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Gastida
L’anniversario è delle elezioni 1989: le prime che, in Polonia, hanno posto fine a un regime, quello comunista. «Per la democrazia» hanno marciato domenica pomeriggio nel cuore di Varsavia mezzo milione di polacchi, convocati dall’ex premier di centrodestra Donald Tusk (in carica dal 2007 al 2014), esprimendo dissenso verso il governo in carica,guidato dal partito ultraconservatore Diritto e Giustizia (Pis). Il centrodestra di Tusk e della sua Piattaforma Civica contro l’ultradestra, dunque: le elezioni verso cui la più grande manifestazione della storia recente in Polonia si dirige sono quelle di ottobre, in cui Tusk punta a riprendere la guida del Paese. «Siete tutti qui perché credete che possiamo vincere», ha gridato Tusk, 66 anni, ai suoi sostenitori che riempivano la piazza del castello di Varsavia. «Siete tutti qui contro l'alto costo della vita, gli imbrogli e le bugie. E a favore della democrazia, di elezioni libere e dell'Ue».
Sul palco con lui, «contro l'erosione della democrazia», anche l'ex presidente e leader di Solidarnosc, Lech Walesa. A lungo assente dalla scena politica, Walesa ha detto di aver atteso «pazientemente» il giorno in cui il partito nazionalista e il suo leader Kaczynski dovranno andarsene. «Kaczynski, siamo venuti a prenderti. Questo giorno è arrivato», ha detto Walesa.
Nella folla bandiere polacche, cartelli contro il governo, e lo slogan più celebre dell’opposizione: otto asterischi di fila, eufemismo del polacco «vaff... PiS». Il governo locale di Varsavia, guidato dal partito di opposizione di cui fa parte il sindaco della città Rafal Trzaskowski, ha parlato di 500mila persone. Altre manifestazioni si sono svolte a Cracovia e in altre città del Paese.
Pochi giorni fa il presidente Andrzej Duda, amico del governo di Mateus Morawiecki e del partito di governo PiS, ha firmato una controversa legge che istituisce una commissione speciale per «sondare l’influenza russa» sulla sicurezza della Polonia. La commissione avrà ampi poteri, tra cui quello di vietare le cariche pubbliche per 10 anni a chiunque si trovi a prendere decisioni politiche «sotto l’influenza della Russia»: una formidabile arma politica per tenere avversari di ogni colore lontani dalle elezioni, secondo i suoi oppositori.
Nei sondaggi in vista delle elezioni di ottobre, PiS è sempre in testa; ma senza più una maggioranza assoluta nel prossimo parlamento, anche grazie all’inflazione e alla decrescita. Il secondo partito è proprio la Piattaforma Civica di Tusk. Centrodestra contro destra, in controtendenza con le speranze politiche di un’ala conservatrice dei Popolari Europei, che sperano nell’Europarlamento di allearsi più sistematicamente non, com’è tradizione, coi Socialdemocratici, ma con i Conservatori e Riformisti (compagine presieduta a oggi da Giorgia Meloni) per spostare a destra gli equilibri delle istituzioni europee. In Polonia un’alleanza simile non è possibile: tra i Popolari siedono gli eurodeputati di Piattaforma Civica, tra i Conservatori quelli del Pis. Rapidissimo, e inequivocabile, è arrivato nel pomeriggio il sostegno dell’account Twitter ufficiale del Partito Popolare Europeo alla manifestazione anti-Pis: «L’Europa è con voi».
https://www.corriere.it/esteri/23_gi...9f133bbc.shtml