Parlamento europeo: basta fast fashion e greenwashing

Regole più dure per combattere l'eccesso di produzione, consumo e rifiuti tessili
[28 Aprile 2023]


Il 30 marzo 2022 la Commissione europea ha presentato la strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari per affrontare l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e proporre azioni per cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo i prodotti tessili che punta ad attuare gli impegni dell’Europea Green Deal, il nuovo piano d’azione per l’economia circolare e la strategia industriale per il settore tessile. Ieri, i deputati europei della commissione per l’ambiente hanno adottato, con 68 voti favorevoli, nessun contrario e un’astensione, le raccomandazioni per misure dell’Unione europea per garantire che «I tessuti siano prodotti in modo circolare, sostenibile e socialmente giusto».

La relatrice, la socialdemocratica tedesca Delara Burkhardt, ha sottolineato che «I consumatori da soli non possono riformare il settore tessile globale attraverso le loro abitudini di acquisto. Se permettiamo al mercato di autoregolarsi, lasciamo le porte aperte a un modello di fast fashion che sfrutta le persone e le risorse del pianeta risorse. L’Ue deve obbligare legalmente i produttori e le grandi aziende della moda a operare in modo più sostenibile. Le persone e il pianeta sono più importanti dei profitti dell’industria tessile. I disastri che si sono verificati in passato, come il crollo della fabbrica Rana Plaza in Bangladesh , le crescenti discariche in Ghana e Nepal, l’acqua inquinata e le microplastiche nei nostri oceani, dimostrano cosa succede quando questo principio non venga perseguito. Abbiamo aspettato abbastanza a lungo: è ora di fare un cambiamento!»

Secondo gli eurodeputati, «I prodotti tessili venduti nell’Ue dovrebbero essere più durevoli, più facili da riutilizzare, riparare e riciclare, realizzati in gran parte con fibre riciclate e privi di sostanze pericolose». E sottolineano che «I tessuti dovrebbero essere prodotti in modo da rispettare i diritti umani, sociali e del lavoro, l’ambiente e il benessere degli animali lungo tutta la catena di approvvigionamento».

Per contrastare la sovrapproduzione e il consumo eccessivo di abbigliamento e calzature, la commissione ambiente del Parlamento europeo invita la Commissione Ue e i Paesi membri ad «Adottare misure che mettano fine al “fast fashion”, a partire da una chiara definizione del termine basata su “alti volumi di capi di qualità inferiore a bassi livelli di prezzo”». Nella prossima revisione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, «I consumatori dovrebbero essere meglio informati per aiutarli a fare scelte responsabili e sostenibili, anche attraverso l’introduzione di un “passaporto digitale dei prodotti”».

Gli eurodeputati ti vogliono «Obiettivi ambiziosi basati sulla scienza per ridurre le emissioni di gas serra nell’intero ciclo di vita del settore tessile» e chiedono alla Commissione Ue e agli Stati membri di «Garantire che i processi di produzione diventino meno dispendiosi in termini di energia e acqua, evitino l’utilizzo e il rilascio di sostanze nocive e riducano l’impronta dei materiali e dei consumi. I requisiti per la progettazione ecocompatibile di tutti i prodotti tessili e calzaturieri dovrebbero essere adottati in via prioritaria».

Inoltre, i deputati europei chiedono inoltre che «La revisione della direttiva quadro sui rifiuti includa specifici obiettivi separati per la prevenzione, la raccolta, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti tessili, nonché l’eliminazione graduale dello smaltimento in discarica dei tessili.

Altre raccomandazioni includono: L’inclusione nelle norme Ue sull’ecodesign di un divieto esplicito di distruzione di prodotti tessili invenduti e restituiti; Regole chiare per porre fine alle pratiche di greenwashing, attraverso il lavoro legislativo in corso per responsabilizzare i consumatori nella transizione verde e regolamentare le pubblicità green; Garantire pratiche commerciali eque ed etiche attraverso l’applicazione degli accordi commerciali dell’Ue; L’avvio senza ulteriori indugi dell’iniziativa della Commissione Ue per prevenire e ridurre al minimo il rilascio di microplastiche e microfibre nell’ambiente.
La relazione dovrebbe essere adottata in plenaria dal Parlamento europeo prima dell’estate.