Prima di guidare la CDU al posto di Angela Merkel, Annegret Kremp Karrenbauer, allora Presidente del Land della Saar, fece adottare dal proprio governo regionale una “Stratégie France” che intendeva far diventare bilingui i propri abitanti (sono circa un milione) nello spazio di una generazione, e cioè entro il 2043. L’annuncio fu dato dalla Presidente il 22 gennaio 2013, all’anniversario del Trattato franco-tedesco dell’Eliseo, firmato nel 1963.

Così nella stessa ricorrenza, in diverse occasioni, nei media e nell’ambito politico, si tenta di fare un bilancio. Il 3 novembre 2019, la nuova ministra regionale dell’Educazione, Christine Streichert-Clivot, aveva messo in dubbio la possibilità di realizzare l’obiettivo entro il 2043, senza un aumento degli investimenti, per esempio sul numero degli insegnanti madrelingua.

Alcuni risultati, però, ci sono. Più della metà delle scuole dell’infanzia ha introdotto la lingua francese nella formazione precoce, e 61 di esse fanno parte della rete delle duecento scuole materne bilingui previste dal nuovo Trattato dell’Eliseo, come rivisto da Emmanuel Macron e da Angela Merkel il 22 gennaio 2019.

In tutte le 161 scuole elementari del Land viene insegnato il francese. In 47, l’insegnamento avviene sin dalla prima classe mentre cinque istituti lo impartiscono in condizioni di bilinguismo, dunque nelle diverse materie. Il 3 gennaio 2020 l’aggiornamento annuale ha dato notizia che 1452 studenti (circa l’80%) delle scuole elementari hanno ottenuto nel 2019 il certificato DELF-a1, cioè il primo livello di conoscenza della lingua francese.

Nelle scuole medie e superiori tutti gli studenti studiano il francese, come prima, seconda e in qualche caso come terza lingua. Dal 2021 l’obiettivo è far conseguire agli studenti il livello B2 di francese, mentre già oggi è possibile ottenere i vari livelli di certificazione DELF e DALF, nonché il doppio diploma di maturità (ABIBAC, come l’ESABAC italo-francese): quattro licei impartiscono lezioni su un piano bilingue. Vi sono nella Saar inoltre sei scuole professionali franco-tedesche: nell’automotive a St. Ingbert, nel turismo a Halberg, nell’alberghiero, nell’edilizia, nell’energia nonché nell’informatica a Saarbrücken, che praticano la formazione in alternanza scuola-lavoro in imprese in Francia.

Nell’alta formazione, la Strategia poggia su relazioni consolidate. L’Università della Saar fu fondata dal governo francese nel novembre del 1948, ai tempi dell’occupazione alleata, e oggi offre 11 corsi che riguardano la Francia o la lingua francese oltre a 19 diplomi bi-o tri-nazionali in partnership con un’università francese. La Saar ospita anche una piccola ma vivace università politecnica franco-tedesca, ISFATES, fondata nel 1978 e attualmente con 450 studenti, figlia della collaborazione tra la Hochschule für Technik und Wirtschaft della Saar e l’Università della Lorena.

La Strategia francese aveva attirato grande attenzione al momento del suo lancio, e continua a essere considerata una “buona pratica”, anche da parte della Commissione europea, che l’ha menzionata nel 2017 in una Comunicazione sulla prossima programmazione dei fondi strutturali, e che ha adottato una Comunicazione sulla diffusione del plurilinguismo già nel 2008.

L’approccio della “Strategia francese” del Land è essenzialmente economico. La lingua francese è intesa come veicolare, e a fianco della materna lingua tedesca, e dell’inglese, per favorire le occasioni di sviluppo: attrazione delle imprese, espansione nel mercato francese e nel sistema della francofonia. Nella Saar ci sono 18 mila pendolari giornalieri, si registrano un centinaio di filiali e succursali di imprese francesi, che impiegano circa 3000 addetti, mentre almeno 70 imprese della Saar hanno una o più succursali sul territorio francese.

Da gennaio 2019, le udienze del tribunale regionale di Saarbrücken possono essere tenute interamente in lingua francese, in casi di dispute commerciali o relative ai diritti dei consumatori. Inoltre, la Saar è collocata nella robusta cooperazione economica, politica e territoriale della “Grande Région”, che coinvolge la Vallonia belga, il Lussemburgo, la Renania-Palatinato, la Regione del Grand Est francese.

Il bilinguismo strumentale – nelle intenzioni delle origini – trova però una base politica, sia nel passato recente, sia nella cooperazione intergovernativa franco-tedesca.

La Saar ospita il Segretariato franco-tedesco per la formazione professionale, l’Alto Consiglio Culturale franco-tedesco e l’antenna dell’Ufficio franco-tedesco per la gioventù. Sono frutti dell’approccio europeo del pur bilaterale Trattato dell’Eliseo del 1963 poi aggiornato nel 2019, che ha costruito un sistema di collaborazione e compenetrazione economica, culturale e sociale tra Francia e Germania.

Come la Lorena e l’Alsazia, la Saar è stata infatti oggetto di diversa e conflittuale relazione tra i due vecchi Stati nazionali, anche perché vi si concentravano attività di interesse bellico di produzione e trasformazione del carbone e dell’acciaio che il Trattato CECA del 1951 mise infine sotto il cappello della costruzione europea.

Nel primo dopoguerra e fino al 1935, la Saar fu sotto il controllo della Società delle Nazioni (con le miniere sorvegliate dal governo francese), durante l’occupazione alleata dopo la Seconda guerra mondiale fu sotto protettorato francese, anche se con relativa autonomia. Il 23 ottobre 1955 fallì un referendum che ne prefigurava la costituzione come un territorio europeo nell’ambito dell’Unione dell’Europa occidentale (UEO). L’ingresso nella Repubblica federale tedesca avvenne dal 1° gennaio 1957.

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