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    Predefinito Dopo il fango "Libero" passa alle balle

    Dopo il fango “Libero” passa alle balle
    Il direttore Maurizio Belpietro dice di non ricevere finanziamenti pubblici, ma li chiede sempre

    Maurizio Belpietro
    , dopo aver mentito sulle vendite del nostro giornale giovedì scorso ad Annozero (“Il Fatto perde copie”), quando è stato preso in castagna da Marco Travaglio (leggi qui l’editoriale di sabato) ne ha detta un’altra sui conti propri. Nel suo editoriale di domenica scorsa il direttore di Libero ha scritto: “Travaglio ha raccontato almeno un paio di balle. La prima è quella sul contributo pubblico, senza il quale secondo Travaglio Libero non starebbe in piedi…. Marco potrebbe agevolmente telefonare al dipartimento dell’editoria per scoprire che il nostro giornale non percepisce un euro di denaro pubblico dal 2007 e ciò nonostante sta in piedi senza problemi”.

    Effettivamente al Dipartimento, ma anche agli amministratori della società editrice Libero che lo scrivono nel bilancio 2008, risulta che il quotidiano ha incassato 7,7 milioni nel dicembre 2008 (con riferimento ai conti del 2007) e ha iscritto nel bilancio di quell’anno una sopravvenienza di 1,2 milioni dovuta al maggiore incasso rispetto alla somma di 6,5 milioni prevista. Per smentire Belpietro, comunque, basta leggere Belpietro stesso. Nel 2008 quando dirigeva Panorama e dedicava un’inchiesta allo scandalo dei contributi pubblici, Belpietro scriveva un editoriale titolato “Perché dico basta ai giornali assistiti”. Dopo aver ricordato i 39 milioni incassati da Libero in sette anni, Belpietro aggiungeva: “Senza contributo pubblico forse i giornalisti si sforzerebbero di fare giornali migliori”.

    Poi è arrivato a Libero, è diventato consigliere di una società che chiede una dozzina di milioni allo Stato, e ha cambiato idea. Sarà per colpa dei troppi contributi che il suo Libero, con la pancia piena corre poco e ha dimezzato le copie rispetto al glorioso 2006 di Feltri. La smentita più sonora alla balla di Belpietro (Libero sta in piedi senza soldi pubblici) arriva dal bilancio approvato dal consigliere di amministrazione Maurizio Belpietro, il 13 maggio scorso.
    Nelle relazioni che accompagnano il bilancio si legge che Libero:
    1) ha chiesto i contributi per il 2008 e il 2009 e li ha iscritti a bilancio per 6 milioni all’anno;
    2) non ha ancora incassato un euro per il 2008 perché le carte non sembrano a posto alla Presidenza del Consiglio;
    3) senza quei contributi, la società non sarebbe in equilibrio. Come tante società del sud, l’Editoriale Libero Spa ha bisogno dell’aiuto dello Stato per sopravvivere. La foto scattata dai suoi amministratori è impietosa: Libero da un anno aspetta con il cappello in mano davanti ai tecnici del Dipartimento dell’editoria che non vedono chiaro nella sua documentazione.


    La società di revisione BDO ha certificato il bilancio con questa postilla; “L’equilibrio economico e finanziario della società è strettamente legato all’ottenimento dei contributi suddetti”. Anche l’amministratore nella sua relazione spiega: “Il contributo di competenza dell’esercizio 2008 non risulta ancora liquidato dal Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il ritardo nella liquidazione è attribuibile ad alcune verifiche in corso relative al rispetto dei requisiti previsti dalla legge 250 del 1990 già da noi dimostrati in sede di istruttoria. La società ha fornito agli organi verificatori la piena collaborazione per accelerare l’iter di verifica… il ritardo nella liquidazione sta comunque segnando un peggioramento della posizione finanziaria che potrebbe, in caso di protrarsi dei termini di incasso, trasformarsi in uno stato di tensione finanziaria”.
    Per avere un’idea di quanto sia importante il contributo per Libero, basti un dato: nel 2008 supera il totale del costo degli stipendi. Gli amministratori di Libero ammettono di aver risolto i problemi solo grazie ai soldi della famiglia Angelucci “con il supporto del socio unico Fondazione San Raffaele nei confronti dei quali già è iscritto tra i debiti del bilancio un’anticipazione finanziaria di oltre 5 milioni”.
    Il Fatto Quotidiano
    Da Il Fatto Quotidiano del 26 ottobre 2010
    -------------------------------
    Quando uno dice le bugie si vede dal naso. Balle spaziali o ecoballe?
    Ultima modifica di Dario; 26-10-10 alle 19:05
    Cum Feris Ferus

 

 

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