Originariamente Scritto da
m96m
È vero che il Concilio Vaticano II non ha voluto definire dogmi particolari ma è stato un concilio di carattere più pastorale.
Tuttavia si è impegnato anche sul profilo dottrinale, tanto che vi sono due costituzioni dogmatiche, la Lumen gentium e la Dei Verbum.
Anche altri documenti di carattere pastorale tuttavia fondano questa stessa pastorale sulla dottrina che nel concilio viene riespressa e approfondita.
Ebbene, sotto un profilo teologico la dottrina espressa da un concilio è vincolante sia sul profilo della fede che su quello dell’approfondimento teologico.
È un insegnamento dottrinale garantito dall’Alto.
https://www.amicidomenicani.it/le-vo...-del-concilio/
https://www.didatticaermeneutica.it/...o-magistralis/
Non vi è dubbio alcuno che il magistero di un concilio sia un Magistero solenne e straordinario.
Allora ecco che cosa dice la Costituzione dogmatica Lumen gentium del Concilio Vaticano II: “Questa infallibilità, della quale il divino Redentore volle provveduta la sua Chiesa nel definire la dottrina della fede e della morale, si estende tanto, quanto il deposito della divina Rivelazione, che deve essere gelosamente custodito e fedelmente esposto. Di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio….
L’infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel corpo episcopale quando esercita il supremo magistero col successore di Pietro. A queste definizioni non può mai mancare l’assenso della Chiesa, data l’azione dello stesso Spirito Santo che conserva e fa progredire nell’unità della fede tutto il gregge di Cristo” (LG 25).
4. Gli argomenti concernenti la libertà religiosa e la collegialità episcopale riguardano la dottrina della fede e della morale.
Non si tratta di un insegnamento opinabile o di una direttiva pastorale, ma di dottrina, di verità importanti.
Circa la libertà religiosa: come ho già detto più volte in questo nostro sito, non si tratta di libertà dalla verità, perché questa non esiste. Vi è infatti un intimo legame tra libertà e verità.
Ma il Magistero qui parla di libertà nei confronti delle autorità politiche e religiose. Di questa libertà hanno diritti i cristiani stessi nei confronti di regimi che politici o religiosi che impediscono ai cristiani di vivere come tali.
Circa la collegialità: i due riferimenti biblici (Mt 18,18 e At 15,28) sono chiari.
È altrettanto chiaro che non esiste collegialità a prescindere da Pietro e dal riconoscimento dei poteri datigli da Cristo.
Pertanto vi è vera collegialità solo là dove i vescovi sono con Pietro e sotto Pietro (cum Petro et sub Petro).
5. Le singole parole di un Concilio non sono tutte, certo, del medesimo valore.
Le sentenze dogmatiche sancite dai concili stessi hanno un valore particolare: sono dogmi.
I testi di un Concilio godono ugualmente di un’assistenza particolare dello Spirito Santo, nel medesimo modo in cui si espresse il concilio di Gerusalemme.
I contenuti insegnati sono espressione di un magistero solenne e straordinario al quale si deve in modo tutto particolare l’ossequio interno ed esterno dei fedeli.
Sottolineo l’ossequio interno: esso parte dalla consapevolezza che quelle affermazioni il magistero le ha fatte con l’assistenza dello Spirito Santo, che è lo Spirito di verità ed è infallibile.
Sicché in caso di difformità tra il proprio pensiero e l’insegnamento della Chiesa, il credente, se intende agire da credente, preferisce la sentenza del Magistero alla sua e obbedisce.
6. Pertanto alla tua specifica domanda “è corretto dire che ci sono delle dottrine "Erronee"?” devo dire: no, non è corretto, è sbagliato, è erroneo.
7. Il Concilio Vaticano II ha avuto un carattere pastorale nel senso che non ha inteso definire nuovi dogmi.
Ma per Concilio Pastorale non s’intende che il suo insegnamento sia di serie b. Intanto perché si tratta di magistero solenne e straordinario.
Inoltre perché vi sono costituzioni dogmatiche.
E anche quando le costituzioni non sono dogmatiche vi sono insegnamenti ben precisi, come quelli relativi alla libertà religiosa, che vincolano chiedendo l’ossequio interno, oltre che quello esterno.
https://www.amicidomenicani.it/le-ch...ia-dottrinale/
Qualcuno però è andato oltre affermando ad esempio che una religione vale l’altra o che all’interno della Chiesa i laici possono consacrare l’eucaristia al posto dei sacerdoti.
Secondo costoro il Concilio avrebbe segnato una rottura con la Chiesa precedente.
Un’affermazione del genere ha conseguenze enormi: significherebbe che la nostra fede non sarebbe più quella dei nostri padri o quella degli apostoli.
6. Altri, al contrario, dicono che la Chiesa ha tradito se stessa e che alcuni papi avrebbero deviato dalla retta fede.
7. Come vedi si tratta di due forme estremiste che vanno corrette.
Circa il primo estremismo va ricordata quella che Benedetto XVI ha chiamato “ermeneutica della continuità”: il Concilio Vaticano è uno sviluppo della dottrina e della vita precedente.
Circa il secondo estremismo va ricordato che Cristo non ha abbandonato la Chiesa, che Pietro e solo Pietro continua ad essere il vero garante della fede, proprio perché Cristo l’ha assicurato e immunizzato su questo punto (Lc 22,32).
https://www.amicidomenicani.it/perch...a-del-passato/