"Le previsioni politiche ed economiche sono fosche, viaggi e turismo bloccati, borse sconvolte, governi che nazionalizzano i vaccini, sommosse. Sarebbe la fine del mondo globale"
Corriere della Sera, settembre 2005
"Le previsioni politiche ed economiche sono fosche, viaggi e turismo bloccati, borse sconvolte, governi che nazionalizzano i vaccini, sommosse. Sarebbe la fine del mondo globale"
Corriere della Sera, settembre 2005
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Infatti, mentre lei non guardava hanno chiesto di aderire o di avviare partnership:
Argentina, Iran, Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Senegal, Nigeria, Turchia, Indonesia.
Sono previste anche forme di adesione differenziata, proprio per non urtare troppo l'India, allarmata dall'espansione di un possibile blocco "cinese" in seno ai BRICS.
Quanto al Qatar rimane decisamente ostile alla sfera Atlantica, negli ultimi tempi.
Arrivando a minacciare apertamente l'Europa.
Il ministro dell'Energia del Qatar ha avvertito che per l'Europa "il peggio (deve) ancora venire" per la carenza di petrolio e gas, sostenendo che negli ultimi mesi l'inverno caldo ha evitato le maggiori difficoltà. "Se nel 2024 l'economia comincerà ad avere problemi a causa di un inverno normale, penso che il peggio debba ancora venire" ha dichiarato Saad Al-Kaabi a un forum a Doha, affermando che l'Europa sta "demonizzando" il settore degli idrocarburi.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
https://www.ispionline.it/it/pubblic...ufragio-129759
Commercio internazionale: rischio naufragio?
Il mondo in tasca
Infografica Geoeconomia
Nessuna domanda
Cosa ci fanno migliaia di container vuoti ammassati nei porti della Cina? Sembra l’inizio di una barzelletta, ma c’è poco da ridere. La società di ricerca e consulenza marittima Drewry ha infatti rilasciato ieri le stime sulla fabbricazione di container per il primo trimestre del 2023, e il quadro è preoccupante. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la produzione è diminuita del 71%.
Il motivo di questa flessione risiede soprattutto nel calo della domanda di beni che ha caratterizzato il periodo post-pandemia. Se durante i lockdown la richiesta di merci aveva toccato picchi altissimi, negli ultimi mesi l’allentamento delle restrizioni ha causato una brusca frenata. Inflazione, crisi energetica e un generale rallentamento dell’economia hanno fatto il resto. Così, dopo il boom del 2021, ora il commercio di prodotti fisici ristagna. E, di colpo, quei container fabbricati per rispondere all’emergenza rimangono ad arrugginire nei porti della Cina, il principale produttore.
Corsi e ricorsi
Certo, bisogna mettere le cose in prospettiva. Nel 2021 la produzione di container era più che raddoppiata rispetto al 2020, superando le sette milioni di unità. Il successivo calo è quindi, per certi versi, fisiologico. Nondimeno, quel calo ha coinciso con una diminuzione delle vendite dei container (-77% tra inizio 2022 e inizio 2023) e dei relativi profitti (-91% nello stesso periodo per il gigante CIMC). Dunque, una situazione allarmante per il settore. Per giunta, secondo l’Organizzazione mondiale del commercio, quest’anno il commercio di beni crescerà solo dell’1,7%, rispetto al 2,7% del 2022.
Tutti questi fenomeni si inseriscono, peraltro, in un trend di lunga data. Già da oltre dieci anni, infatti, il volume degli scambi commerciali globali cresce a un ritmo inferiore rispetto al PIL mondiale, in controtendenza rispetto ai decenni precedenti. La domanda sorge dunque spontanea: è l’inizio della fine della globalizzazione?
The end of the trading world?
La prudenza non è mai troppa con questo tipo di interpretazioni. Basti ricordare la crisi della supply chain mondiale del 2021. In quell’occasione bastò una “banale” ostruzione nel canale di Suez per scatenare l’aumento dei costi di spedizione – per la gioia delle società di trasporto marittimo e dei loro ricavi. Questo rallentamento temporaneo non deve dunque trarre in inganno: il commercio continua a giocare un ruolo fondamentale a livello globale.
Vero è, però, che stiamo facendo i conti senza la politica. Solo questo weekend, il G7 ha ribadito ancora una volta l’intenzione dei Paesi occidentali di fare più attenzione ai rischi politici associati agli scambi internazionali. Parlando di de-risking anziché di decoupling, certo. Ma con conseguenze che, potenzialmente, vanno ben oltre la produzione di container…
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Possono tenersi il loro paradiso.
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I BRICS NON sono un gruppo, indeed.
Ma si allargano.
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Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
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IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
Accidenti egregio, volevo pubblicare la foto della 'famiglia allargata' dei BRICS a Città del Capo, ma mi ha anticipato
Deficienti!!! <-- è un link