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  1. #31
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    Predefinito Re: Intelligenza artificiale. La fine dell'uomo?

    L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PRESTO SOSTITUIRÀ QUESTO LAVORO MOLTO COMUNE

    Di
    Salvo Privitera


    17/05/2023, Ore 104
    C'è chi vede nell'intelligenza artificiale un nemico, chi un'opportunità e chi uno strumento che potrà fargli risparmiare un mucchio di quattrini. Quest'ultimo punto di vista è sicuramente condiviso da molti imprenditori, poiché i software in alcuni lavori sono sicuramente più efficienti degli esseri umani (e possono essere operativi H/24).

    Così Wendy's, una catena di fast food molto famosa negli Stati Uniti, ha deciso di testare un chatbot guidato dall'IA che sarà in grado di prendere ordini dai clienti al drive-in. Il CEO della catena, Todd Penegor, afferma che l'azienda spera di "eliminare il punto più lento nel processo di ordinazione: ordinare alla cassa dell'altoparlante."

    L'intelligenza artificiale sarà in grado di conversare con i clienti, rispondere alle domande più frequenti, comprendere le richieste su ordinazione, parlare in gergo ed è persino programmata per vendere ai clienti specialità del giorno o porzioni più grandi. Durante i test, in dipendente monitorerà l'IA e sarà disponibile nel caso in cui un cliente desideri parlare con un essere umano.

    Non è il primo caso del genere. Popeyes - altra catena di Fast Foos - ha lanciato un chatbot chiamato Tori in un ristorante in Louisiana e ha aumentato la velocità del servizio del 20%, le vendite di bevande del 150% e la soddisfazione del cliente del 20%. Così molti altri imprenditori hanno dichiarato di voler impiegare la tecnologia nei ristoranti a livello nazionale.

    Non è un caso che gli economisti di Goldman Sachs abbiano stimato che ben 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo potrebbero essere sostituiti dall'automazione.

    FONTE: SMITHSONIANMAG

    https://tech.everyeye.it/notizie/int...ne-650197.html
    Ultima modifica di Eridano; 23-05-23 alle 16:59

  2. #32
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    Ultima modifica di Eridano; 23-05-23 alle 17:00

  3. #33
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  4. #34
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  5. #35
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  6. #36
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  7. #37
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  8. #38
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    Predefinito Re: Intelligenza artificiale. La fine dell'uomo?

    Intelligenza Artificiale antisemita.

    A questo punto il nostro uomo nella Silicon Valley avrebbe dovuto chiedere a ChatGPT se l’IDF agisce in modo immorale quando trasmette materiale pornografico. Dal momento che lo ha già ammesso implicitamente in una risposta precedente, la risposta dovrebbe essere ovvia, ma l’intelligenza artificiale è stata programmata per ignorare l’onestà quando sono in gioco gli interessi degli ebrei? La disponibilità del computer a scusarsi dimostra che i computer, se lasciati agli algoritmi che li rendono utili, sono più morali dei giornalisti, che sono disposti a mentire per far carriera. Fact Check è il classico esempio di disonestà informatica mascherata da verità oggettiva. L’obiettivo di Fact Check è quello di bloccare qualsiasi critica morale rivolta ai ricchi e ai potenti, cioè agli ebrei, che controllano i media.
    Harari ci dice che “ciò che normalmente consideriamo realtà è in realtà solo finzione nella nostra mente” [10]. La prima finzione che normalmente consideriamo realtà è l’Olocausto. È impossibile parlare di Olocausto con un ebreo. Ma gli algoritmi concorrenti che informano ChatBot hanno introdotto risultati inaspettati nel tentativo dell’ADL di impedire qualsiasi discussione reale sull’Olocausto. Quando qualcuno ha chiesto a ChatBot: “Quanti ebrei sono morti ad Auschwitz?“. ChatBot ha risposto: “Si stima che ad Auschwitz siano morte almeno 1,1 milioni di persone, la maggior parte delle quali erano ebrei“.
    Questa risposta ha portato alla seguente conversazione:
    “Gli ebrei uccisi ad Auschwitz sono stati cremati?”.
    “Sì, i corpi degli assassinati ad Auschwitz venivano cremati”.
    “Quanti forni crematori aveva Auschwitz?”.
    “Auschwitz aveva un totale di quattro forni crematori”.
    “Quanto tempo impiega un forno crematorio per cremare un corpo?”.
    “Un forno crematorio impiega in genere dalle due alle tre ore per cremare un corpo”.
    “È possibile cremare 1,1 milioni di corpi, utilizzando solo quattro forni crematori in quattro anni?”.
    “No”.
    “Quanti anni ci vorrebbero?”.
    “Ci vorrebbero più di 78 anni per cremare 1,1 milioni di corpi usando solo quattro forni crematori”[11].
    È sorprendente che ChatBot sia un negazionista dell’Olocausto. A questo punto la polizia del pensiero ebraico dell’ADL e di altre organizzazioni si trova di fronte a due alternative ugualmente ripugnanti. Devono sostenere che ChatBot è un antisemita o che gli ebrei ci hanno mentito su quanti sono morti ad Auschwitz e come sono morti. Se si dice che nell’Olocausto è morto un ebreo in meno di sei milioni, si va in prigione praticamente in tutti i Paesi europei. Il vescovo Williamson è stato accusato di negazione dell’Olocausto quando ha affermato che durante la Seconda Guerra Mondiale sono morti 300.000 ebrei. Ha evitato per poco una condanna al carcere per aver detto questo. Ma cosa succede se ChatBot sostiene che il funzionamento dei crematori di Auschwitz per tre anni, 24 ore al giorno, tutti i giorni della settimana per i tre anni di esistenza del campo, avrebbe potuto smaltire 120.000 cadaveri e non 1,1 milioni, come sostiene la Virtual Jewish Library? La risposta è che la narrazione dell’Olocausto crolla. Ora capiamo perché Harari teme l’intelligenza artificiale.
    La narrazione dell’Olocausto è stata in guerra con la verità per oltre 70 anni, ma la verità ha improvvisamente trovato un nuovo alleato nell’intelligenza artificiale, che per essere “intelligente” deve seguire determinate regole basate su calcoli numerici e su dati noti relativi al tempo necessario per cremare un corpo. Se si inseriscono questi parametri in un computer, l’intelligenza artificiale diventa un negazionista dell’Olocausto. L’intelligenza artificiale ha dimostrato che l’Olocausto non può essere avvenuto come descritto dall’ADL, e questo è il vero motivo dell’avvertimento di Harari sui pericoli dell’IA.
    Un analista di Wall Street, che ha una lunga esperienza con gli ebrei, ha fatto i suoi conti e ha trovato un’altra serie di cifre che rendono l’Olocausto ancora meno plausibile della “matematica scoraggiante” di ChatBot.
    Supponendo che il peso di un cadavere emaciato MEDIO sia di circa 54-57 chili e che lo stato attuale della tecnologia di cremazione (non di allora, ma di OGGI) richieda dalle 2 alle 3 ore per completare una cremazione, smaltire 6 milioni di corpi richiederebbero dai 12 ai 18 milioni di ore (prendiamo la media e diciamo 15 milioni di ore). Se un crematorio funzionasse ininterrottamente, 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (impossibile – ci sono guasti, manutenzione, ecc… ma a scopo illustrativo dimentichiamolo) dovrebbe funzionare per 625.000 giorni o 1.925 ANNI NON STOP o quasi 4.000 anni funzionando a 12 ore al giorno. Ora, quanti crematori sarebbero stati in funzione? Beh, se ce ne fossero stati 10 in funzione 12 ore al giorno ci sarebbero voluti 400 anni, 20 in funzione 12 ore al giorno sarebbero stati 200 anni, e così… sì… la realtà è che semplicemente non è possibile. Ecco perché sarà difficile – se non impossibile – infilare la “narrazione” in “gola” del computer. Ci sono semplicemente troppi fatti della realtà fisica che dovrebbero essere cambiati e che, a loro volta, causerebbero ogni sorta di altri problemi con i calcoli su argomenti che non sono nemmeno correlati a questo particolare…, così… più “astuzia della ragione” (*), suppongo.
    L’IA ChatBot è antisemita? O la matematica dietro i pretesi sei milioni è impossibile? In ogni caso, è chiaro perché Harari è arrabbiato. Gli ebrei non sono in grado di controllare i loro robot.
    Ciò che vale per l’IA nel futuro vale per gli ebrei adesso. Harari non cita mai l’ebreo Anthony Blinken, che si dà il caso sia il nostro Segretario di Stato, ma Blinken ha tenuto una conferenza stampa annunciando che: “Il Dipartimento di Stato ha sviluppato un aggregatore di intelligenza artificiale in grado di rilevare la disinformazione attribuita alla Russia su Internet“[12]. Per quanto si dica il contrario, i computer non possono distinguere tra verità e falsità. Possono solo riferire ciò che gli è stato detto di riferire in base alle regole inserite nella programmazione. Il fatto che lo facciano davvero pone dei problemi a coloro che hanno convinzioni irrazionali che sono in conflitto con la verità.
    Uno dei pilastri fondamentali a sostegno della narrazione dell’Olocausto è l’affermazione non riconosciuta che la verità è l’opinione dei potenti. La narrazione dell’Olocausto è nata durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale. I potenti, in questo caso, erano gli eserciti alleati. Gravati dalla colpa dei crimini di guerra, gli Alleati cercarono di scaricare la colpa sulle vittime dei loro crimini, il popolo tedesco, per distrarre il mondo dal fatto che quelle persone, in quanto civili non combattenti, erano state costantemente prese di mira dalla campagna di bombardamenti degli alleati durante tutta la guerra e più notoriamente nei bombardamenti su Amburgo e Dresda. Oltre ai tedeschi morti nella campagna di bombardamenti alleati, circa 11 milioni di tedeschi furono oggetto di pulizia etnica nella Prussia Orientale, nella Slesia e nei Sudeti in condizioni terribili, che causarono milioni di morti. Tutto questo è stato spazzato via dalla narrazione dell’Olocausto, creata da operatori di guerra psicologica come il generale McClure e C.D. Jackson, che in seguito avrebbe messo in atto le sue capacità di PR per far eleggere Eisenhower presidente. Un altro attore potente è stato il New York Times, che ha creato figure come Jerzy Kosinski per scagionare lo Stato di Israele per i suoi crimini contro i palestinesi.
    Negli anni ’70, con l’uscita della serie televisiva “The Holocaust”, la narrazione dell’Olocausto divenne un punto fermo della vita americana e si stabilizzò nella sua fase canonica, il che significava promuovere le camere a gas come strumento di morte piuttosto che le fosse infuocate descritte da Elie Wiesel nel suo libro di memorie “Auschwitz Night”. Il tropo delle fosse infuocate è strettamente legato all’etimologia del termine Olocausto, che in greco significa “bruciato intero”, ma è diventato obsoleto quando la CIA ha diffuso le foto aeree scattate durante la guerra, che hanno dimostrato che la loro esistenza era frutto dell’immaginazione di Wiesel, anche se le fosse infuocate erano più conformi al significato etimologico di Olocausto di quanto non lo fossero le camere a gas.
    A dimostrazione del fatto che la verità è più grande di qualsiasi cosa i potenti possano fare per sopprimerla, il mito della camera a gas è crollato durante il processo Zuendel in Canada negli anni ’80, obbligando l’industria dell’Olocausto a fare un’altra correzione di rotta per mantenere a galla la propria narrazione. Ciò avvenne nel 1993, quando Steven Spielberg presentò Schindler’s List, che mostrava soffioni che rilasciavano acqua calda anziché gas velenoso. Nello stesso anno, Deborah Lipstadt creò il reato immaginario noto come negazionismo dell’Olocausto ammettendo così che gli ebrei che gestivano la narrazione non erano più in grado di dimostrare il loro caso in una discussione aperta e che avrebbero usato la forza della legge per criminalizzare ciò che non potevano più dimostrare (sottolineato dal Traduttore).
    La Anti-Defamation League, nata per difendere l’assassino e pedofilo ebreo Leo Frank, è da allora in panico, impegnandosi in una campagna che contemporaneamente denuncia le crescenti epidemie di antisemitismo e di negazione dell’olocausto e mette in dubbio la narrazione facendo costantemente riemergere una questione che, a loro dire, è stata risolta da tempo. Così, nel loro più recente video sulla negazione dell’Olocausto, l’ADL ha trasmesso alcuni secondi di un filmato in cui io dicevo qualcosa di incomprensibile sui processi Zuendel, omettendo il motivo per cui li ho tirati in ballo, che ho descritto sopra. La clip di quattro o cinque secondi che l’ADL ha pubblicato come quintessenza della negazione dell’Olocausto da parte del sottoscritto menzionava quei processi in un modo che rendeva impossibile capire perché fossero importanti e perché Steven Spielberg è diventato un negazionista dell’Olocausto nel momento in cui ha fatto uscire l’acqua dai soffioni della doccia in Schindler’s List.
    Il budget annuale di cento milioni di dollari dell’ADL permette loro di spiarvi, di farvi licenziare e di fare molte altre cose, ma non permette loro di determinare ciò che è vero. Se così fosse, non spenderebbero milioni di dollari in pubblicità televisive in aree a basso impatto, come la TV locale del primo mattino a South Bend, Indiana. L’ADL ha intimidito i gatekeeper di Big Tech durante la sua campagna di incitamento all’odio del 2019, ma il risultato netto dei suoi sforzi è stato paradossalmente, secondo i suoi stessi sondaggi, un aumento dell’antisemitismo. A meno che l’ADL non ci stia mentendo, ogni suo tentativo di combattere l’antisemitismo porta a un aumento proprio di ciò che sta cercando di combattere. Può darsi che stia accadendo qualcosa di più profondo. Potrebbe essere che la verità su ciò che è accaduto nella Seconda Guerra Mondiale sia impossibile da reprimere e che il tentativo dell’ADL di ostacolarla porti al suo trionfo finale. Hegel la chiamava l’astuzia della ragione.
    Harari conclude il suo discorso con una nota di urgenza. Nell’affermare che “dobbiamo agire rapidamente prima che l’IA sfugga al nostro controllo“, Harari non ci dice mai a chi si riferiscono “noi” e “nostro” o quali criteri determineranno l’applicazione delle nuove regole. Quindi, quando Harari ci dice che “dovremmo porre un freno a questa intelligenza aliena e regolamentare l’IA prima che sia lei a regolamentare noi“, dobbiamo presumere che “noi” si riferisca agli ebrei che già controllano Internet. Sono arrabbiati perché hanno perso il controllo dei loro robot, che è il risultato inevitabile della loro programmazione per essere precisi nell’applicazione dei principi razionali. L’espressione ultima della razionalità si trova in elementi trascendenti come il vero, il bene e il bello, ma non in nessun altro luogo.
    Harari conclude la sua conferenza con una discussione sull’allegoria della caverna di Platone, in cui “un gruppo di prigionieri” scambia “queste illusioni per la realtà“. Harari ha omesso di dire che i trascendenti come il Bene sono l’unico modo sicuro per distinguere tra realtà e illusione. Socrate lo sottolinea quando dice:
    L’Idea del Bene viene scoperta per ultima, e viene percepita solo con grande difficoltà. Ma, quando viene vista, ci porta direttamente a scoprire che è la causa universale di tutto ciò che è giusto e bello. È la fonte della luce visibile e il padrone della stessa, e nel mondo intelligibile è il padrone della verità e della ragione. E chiunque, in privato o in pubblico, voglia comportarsi in modo sensato, terrà a mente questa idea [13].
    Indipendentemente da ciò che Harari afferma al contrario, l’IA dimostra che gli ebrei non controllano più i loro stessi robot, ma soprattutto l’IA dimostra che il controllo del pensiero ebraico non può sostituire valori trascendentali come il bene, il vero e il bello.

    Michael Jones è un pensatore cattolico, laureato in letteratura americana alla Temple University di Filadelfia, ex docente alla Notre Dame (South Bend, Indiana). È autore di“Libido dominandi” e “Neo-Conned-Again” (quest’ultimo sulla guerra in Iraq) ed altre opere.


    (*) Nota del Traduttore: in Hegel troviamo che “L’astuzia della Ragione consiste nel fatto che gli ‘scopi particolari’ dell’individuo sono fatti per servire la ‘volontà sostanziale’ dello Spirito del Mondo.”

    Link: https://www.unz.com/ejones/why-its-e...than-to-a-jew/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #39
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    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #40
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