Di solito c'è un forte scambio intellettuale tra Francia e Italia. Sia a sinistra (operaismo, gramscismo, ecc.) che a destra (la cosidetta "nouvelle droite", evolianismo, ecc.).

Anche alcune iniziative militanti hanno destato interesse : Casapound, Val di Susa, per citarne solo due.

Ma in un angolo oscuro, dimenticato, sembra trovarsi Renaud Camus e la sua battaglia per mettere in luce quel che ha chiamato "la Grande Sostituzione" (GS).

La GS, secondo Camus, non è una teoria, è la descrizione di un processo visibile ad occhio non solo in Francia ma in tutta l'Europa occidentale : il radicamento in queste terre di una popolazione straniera, precisamente di origine africana, che poco a poco travolge quella nativa, autoctona.

E questa GS viene collegata da Camus ad una altra sostituzione, questa volta di ordine culturale : infatti secondo lui viviamo nell'era in cui sparisce la cultura di una volta, cultura che veniva personificata dalla figura e dalla classe borghese. Dice Camus che ormai il borghese è un proletario con tanti soldi.

Questo per sintetizzare al massimo. Ovviamente ci rammenta un discorso dal sapore pasoliniano, ma la novità è che si punta ad una realtà antropologica di cui è scomodo parlare ma che, sotto il velo dell'ipocrisia, tutto vedono.

Cosa si sa e si legge di Camus in Italia ? Se come credo non è stato correttamente valutato ed apprezzato dall'area italica, come lo si spiega ?