Spagna, l’accusa di Iglesias (Podemos): “Il patto con gli indipendentisti non può reggere, il governo Sánchez nasce zoppo”
Spagna, l’accusa di Iglesias (Podemos): “Il patto con gli indipendentisti non può reggere, il governo Sánchez nasce zoppo”
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Il partito di sinistra Unidas Podemos (La Sinistra) ha continuato a lottare ferocemente all’interno della piattaforma progressista Sumar per assicurarsi almeno il ministero chiave dell’Uguaglianza nel nuovo governo di coalizione del premier spagnolo Pedro Sánchez, che dovrebbe essere varato lunedì.
Sebbene domenica pomeriggio non fossero ancora noti i nomi dei prescelti per il nuovo esecutivo progressista, diversi media spagnoli hanno riferito che sono possibili cambiamenti significativi.
Secondo El País, Sánchez (PSOE/S&D) manterrà il “nocciolo duro” del suo precedente governo, anche se ora dovrebbe includere quali ministri o comunque alte cariche del governo alcuni esponenti provenienti dalle liste di Sumar, la piattaforma guidata da Yolanda Díaz, probabile futura vicepresidente.
Sánchez annuncerà la composizione del suo nuovo gabinetto il 20 novembre, un giorno altamente simbolico per la storia spagnola, in un clima politico molto teso tra gli schieramenti di sinistra, destra ed estrema destra. Il 20 novembre 1975 morì a Madrid l’ex dittatore Francisco Franco, il cui ricordo è ancora caro ad alcuni gruppi minoritari di estrema destra.
Tuttavia, Díaz aspira a far sì che il suo partito abbia “cinque portafogli importanti”, hanno dichiarato domenica scorsa a EFE fonti del Sumar; i media hanno ipotizzato che, tra gli altri, l’attuale portavoce del Sumar ed europarlamentare Ernest Urtasun potrebbe essere il futuro ministro della Cultura, mentre la deputata regionale del partito Más Madrid, Mónica García, sarebbe in corsa per il ministrero della Sanità.
Lo “zoccolo duro” del vecchio governo Sánchez comprende la ministra delle Finanze e vicesegretario generale del PSOE María Jesús Montero, la ministra della Transizione ecologica Teresa Ribera e la ministra dell’Economia Nadia Calviño, che, da parte sua, potrebbe diventare Presidente della Banca europea per gli investimenti (BEI) a dicembre se un numero sufficiente di Paesi dell’UE appoggerà la sua candidatura.
Sánchez ha prestato giuramento come nuovo Primo ministro venerdì 17 novembre, dopo che il Parlamento lo ha votato a larga maggioranza grazie all’appoggio dei partiti separatisti catalani e baschi, che lo hanno fatto in cambio di generose concessioni, tra cui una legge di amnistia per coloro che sono stati coinvolti nel tentativo secessionista del 2017 in Catalogna e maggiori competenze economiche e politiche per i Paesi Baschi.
Podemos è stato il partner di minoranza del PSOE nei precedenti governi di Sánchez (I e II) e ora cerca una posizione di responsabilità nell’esecutivo “Sánchez III”.
Il partito di sinistra ha attualmente cinque seggi in parlamento, anche se dallo scorso giugno fa parte della piattaforma di sinistra Sumar, che comprende 14 partiti progressisti e ha 31 seggi, due in meno del partito di estrema destra Vox, che ha 33 seggi ed è la terza forza del parlamento.
La rivalità all’interno di Sumar si è intensificata dopo le elezioni generali lampo del 23 luglio, in cui il principale partito di opposizione, il Partido Popular (PP/PPE), ha vinto ma non ha ottenuto la maggioranza per governare.
Ferite ancora aperte in Podemos e Sumar
Lo “zoccolo duro” di Podemos, composto dalla ministra dell’Uguaglianza Irene Montero, responsabile della controversa legge “solo sì significa sì”, e dalla segretaria generale del partito, Ione Belarra, è in aspra polemica con Díaz, che accusa di voler allontanare Montero dal centro del potere per non “disturbare” la buona armonia tra Díaz e Sánchez.
Secondo numerosi analisti, dietro le quinte Sánchez e il PSOE stanno incolpando Montero per la crisi causata della legge “solo sì significa sì”, che ha colpito il precedente governo costringendolo a modificare d’urgenza la legge, con l’appoggio del PP, perché aveva avuto l’effetto opposto a quello previsto.
Nel fine settimana, la tensione tra Podemos e Sumar è rimasta alta.
Nacho Álvarez, portavoce di Podemos per gli affari economici e figura chiave nei negoziati con il PSOE, ha annunciato venerdì che si sarebbe dimesso dal partito e si sarebbe dimesso da ministro nel futuro governo.
“È chiaro che l’attuale leadership di Podemos ha perso la fiducia che aveva riposto in me quando mi ha nominato nell’esecutivo del partito. Pertanto, ritengo che la cosa più onesta da fare sia farmi da parte e dimettermi dai miei incarichi nel partito, lasciando sia la Segreteria dell’Economia che il Consiglio di Stato dei Cittadini e l’Esecutivo”, ha spiegato Álvarez in una dichiarazione pubblicata su X.
Belarra ha respinto la proposta di Díaz di candidare un esponente del suo partito (Nacho Álvarez) in cambio di un accordo con Podemos sulla questione della candidatura della Montero e per un sostegno reciproco in vista delle elezioni europee del giugno 2024.
Ma il leader di Podemos è stato categorico: “I ministri di Podemos sono scelti da Podemos”, ha scritto Belarra su X.
Quid pro quo o ricatto politico?
È sorprendente che Díaz – che Pablo Iglesias, fondatore di Podemos ed ex ministro con Sánchez, considerava il suo successore politico solo fino a pochi anni fa – abbia intrapreso un processo di “epurazione” in Sumar – sacrificando Montero – in cambio di avere ministeri importanti nel nuovo governo, come ha detto domenica un analista politico alla televisione pubblica spagnola RTVE.
Ma se il “prezzo da pagare” per Podemos è che Montero non sia il prossimo ministro della parità, Belarra non sembra disposto ad accettare questo scambio o ricatto mascherato, secondo alcuni media.
Podemos si batte per un governo che “trasformi” la società spagnola, e non per un esecutivo in cui “il solo Sánchez è al comando”, ha spiegato Belarra sabato, secondo quanto riportato da EFE.
Allo stesso modo, ha difeso il ritorno di Montero come ministro dell’Uguaglianza perché “le trasformazioni femministe sono il miglior contributo che possiamo dare al prossimo governo”.
https://euractiv.it/section/capitali...verno-sanchez/
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
bene, ma visto che AN non si scandalizzava di certo nell’allearsi con partiti legati a doppio filo con la mafia e votare le peggio schifezze malaffariste, pur di restare l potere, non credo sia il caso di crocifiggere Sanchez per la sua amnistia
oppure libero di farlo, ma non offenderti se ti do dell'ipocrita
Il popolo spagnolo non ha dato nessuna indicazione a favore di PP, dato che ha dato la maggioranza ad un altra coalizione
sulla mossa politica di sanchez, il tempo dirà se è stato un errore;oggi il popolo spagnolo, viti alla mano, ha dato pieno mandato a lui e ai suoi alleati
“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman
credo la vittoria di sanchez sia uno dei pochissimi casi di sciogliemtno anticipato che premia l'uscente, di solito chi tenta il colpaccio la paga
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Lo scorso 16 ottobre le elezioni in Spagna hanno visto la vittoria del PSOE (Partido Socialista Obrero Español) e Sumar, coalizione di sinistra radicale, con l’appoggio esterno dei partiti indipendentisti e nazionalisti catalani, baschi, galiziani e canari. Pedro Sanchez è stato proclamato nuovamente capo del governo, con quello che da molti è stato definito un “capolavoro di diplomazia”. Il fattore determinante che ha confermato per la terza volta il mandato del Presidente spagnolo è stato proprio l’accordo con gli indipendentisti catalani per l’amnistia ai "prigionieri politici" del referendum per l’indipendenza della Catalogna nel 2017. Ma cosa prevede questo accordo e perché è stato determinante nell’elezione del nuovo governo?
Il presidente spagnolo Pedro Sánchez, el guapo – come viene soprannominato dai suoi elettori- torna al governo della Spagna per la terza volta. Nominato in prima votazione con maggioranza assoluta di 179 voti favorevoli e 171 contrari, il nuovo governo è frutto di una coalizione di sinistra allargata, formata oltre che dal PSOE e Sumar, dai partiti indipendentisti catalani Esquerra republicana de Catalunya (Erc), Junts por Catalunya, baschi EH Bildu, Partido nacionalista vasco (Pnv), il galiziano Bloque nacional gallego (Bng) ed il canario Coalición canaria (Cc). Formato da 22 ministri a maggioranza femminile- 12 ministre e 10 ministri- l’esecutivo guidato da Sánchez mette al centro della propria agenda temi come transizione ecologica, salari degni, giustizia sociale, maggiori diritti per comunità LGBTQ+, ma soprattutto dialogo con i partiti indipendentisti che sono stati sempre considerati un ostacolo all’unità nazionale spagnola, sancita dalla Costituzione del 1978. E proprio i partiti indipendentisti sono stati cruciali per la sua maggioranza. Ma perchè si è arrivati a nuove elezioni?
Ruolo chiave nella maggioranza al Congresso l’hanno avuta i partiti indipendentisti catalani e nazionalisti baschi e galiziani. Pedro Sánchez, attraverso un intenso lavoro diplomatico, ha infatti deciso di concedere un’amnistia ai rinviati a giudizio per il referendum sull’indipendenza della Catalogna nel 2017: circa 400 persone, di cui 75 poliziotti. Ad ottobre 2017, infatti, Barcellona e l’intera Catalogna furono attraversate da forti proteste e vere e proprie guerriglie urbane, con scontri armati tra la Policia Nacional ed i gruppi radicali indipendentisti. Fu proprio per la condanna dai 9 ai 13 anni di carcere per sedizione dei leader indipendentisti catalani, tra cui il Presidente del governo catalano Carles Puidgemont, che i rapporti tra il governo spagnolo (all’epoca guidato dal leader del Partito Popolare Mariano Rajoy) ed i partiti indipendentisti catalani divennero sempre più tesi. Quegli episodi rappresentarono un punto di rottura negli equilibri politici della Spagna. In quell’occasione, a differenza di oggi, il PSOE negò il proprio appoggio al partito indipendentista catalano ERC (Esquerra Republicana), oggi cruciale nella maggioranza del leader spagnolo. Ed invece è stata proprio quest’apertura, dettata da esigenze di realismo politico, a determinare il successo di Sánchez. Questa scelta ha spaccato il Paese, provocando forti proteste e manifestazioni da parte dei partiti dell’opposizione, soprattutto il Partito Popolare e quello di estrema destra Vox, che con i propri elettori hanno criticato duramente questa scelta, definendola un “attacco alla Costituzione”.
In seguito alla vittoria di Sánchez, sono stati numerosi i leader europei che si sono congratulati con il nuovo esecutivo. La Spagna si sta imponendo in Europa come un Paese economicamente stabile e resiliente anche nella fase post Covid, ed è considerato un avamposto di politiche progressiste in un’ Europa che vede crescere sempre più spinte nazionaliste e di estrema destra. Il legame tra Spagna ed Unione Europea è profondamente sentito dal popolo spagnolo, in quanto l’entrata nell’UE nel 1986 e la conquista della democrazia dopo la dittatura franchista nel 1978 sono avvenute a pochi anni di distanza. In Spagna c’è una percezione molto positiva dell’Unione Europea ed il Paese mira a conquistare una posizione di rilievo al suo interno. Dal 1° luglio 2023, infatti, la Spagna ha assunto la Presidenza del Consiglio dell’UE, insieme a Belgio ed Ungheria e spagnolo è anche Joseph Borrell, l’Alto Rappresentante UE per gli affari esteri e le politiche di sicurezza. Interessante sarà osservare come i movimenti indipendentisti e l’aspetto europeo riusciranno a convivere e “sublimarsi” nella prossima legislatura della politica spagnola.
https://www.geopop.it/spagna-il-ruol...pedro-sanchez/
Intanto:
La Spagna ha scoperto 2 agenti dei servizi degli USA che passavano informazioni; il governo li ha espulsi e l'ambasciatore a Madrid è stato convocato per chiarimenti.
(El Pais)
Erano del CNI spagnolo e passavano informazioni agli USA.
Uno è in galera, l'altro ai domiciliari perché era un suo subordinato.
L'ambasciatrice americana ha detto di essere estranea ai fatti.
Gli agenti americani sono stati espulsi, BTW.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
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Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.