitarianesimo continuò a collegare la propria dottrina alla passata esistenza di questo Gesù, pur potendosi scorgere di tale stessa dottrina una certa perdurante rilevanza storica...
    Ecco che il quesito pòstosi con l’ingresso della cristianità nella Modernità sembra ricevere una propria risposta, oltre i riferimenti vaghi consentiti dalle tradizioni cattoliche, che in verità non hanno a disposizione un accesso diretto alla memoria di quest’uomo, a mio avviso recuperata o forse già da prima coltivata nei particolari ambienti culturali dai quali e coi quali nacque il movimento unitariano cristiano. Sicuramente, a capire tutto questo, ci sarebbe da imparare molto; tanto più che tutto questo concorda coi risultati di alcuni studi condotti sulla figura storica del Nazareno... nei quali si concludeva che quest’uomo se era esistito non solo non era stato l’iniziatore del Cristianesimo ma non aveva neppure predicato Dio come avrebbe potuto fare un ebreo osservante, né lo aveva indicato come avrebbe saputo un giudeo impegnato. Si faceva notare che attribuire a tal uomo assenza di fede in virtù del suo ruolo sarebbe cosa da farsi anche senza bisogno di illazioni o necessità di mitizzazioni!
    Molti pensatori hanno ritenuto evidente che proprio la Cristianità si fosse esclusa dalla comprensione della vita di Gesù di Nazareth detto il Cristo e con ciò avesse pregiudicato il proprio destino… Eppure a uno studio attento appare innanzitutto che le principali Confessioni cristiane non basavano né basano la propria esistenza su questa vita (neanche il vero cattolicesimo che pur volendone sostenere la memoria non ne hai mai ritenuto di più di quella dei santi cristiani, neppure il Monofisismo orientale, che anzi fonda il proprio culto senza menzioni particolari di uomini) e che il movimento religioso cristiano che almeno in una sua parte se ne basava o comunque se ne era basato, ovvero l’Unitarianesimo, non ne traeva necessità, difatti non fu necessario per tutti i suoi appartenenti continuare con essa — né essa fu solo per gli unitariani cristiani. Del resto non è vero che, in mezzo a tanto clamore, di questo Gesù nessuno sapeva o capiva nulla. Mi colpisce il fatto che il filosofo antico neoplatonico Porfirio avesse tributato una restante possibilità per un vero e degno culto legato all’attività di Gesù di Nazareth solo in relazione alla salvezza di tutte le religioni, còmpito per il quale risultarono all’avanguardia gli unitariani in Europa dell’Est…

    La domanda che resta, dopo tutto questo discorso, può riguardare proprio la persona di Gesù. Ci si deve innanzitutto domandare se proprio le moltitudini sedicenti cristiane assieme a tutti gli accreditati personaggi che le sostengono abbiano davvero a disposizione una intuizione su questa persona o se invece si stia attuando un gigantesco sviamento; e soprattutto ci si deve chiedere che senso veramente abbia il riferimento, riuscito o non riuscito che fosse, da parte di queste masse a questa persona. Esiste non solo una iconologia ortodossa anche una iconografia tradizionale che ne riporterebbe il ricordo, non solo la memoria. Per quel che mi riguarda, provai a metterla in relazione col resto appreso dagli unitariani e col restante tramandato dai cattolici e mi parve che esisteva (e ancora mi pare che esiste) effettivamente una ritrattistica su Gesù di Nazareth che presenta la figura di una persona e che quanto di lui detto e pensato da molti o da alcuni sia da ricondurre a questa persona, realmente esistita… Però nel constatare la presenza in quelle sconfortanti forse pure sconfortate masse, di un tenace animismo riguardante la figura storica di Gesù (anche questo è da dire), non notai in ciò pari coerenza; raramente potetti ritrovare che questi credenti alludevano realmente alla stessa persona pensando a una sua vita ulteriore; né si trovano tante persone disposte a considerare questa allusione ultraterrena per tale; la maggior parte pensandoci ne vuole fare o ne vuole trattare come un fondamento del cristianesimo e invece quale fondamento sarebbe ovviamente adatta a una religione animista. Ne trovai tracce durante un viaggio in Venezuela e a Cuba, testimoniate proprio nel rituale religioso del ‘Candomblè’. Era interessante la discussione sull’argomento riportata da alcuni cattolici del Brasile: si rimproverava che si alludesse alla vita ulteriore di Gesù di Nazareth senza credere in lui o che si fingesse di poter pensare ad essa senza essere cristiani… Eppure l’illusione di entrare in contatto col pensiero della vita o con la vita ulteriore di tal Gesù e di diventare per questo cristiani è ascrivibile alla religiosità magica… E mi pare quasi che questa illusione si trovi più diffusa tra i sedicenti cristiani occidentali che tra i praticanti dei riti magici dei Caraibi e del Sud America (non tutti i rituali del Candomblè sono magici).
    Un riferimento piuttosto chiaro della passata esistenza di Gesù di Nazareth si trova realizzato da Maometto assieme a un’indicazione della insostenibilità del culto del Nazareno così come testimoniato tra gli arabi allora; mentre l’origine della suddetta iconografia mi parve riconducibile a movimenti confusi di persone che avvenivano già ai tempi di Gesù nell’Impero Romano e senza informazione alle autorità politiche romane. Il fatto che a Maometto risultasse che Gesù non era morto crocifisso ha molto screditato il Profeta dell'Islam in Occidente ma a torto; perché la morte e resurrezione imputata da vasta tradizione a Gesù di Nazareth oggi si direbbe l’esser stato solo sul punto di morire. D’altronde parte della cultura occidentale ebbe rapporti positivi col Corano.
    Ma se si vuole un libro nel quale si mostra con immediatezza, semplicità ed efficacia che Gesù di Nazareth era un uomo realmente esistente, ci si trova sull’orlo del paradosso: infatti risulta che proprio non è adatta l'intera Bibbia né bastano i vangeli apocrifi né i ritrovamenti di antichi scritti, tra cui spicca una raccolta di detti attribuiti a lui; invece funziona un celebre libello scritto contro la religione cristiana pochi decenni orsono dall’altrettanto celebre F. W. Nietzsche. In questa pubblicazione si può trovare un riferimento spontaneo a Gesù di Nazareth, a causa di una contrarietà di fondo dell'autore (non dico ostilità) per quanto a questo stesso Gesù ispirato... Tanta spontaneità mette in contatto con una possibile, diretta intuizione!

    Con tutti i casi che ho menzionato e mediante una buona conoscenza della vera religione cristiana si trova la possibilità per una semplice riflessione. Non risulta che i cristiani trovino di fatto in Gesù di Nazareth l’ispirazione per la propria fede né motivo necessario per essa; non risulta che tale Gesù avesse ispirato il cristianesimo; risulta che alcuni cristiani si fossero ispirati agli eventi della sua vita per pensare il cristianesimo. Per comprendere questo è molto utile notare che quanto ad alcuni rivelatosi con la sua vita non bastava per essere cristiani... ma sarebbe parimenti utile limitarsi a considerare Dio e la fede in Dio semplicemente per quello che sono.
    Certamente la vita di Gesù non fu una profezia, che poteva essere interpretata in maniera creativa indipendentemente dalla volontà del suo autore o dei suoi autori; però non fu più di un segno dei nuovi tempi religiosi.
    Lo scienziato psicologo svizzero C. G. Jung notò della mentalità cristiana in rapporto a questo evento il riferirsi a una concomitanza: da una parte una vicenda umana, dall’altra l’accadere di un mistero non umano; ed è in verità su quest’ultimo che si può fondare il senso del sacro del cristianesimo, che appunto è legato a fattori sconosciuti che non possono essere i fatti riguardanti l’uomo stesso (e che per un verso possono essere postulati dalla scienza). Jung notava che l’immaginazione religiosa rappresenta il Mistero antropomorficamente ma non col solo segno bensì col simbolo che rimanda a una realtà differente. Nel caso del cristianesimo, Jung di questo Simbolo aveva trovato occasione anche in particolari mutamenti astrali, in particolare nell’avvicendarsi della cosiddetta Costellazione dell’Acquario a quella dei Pesci. La ricerca scientifica ha un valore molto limitato nei confronti del mondo religioso eppure a volte basta per capire qualcosa, soprattutto se è unita ad altre considerazioni. Ma queste non possono consistere nel perenne ossessivo ricorso alla figura storica di Gesù di Nazareth.
    Quello che si deduce dalla storia, non è la centralità nel cristianesimo di questa figura storica, la cui popolarità peraltro non evoca nulla di veramente essenziale per esso. Di ciò ce ne si accorge notando che tale centralità è nella maggioranza dei casi un’elusione, anche nei confronti di gravi e impellenti necessità ecologiche non estranee alla religione. Quello che si deduce dalla dottrina cristiana è l’esistenza di un Simbolo indipendentemente da ciò che ne aveva fatto segno, anche nel caso di Gesù di Nazareth; né si ritrova l’intero cristianesimo in relazione a questo particolare segno (appunto di tale Gesù); e per quanto non assente per molti, questo segno è assente o non veramente importante per molti altri; e tanto di quello che si dice cristiano è solo un rapporto a questo segno ma è evidente che non basta rapportarsi ad esso per essere cristiani né esso è necessario a tutti per essere cristiani. Che la scienza abbia trovato in un evento astrale un altro segno cristiano è un evento di non poco conto e certamente per interpretare questa scienza si deve capire che i Simboli da essa studiati possono essere costituiti da vari segni senza essere nessuno di essi in particolare. La scoperta del Cristo quale simbolo psicologico non è rimasta senza eco; ha segnato il passaggio dal New Thought alla New Age cristiana, un movimento culturale ad impronta ecologica non specificamente inquadrabile in uno schema, ora non più in auge ma non del tutto estinto (fu seguito dall’annuncio di una Next Age)… Certo si potrebbe affrontare la questione anche solo col riferimento alla storia della religione cristiana e delle dottrine cristiane; ma sarebbe ingiusto escludere pregiudizialmente la scienza.
    Ancora qualcosa da dire... Della novità del movimento pentecostale, si può dire che esso quando è più di un folkloristico revival, peraltro adatto più per il paganesimo che per il cristianesimo, allora si fonda su una nuova spiritualità che insiste sulle libertà dalle tradizioni invece che sulla memoria di Gesù di Nazareth; e constatando attraverso poche ma fondamentali informazioni il successo delle componenti inautentiche di tale movimento anzi la diffusione di quest’ultime nel mondo (specialmente in America Latina) si deve parimenti constatare che ancora una volta la vera realtà religiosa cristiana non dipende nella sua massima parte dal riferimento a Gesù di Nazareth (nonostante tutto notissimo).

    Trovo opportuno infine ricordare il celebre rifiuto attribuito a un imperatore romano, Giuliano l’Apostata. Non fu forse proprio l’aver scorto tanta imprecisione, fanatismo e errore circa il presunto capo carismatico del cristianesimo Gesù di Nazareth, a convincere Giuliano a stare alla larga da questa religione? Senza invitare nessuno a un tal rifiuto, concludo così questo mio scritto.



    MAURO PASTORE

  2. #2
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    Predefinito Re: Sul vero ruolo di gesù di nazareth per la religione cristiana

    Invito il lettore se possibile a esercitare una certa pazienza con il mio testo. A volte si trova una certa difficoltà espressiva. Spero che il lettore possa metterla in relazione con la intricatezza della situazione cui il mio scritto intende fare fronte e non pretenda troppo da uno scritto nato senza premeditazione e redatto senza troppo tempo a disposizione. Nonostante tutto, non sono i miei presupposti intricati. Per esempio avrei voluto evitare tanta complicatezza sulla Bibbia e sul suo Messaggio, ma mi è stato necessario fare fronte a una confusione immane e non certo mia, cui ho potuto reagire includendo nel testo anche qualche vera e propria contorsione verbale. Queste, come qualche costruzione artefatta nei periodi, siano occasione per concentrarsi sui contenuti. In verità la mia comunicazione è assai densa e non ha scopo estetico; è una comunicazione di fortuna, per cui l'alternarsi di un po' di bello stile con addirittura assenza di stile deve servire per capire se non altro lo scopo della comunicazione. Non ricerco lettori che si indignano per delle stranezze o anticonvenzionalità o per delle differenze (fossero pure improvvise). Se ad alcuni questa discussione pare barbara, dunque ben venga la "barbarie". D fatto ritengo il mio messaggio importante per la causa della vera religione a prescindere dal modo in cui è stato scritto.

    Mauro Pastore

  3. #3
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    Predefinito Re: Sul vero ruolo di gesù di nazareth per la religione cristiana

    Citazione Originariamente Scritto da PhyroSphera Visualizza Messaggio
    Invito il lettore se possibile a esercitare una certa pazienza con il mio testo. A volte si trova una certa difficoltà espressiva. Spero che il lettore possa metterla in relazione con la intricatezza della situazione cui il mio scritto intende fare fronte e non pretenda troppo da uno scritto nato senza premeditazione e redatto senza troppo tempo a disposizione. Nonostante tutto, non sono i miei presupposti intricati. Per esempio avrei voluto evitare tanta complicatezza sulla Bibbia e sul suo Messaggio, ma mi è stato necessario fare fronte a una confusione immane e non certo mia, cui ho potuto reagire includendo nel testo anche qualche vera e propria contorsione verbale. Queste, come qualche costruzione artefatta nei periodi, siano occasione per concentrarsi sui contenuti. In verità la mia comunicazione è assai densa e non ha scopo estetico; è una comunicazione di fortuna, per cui l'alternarsi di un po' di bello stile con addirittura assenza di stile deve servire per capire se non altro lo scopo della comunicazione. Non ricerco lettori che si indignano per delle stranezze o anticonvenzionalità o per delle differenze (fossero pure improvvise). Se ad alcuni questa discussione pare barbara, dunque ben venga la "barbarie". D fatto ritengo il mio messaggio importante per la causa della vera religione a prescindere dal modo in cui è stato scritto.

    Mauro Pastore
    Nell'ultima frase di questa mia nota 'D fatto' sta per: Di fatto.

    Mauro Pastore

  4. #4
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    Predefinito Re: Sul vero ruolo di gesù di nazareth per la religione cristiana

    Fornisco dei link contenenti due miei testi che potrebbero essere molto utili. Le relative discussioni furono interrotte non per mia volontà, in un caso senza che potessi replicare se avessi voluto.


    Sulle attuali folle che si proclamano cristiane e sulla vera dottrina cristiana.

    Solus Christus significa Solus Deus


    (Nel primo testo, poco prima della fine, 'intromèssesi' sta per: introméssesi (errore di battitura per un accento).)



    Mauro Pastore

 

 

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