Bruno Rassu



Vi è un opuscolo, pubblicato alla fine del 1989, dell'allora segretario del Movimento Sociale di Forlì, Sergio Montalti, («un MSI di sogno» ... definì Niccolai, su "L'Eco della Versilia", quella gestione federale) che ricorda la conferenza, la prima in Italia, su Bombacci, tenuta da Niccolai il 14 maggio 1988 alla sala Gaddi di Forlì.
Nella prefazione di Montalti al testo della conferenza vi si legge che in essa: «... è la testimonianza autentica d'amore e d'affetto che Beppe ebbe sempre per il personaggio Bombacci ...»
«Quando il Fascismo si fa dramma» -dice Niccolai- «Bombacci ha molto da dire agli italiani comunque essi la pensino; è la civiltà del lavoro che si contrappone a quella dell'oro ed è la civiltà che sgretola i vecchi confini e le vecchie appartenenze politico-sociali che vanno superate dal nuovo che avanza».
Praticamente Bombacci, il vecchio fondatore del comunismo italiano, riesce a riportare attorno alle bandiere della RSI folle di popolo che ritrovano nell'apostolo della Socializzazione i motivi per vivere con Mussolini la disperata e tragica esperienza dell'ultimo Fascismo.
Bombacci non rinnega nulla del suo passato di uomo politico di sinistra: è il bolscevismo che rinnega quella lotta rivoluzionaria che doveva cambiare il mondo e redimerlo dalle ingiustizie e dalla sopraffazione.
Quando Bombacci viene fucilato dai comunisti italiani sulle rive del lago di Como, ci ricorda Niccolai, che, morendo, gridò: «viva il socialismo». In quel grido Bombacci riassume, dopo cinquant'anni di lotte politiche i grandi valori ideali che lo hanno sempre animato. In tutta la sua vita politica di uomo di sinistra, non esistono crimini, ma generosità, povertà, passione per una nostra rivoluzione tutta Italiana che non può confondersi con il "socialismo reale" di Stalin.
È questo il ricordo di Nicola Bombacci che Beppe ci lascia.
Un maestro di vita, una coscienza, che cerca anche nel "vecchio comunista" le tante risposte alle tormentate domande politiche che si pone verso la fine della sua esistenza terrena.
Appare ovvio che una tale ricerca politica non si potesse esaurire nell'impegno per la elezione di qualche deputato della... destra politica.
Il gioco politico è ora troppo importante e noi con l'umiltà intelligente che ci insegnavi, vogliamo ritrovare la passione che ti distingueva, che ti portava a scavare e a soffrire per ogni grande personaggio del nostro passato.
Il tuo "Mussolini che scende dal piedistallo"... viene ucciso con l'ultimo "romantico comunista" nella visione di un ritrovato nuovo pensiero che deve testimoniare alla nostra comunità il vero domani che dovrà compiersi, anche nel tuo ricordo.

Bruno Rassu