Orban libera migliaia di passeur, sulla rotta balcanica i trafficanti fanno festa
Il decreto firmato dal presidente ungherese ha mandato su tutte le furie l'esecutivo austriaco che ha annunciato una stretta sui confini. A Trieste non è giunta alcuna comunicazione da parte romana. Sono 72 le ore che ha ch viene liberato per lasciare l'Ungheria. Secondo il decreto i condannati "potrebbero scontare la pena nei loro paesi di residenza". Sullo sfondo il solito rapporto complicato tra Budapest e Bruxelles
TRIESTE - Orban non li vuole e così ha preparato l'operazione liberi tutti. Il presidente ungherese ha deciso di rilasciare migliaia di detenuti condannati per traffico di esseri umani, ufficialmente come misura per contrastare il sovraffollamento delle carceri. La notizia è emersa nei giorni scorsi. Per poter ottenere la libertà, secondo quanto si apprende, i detenuti dovranno lasciare l'Ungheria entro 72 ore. Si tratta in larga parte di trafficanti di origine siriana, afghana, ucraina e romena, in carcere per reati connessi lungo la rotta balcanica, di cui l'Ungheria è da sempre uno dei terminali europei. Secondo il decreto, inoltre, i condannati potrebbero finire di scontare le pene nei loro Paesi di origine.
Nessuna comunicazione
Oltre alla preoccupazione austriaca (con un rafforzamento dei controlli al confine, il nervosismo del ministro degli Esteri di Vienna e i controlli su ogni autovettura con targa ungherese, romena e serba), l'ondata di criminalità potrebbe coinvolgere anche il Friuli Venezia Giulia, in quanto parte di una macroarea dove sono presenti gli interessi legati al traffico di esseri umani.