Originariamente Scritto da
Saddha
Per me sono i seguenti:
- 1. Una dottrina efficace
- 2. Una struttura e organizzazione efficace
- 3. La qualità e quantità dei membri
- 4. Il territorio
- 5. Le risorse
- 6. La capacità di mobilitare, difendere e incrementare i membri, il territorio e le risorse
Con dottrina mi riferisco all'insieme di narrative, simboli e pratiche (incluse strategie e tattiche) di una comunità. Essa funge da lente interpretativa della realtà e guida l'azione dei suoi membri. Per fare ciò, il legame tra la dottrina ed i suoi membri deve essere forte, profondo, di alta qualità. La dottrina determina il modo in cui ciascun membro si relaziona con se stesso, con gli altri membri, con gli esterni e con il suo ambiente, e può essere più o meno rigida.
La struttura di una comunità, e la sua organizzazione più in generale, riflettono la sua dottrina se applicabile e sostenibile nel suo contesto. Le variabili più significative della struttura di una comunità sono la verticalità e la rigidità.
La quantità dei membri si spiega da sola, mentre con qualità dei membri mi riferisco alle loro competenze medie in campo intellettuale, emotivo, intuitivo, relazionale e fisico. La qualità è influenzata da molti fattori, che determinano la possibilità dei membri di coltivare le proprie competenze, e l'efficacia di trasmissione di queste ultime.
L'estensione territoriale ed l'influenza sul territorio di una comunità sono rilevanti. L'influenza non è necessariamente coincidente al possesso.
Le risorse sono fondamentali al sostentamento di una comunità, e la dipendenza di quest'ultima sulle risorse di esterni e viceversa è rilevante.
La difesa di una comunità non riguarda solo la sua incolumità fisica, ma anche la sua interiorità e le sue relazioni.
La comunità ideale per me dovrebbe religiosa, e dovrebbe avere una struttura orizzontale. Idealmente i membri sarebbero tanti, e ben istruiti e sviluppati nei campi sopracitati.
I percorsi di vita dei membri dovrebbero essere limitati a due: Quello laico e quello del rinunciante. Il primo dovrebbe essere in grado sia di contribuire all'economia che alla difesa della comunità, mentre il secondo dovrebbe incarnare degli ideali di ascetismo e rettitudine. La scelta del percorso ovviamente dovrebbe essere libera.
Nel nostro contesto globale, la rinuncia al controllo diretto per un focus sull'influenza avrebbe più senso. Le risorse dovrebbero essere collettivizzate, e la loro spesa limitata a fornire una vita dignitosa ai membri, oltre che a fornire gli strumenti e gli spazi necessari per coltivare la propria persona.