Articolo 18 della costituzione italiana: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”.
E ancora, legge 17 Anselmi del 1982: “Si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall’art. 18 della Costituzione, quelle che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale”.
Il nostro ordinamento giuridico da quindi una certa importanza al tema delle società segrete. Lo ha dato a partire dalla legge fondamentale, la Costituzione, e lo ha dato nello specifico con una legge ad hoc in seguito alle indagini sulla Loggia P2.
Che il problema dell'associazionismo segreto, potenzialmente teso alla conquista o quanto meno alla manipolazione del potere istituzionale, esista, lo dicono dunque anche i più blandi legislatori della Repubblica.
Del resto il peso di queste associazioni è sempre stato notevole in Italia da prima ancora che un'Italia esistesse, se pensiamo che Cavour e Garibaldi, tanto ostili l'uno all'altro in pubblico, erano affratellati dall'appartenenza alla Massoneria e in quelle logge lavorarono per l'annessione degli stati italiani al Piemonte.
Il Fascismo dichiarò contro la medesima Massoneria un'autentica guerra di religione, in verità poco efficace se pensiamo che Dino Grandi, promotore dell'ordine del giorno che sfiduciò Mussolini nel '43, era un iscritto alla Massoneria e faceva parte del Gran Consiglio, l'organo più importante del partito fascista.
In forme diverse l'associazionismo segreto ha percorso tutta la storia dal dopoguerra come protagonista negativo di eventi importanti (P2, Gladio, Strage di Bologna) e come oggetto di indagini giudiziarie (inchieste Cordova, De Magistris, Forleo) puntualmente stroncate in modo misterioso.
Un caso importante di associazionismo segreto che ha molta influenza in questi anni è quello che vede allegramente riuniti sotto lo stesso tetto esponenti della malavita organizzata e delle forze dell'ordine, della magistratura, della prefettura (chiameremo l'insieme di queste ultime autorità pubbliche “gendarmi”).
Ne parla con sgomento il presidente dell'associazione Contro Tutte le Mafie, Antonio Giangrande, nel suo libro L'Italia del Trucco, l'Italia che siamo, laddove, a proposito delle ultime inchieste sui legami tra politica e malavita si evidenzia che alle società segrete sono iscritti indifferentemente esponenti della mafia o della criminalità organizzata in genere e i gendarmi che dovrebbero dar loro la caccia. Quel che è peggio, a prescindere dagli scopi che la loggia segreta si prefigge, è che gli appartenenti sono legati a vicenda da un giuramento di fedeltà.
Da un lato, sottolinea Giangrande, è difficile capire come possa un funzionario pubblico far coesistere la fedeltà allo Stato con quella a una loggia massonica, specialmente quando gli scopi dell'uno e dell'altra siano in contrasto.
Ma dall'altro viene da chiedersi: come possiamo credere che i gendarmi della legge e della giustizia cerchino e arrestino boss mafiosi se i loro vertici prendono gli aperitivi nel medesimo club segreto? Perché questa è l'evidenza da cui partire: la lotta alla mafia, alla camorra, alla borghesia mafiosa è in ultima battuta sempre inefficace e non si cattura mai l'ultimo bastione in cui risiedono le “menti raffinatissime”.
I casi sono tre. O una grossa fetta dei vertici della gendarmeria è composta da autentici traditori che al lavoro per lo Stato e per i cittadini preferiscono quello per le società segrete, e in questo caso non si accaniranno certo contro i loro fratelli. Oppure il discorso è da ribaltare e sono le società segrete che a monte riescono a infiltrare propri iscritti negli apparati dello Stato così da piegare quest ultimo all'impotenza. Ultima ipotesi, entrambe le possibilità precedenti si verificano.
In ogni caso, siamo in un pasticcio da cui difficilmente si può uscire agendo all'interno di un sistema che è già di per sé inquinato e infiltrato in modo da non affondare.

Lungi dall'essere tema per complottisti, le società segrete hanno un proprio ruolo molto importante nella vita del nostro paese. Anche gli attentati mortali a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sembrano avere, in base agli ultimi discreti sviluppi, una matrice più che mafiosa, “massomafiosa”. Il che non può essere avvenuto senza la complicità di apparati dello Stato che la Massoneria ha frequentano in ogni occasione.

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