Duro colpo in Spagna per i socialisti del premier Pedro Sánchez e i loro alleati. La destra, con il Partito Popolare (Pp) e Vox, ha ottenuto importanti vittorie alle elezioni amministrative tenutesi in alcune delle principali città. Pp e Vox hanno conquistato la maggioranza a Madrid, da sempre feudo conservatore, ma anche a Valencia e Siviglia che nell’ultima legislatura erano controllate da formazioni progressiste. A Barcellona invece il candidato degli indipendentisti di Junts per Catalunya, Xavier Trias, ha sconfitto la sindaca uscente di sinistra Ada Colau. Dopo la sconfitta, Sánchez ha sciolto il Parlamento e ha convocato elezioni anticipate il 23 luglio.
"Sarò breve e cercherò anche di essere molto chiaro", ha detto il premier spagnolo annunciando a sorpresa le elezioni anticipate. "Ho appena avuto una riunione con sua maestà il re, nel corso della quale ho comunicato al capo dello Stato la decisione di convocare un Consiglio dei ministri oggi pomeriggio per sciogliere le Corti e convocare elezioni generali". "Ho preso questa decisione alla luce dei risultati delle elezioni", ha spiegato Sánchez. "Anche se il voto era regionale e locale, il significato del risultato va oltre - ha aggiunto - e come primo ministro e segretario generale del Partito Socialista, lo assumo in prima persona". Sulla presidenza europea, Sánchez ha detto che la Spagna "sta per assumere una responsabilità molto importante" e che l'esito porta a "suggerire un chiarimento" sulla volontà degli spagnoli, sulle "politiche che deve applicare il governo" e "sulle forze politiche che devono guidare questa fase".
All’appuntamento elettorale spagnolo i socialisti di Sánchez e i suoi alleati hanno fronteggiato il giudizio degli elettori in merito alle risposte date negli ultimi quattro anni, dalla pandemia alla crisi inflazionistica legata alla guerra in Ucraina. Dall'altro lato, per gli avversari tradizionali del Pp e gli ultraconservatori di Vox la tornata ha rappresentato una grande opportunità per testare l'effettiva volontà degli spagnoli di propiziare il "cambiamento di ciclo politico" di cui si dicono promotori. Anche visto che, da diverso tempo a questa parte, nessuna delle due formazioni chiude la porta all'eventualità di dar vita a un'asse post-elettorale come quello già sperimentato in alcuni territori, ad esempio nella regione della Castiglia e León.
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