Originariamente Scritto da
Doxa
Nell’arte l’immagine della donna che allatta ha radici lontane, nella preistoria, con la rappresentazione scultorea della “
Grande Madre”, divinità femminile forse di epoca paleolitica, sicuramente neolitica, detta anche “Grande Dea” o “Dea Madre”. La sua figura steatopigia evoca il simbolismo materno della fertilità, della nascita, perciò spesso rappresentata con il bimbo in braccio o poggiato sul grembo, mentre è dedita alla lattazione del neonato.
E’ presente in varie culture e civiltà. Esempi: era conosciuta dai Fenici come “Ashtoreth”, in Mesopotamia come Ishtar, dai Semiti come Astarte, dagli Egizi come Au Set, dai Greci come Cibele.
Nel tempo alle personificazioni della Grande Madre vennero attribuite varie connotazioni e mansioni.
scultura antropomorfa in pietra calcarea rinvenuta senza testa. Rappresenta la Dea madre Astarte, la Grande Madre fenicia e cananea, mentre allatta il figlio.
Astarte, venerata come protettrice della fertilità del suolo e delle donne, è presente anche nell’ebraico biblico col nome di ‘Ašteret, plurale ‘Aštērōt nel Libro dei Giudici (10, 6).
Dalla XVIII dinastia egizia la dea fenicia entrò a far parte anche del pantheon egizio, col nome di “Au Set”. I Greci che conquistarono l’Egitto la chiamarono Iside, la grande dea della fertilità e della maternità.
Iside: la “Grande Madre” dell’antico Egitto.
Iside mentre allatta il figlio Horus.
Questa immagine evoca quella di Maria con Il Bambino nel cristianesimo.