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    Predefinito Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Visto che destra e sinistra non fanno nulla o fanno solo i loro interessi bisognerebbe nominare un dittatore come facevano i romani durante i periodi di guerra per risolvere i problemi italiani?
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Visto che destra e sinistra non fanno nulla o fanno solo i loro interessi bisognerebbe nominare un dittatore come facevano i romani durante i periodi di guerra per risolvere i problemi italiani?
    Nah, un dittatore serve solo a far bagnare la solita gentaglia di Destra Estrem-voglio dire, di Destra Sociale.

  3. #3
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Il dittatore obbedisce sempre a chi ce lo mette...e non è mai il popolo..
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  4. #4
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Nella politica e nel diritto romano di epoca Repubblicana, un dittatore era un magistrato supremo, di solito un ex Console, nominato esclusivamente in casi eccezionali, e destinato a rimanere in carica per soli sei mesi. Il dittatore Romano era investito di un potere quasi assoluto avendo, entro ristretti ma precisissimi limiti, la capacità di agire al di sopra delle leggi e delle istituzioni.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  5. #5
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    Il dittatore obbedisce sempre a chi ce lo mette...e non è mai il popolo..
    Non è scelto dalle elite ma dal popolo.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  6. #6
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    LE ORIGINI DELLA DITTATURA

    La dittatura nasce a Roma?

    Scriveva Strabone:
    - I Lucani sono di stirpe Sannitica ma avendo battuto i Posidoniati e i loro alleati in guerra vennero in possesso delle loro città. In tutti i periodi ordinari, ed è vero, il loro governo era democratico, ma nei periodi di guerra veniva scelto un re dai magistrati in carica. Adesso sono Romani. -
    Anche i Lucani avevano dunque un dictator.

    Sappiamo inoltre che nelle città latine esisteva un dittatore, magistrato annuo, di cui abbiamo sicura testimonianza per Aricia, Lanuvio e Nomento, e Catone cita da un antico documento un dictator della lega latina. Dunque il dictator non è prerogativa romana.

    Comunque per Roma le fonti la danno fondata nel 501 o nel 498 a.c., citando come primi dittatori T. Larcio o M. Valerio. Eliminato Valerio, ma poichè la gente Valeria, potente anche in epoca tarda, si assunse spesso onori arbitrari, si ritiene che il primo dittatore sia stato Tito Larcio, della cui età (circa 500 a.c.) fanno fede i fasti consolari e il nome del suo magister equitum Spurio Cassio, autore del trattato di alleanza con i Latini che porta il suo nome (foedus cassianum).

    Dunque Roma non si inventò la dittatura, quindi il potere assoluto pro tempore (perchè la tirannia esisteva da un pezzo) ma la usò molto a lungo, praticamente fino all'impero. Come mai fu così ampiamente adottata? Perchè i romani avevano una grande capacità razionale e quindi organizzativa. Essi adottarono sempre le migliori espressioni degli altri popoli, non temevano il cambiamento. Inoltre avevano un grande amor di patria e per questo sapevano scegliere gli uomini migliori per guidare e per combattere.


    GIULIO CESARE

    CARATTERISTICHE

    Il potere del dictator era dotato di temporaneità, pienezza dei poteri e della particolare procedura di designazione del dittatore.

    Il potere del dittatore era assoluto e non poteva essere controllato da nessuna istituzione o magistrato. Egli poteva sospendere tutti gli altri magistrati forniti di imperium o conservarli nel loro ufficio, ma subordinati a lui stesso. Era scelto originariamente tra i patrizi: solo dal 356 la dittatura fu accessibile anche ai plebei.

    Anche se il grande studioso Theodor Mommsen ritiene che la dittatura romana fosse una magistratura straordinaria, non risultano dalle fonti delle distinzioni tra le magistrature ordinarie e quelle straordinarie.
    Difficile pure considerare il dictator come una magistratura, perché al contrario di tutte le magistrature dell'età repubblicana, non aveva:

    - collegialità, cioè era "sine collega", non aveva collega,
    - nè elettività, non era eletto dalle assemblee popolari come i magistrati,
    - invece veniva dictus, cioè nominato, da un console in accordo con l'altro console e con il senato, seguendo un rituale che prevedeva la nomina di notte, in silenzio, rivolto verso oriente, e in territorio romano.

    Cicerone e Varrone, anzi, ricollegano l'etimologia del termine a questa particolare procedura di nomina.
    Il dittatore, nominava come proprio luogotenenete, il magister equitum (comandante della cavalleria), ed è probabile che questi fosse l'antico comandante della fanteria, il magister populi, e questo spiegherebbe l'antico divieto per lui di montare a cavallo.



    LA DECADENZA

    La dittatura decadde nel sec. III soprattutto per l'ampliarsi del potere del Senato e il moltiplicarsi dei magistrati forniti d'imperio; sicché il dittatore diventava nello stesso tempo inutile e sospetto all'oligarchia senatoria.

    L'ultimo dittatore con poteri militari (rei gerundae causa) è del 216; l'ultimo "comitiorum habendorum causa" è del 202. La dittatura fu rinnovata da Silla, che si fece dare dai comizi il titolo di "dictator republicae constituendae" nell'82 e lo depose nel 79. Poi Cesare, dopo una prima breve dittatura nel 49, si fece poi nominare nel 48 dittatore a tempo indeterminato e nel 46 dittatore annuale per la durata di dieci anni. Dopo la morte di Cesare la dittatura non fu più rinnovata, perchè nacquero gli imperatori.



    I POTERI DEL DICTATOR

    Alla dittatura si faceva ricorso solo in casi straordinari:
    - particolari pericoli da nemici esterni,
    - rivolte,
    - impedimento grave ad operare del console che lo nominava.


    MARCO FURIO CAMILLO
    Quando vi era la necessità di nominare un dittatore, il Senato emetteva un decreto, il senatus consultum, che autorizzava i consoli a nominarne uno, il quale si insediava immediatamente. Spesso il dittatore rimaneva in carica fino a quando non era cessato il pericolo, per poi dimettersi e restituendo i poteri concessigli.

    Comunque non restava in carica più di sei mesi, e usciva dalla carica una volta scaduto l'anno di carica del console che lo aveva nominato.

    Il dittatore era dotato di summum imperium, cioè la facoltà di impartire ordini a cui nessuno poteva sottrarsi, unendo in sé il potere dei due consoli, e per questo era accompagnato da ventiquattro littori.

    Inoltre non era soggetto alle limitazioni dei Tribuni della plebe nè al limite della "provocatio ad populum", la possibilità che il popolo potesse trasformare la pena capitale di una condannato a morte in altra pena se richiesto dal condannato.

    Per questo i suoi littori giravano anche all'interno del pomerium con le scuri inserite nei fasci littori.
    Tutti gli altri magistrati erano a lui subordinati.
    Sembra però che in seguito i dittatori dovettero piegarsi sia ai tribuni che alla provocatio.
    I magistrati ordinari (come consoli e pretori) rimanevano in carica, ma diventavano subordinati al dittatore.Nel caso in cui avessero disubbidito agli ordini del dittatore, potevano anche essere costretti a dimettersi.

    E mentre un dittatore poteva ignorare il diritto della Provocatio, cioè il diritto di grazia da parte della plebe ad un condannato che si fosse rivolto ad essa, ma questo diritto, così come l'indipendenza dei tribuni della plebe, in teoria continuava ad esistere anche durante la dittatura.
    Il suo potere equivaleva alla somma dei poteri di due consoli insieme, senza alcun controllo sul suo operato da parte di alcun organo di governo. Così, quando vi era questa necessità, era come se per sei mesi Roma tornasse al periodo monarchico, con il dittatore che prendeva il posto dell'antico Re monarchico.
    Egli era poi accompagnato da ventiquattro littori fuori dal pomerium e dodici al suo interno (come era per il re), al contrario un console ne aveva dodici fuori dal pomerium e sei al suo interno.
    Come segno esterno della provocatio ad populum i littori che precedevano i consoli, quando erano nella città di Roma, portavano i fasci littori privi di scure, ad indicare che il magistrato era privo del potere di erogare pene capitali. Fuori Roma, come accadeva in occasione di campagne militari, il potere era in genere pieno, ed i littori avevano pertanto i fasci con le scuri. Dentro Roma però il dictator aveva littori con la scure nei fasci.
    Il normale governo era sciolto e tutto passava nelle mani del dittatore, il quale aveva potere assoluto sulla res publica. Egli nominava quindi un Magister equitum (comandante della cavalleria) da utilizzare come suo giovane subordinato. L'ultimo dittatore venne nominato nel 202 a.c. Dopo questa data le emergenze estreme vennero gestite attraverso un decreto senatoriale; senatus consultum ultimum, corrispondente oggi allo stato di emergenza.
    In questo modo cessava il normale governo civile e si dichiarava la legge marziale, investendo i due consoli del potere dittatoriale. Ci sono molti motivi per questo cambiamento. Fino al 202 a.c., i dittatori erano spesso nominati per sedare i disordini della plebe. Nel 217 a.c., passò una legge che diede alle assemblee popolari il diritto di nominare i dittatori togliendone il monopolio dell'aristocrazia, che l'aveva avuto fino ad allora..




    I CASI DELLA DITTATURA
    dictator rei gerendae causa (per affrontare pericoli esterni e governare lo Stato in situazioni di difficoltà). I più noti dictatores rei gerundae causa furono Cincinnato e Fabio Massimo (durante la II guerra punica). Dopo di allora questa forma di dittatura cadde in disuso. Molto più tardi Giulio Cesare ripristinò la dittatura rei gerendae causa, quindi la modificò con la durata di un anno completo. Fu nominato dictator rei gerendae causa per un anno completo nel 49 a.c. e poi fu successivamente designato per nove volte consecutive a questa carica annuale, diventando di fatto dittatore per dieci anni. Nel 44 a.c. il Senato votò per nominarlo dictator perpetuus (dittatore perpetuo).
    dictator seditionis sedandae causa (per sedare una rivolta) Dionigi di Alicarnasso, ricorda l'utilizzo dei poteri del dictator perordine durante la secessione della plebe
    dictator comitiorum habendorum causa (per convocare i comitia per le elezioni)
    dictator clavi figendi causa (per piantare il clavus annalis, il chiodo annuale, nella parete del tempio di Giove, utile ai fini del computo calendariale degli anni)
    dictator feriarum constituendarum causa (per determinare le festività)
    dictator ludorum faciendorum causa (per officiare i giochi pubblici)
    dictator quaestionibus exercendis (per tenere determinati processi)
    dictator legendo senatui (per nominare nuovi senatori ai posti che si erano resi vacanti nel Senato)
    dictator rei publicae constituendae causa et legibus scribundis (durante le lotte tra Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla, questi marciò su Roma e si fece eleggere dai comizi, su proposta dell'interrex Valerio) Questa nuova dittatura non corrispondeva a quella tradizionale, perché non aveva alcun limite temporale e non era basata su una dictio.

    SILLA
    Silla tenne questa carica per anni prima di abdicare volontariamente e ritirarsi dalla vita pubblica.
    Fu poi la volta di Cesare, mai imperator ma sempre dictator, a detenere la carica, sebbene tutto il mondo l'abbia sempre considerato il primo imperatore di Roma.

    Dopo l'assassinio di Cesare, il collega consolare Marco Antonio fece approvare una lex Antonia che abolì la dittatura e la cancellò dalla costituzione repubblicana.

    La carica fu successivamente offerta ad Augusto, che prudentemente rifiutò ed optò invece per la potestà tribunizia e per l'imperium consolare senza detenere nessuna altra carica che quella di pontifex maximus e di princeps senatus, una disposizione politica che lo lasciò con le funzioni di dittatore senza doverne tenere il discutibile titolo.

    « Il popolo con grande insistenza offrì ad Augusto la dittatura, ma lo stesso, dopo essersi inginocchiato, fece cadere la toga dalle spalle e, a petto nudo, supplicò che non gli fosse imposta. »
    (Svetonio, Augustus, 52)

    Così Roma abrogò i dittatori facendo sorgere gli imperatori.


    https://www.romanoimpero.com/2017/12/il-dictator.html
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  7. #7
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Il potere del dictator era dotato di temporaneità, pienezza dei poteri e della particolare procedura di designazione del dittatore.

    Il potere del dittatore era assoluto e non poteva essere controllato da nessuna istituzione o magistrato. Egli poteva sospendere tutti gli altri magistrati forniti di imperium o conservarli nel loro ufficio, ma subordinati a lui stesso. Era scelto originariamente tra i patrizi: solo dal 356 la dittatura fu accessibile anche ai plebei.

    Anche se il grande studioso Theodor Mommsen ritiene che la dittatura romana fosse una magistratura straordinaria, non risultano dalle fonti delle distinzioni tra le magistrature ordinarie e quelle straordinarie.
    Difficile pure considerare il dictator come una magistratura, perché al contrario di tutte le magistrature dell'età repubblicana, non aveva:

    - collegialità, cioè era "sine collega", non aveva collega,
    - nè elettività, non era eletto dalle assemblee popolari come i magistrati,
    - invece veniva dictus, cioè nominato, da un console in accordo con l'altro console e con il senato, seguendo un rituale che prevedeva la nomina di notte, in silenzio, rivolto verso oriente, e in territorio romano.

    Cicerone e Varrone, anzi, ricollegano l'etimologia del termine a questa particolare procedura di nomina.
    Il dittatore, nominava come proprio luogotenenete, il magister equitum (comandante della cavalleria), ed è probabile che questi fosse l'antico comandante della fanteria, il magister populi, e questo spiegherebbe l'antico divieto per lui di montare a cavallo.



    LA DECADENZA

    La dittatura decadde nel sec. III soprattutto per l'ampliarsi del potere del Senato e il moltiplicarsi dei magistrati forniti d'imperio; sicché il dittatore diventava nello stesso tempo inutile e sospetto all'oligarchia senatoria.

    L'ultimo dittatore con poteri militari (rei gerundae causa) è del 216; l'ultimo "comitiorum habendorum causa" è del 202. La dittatura fu rinnovata da Silla, che si fece dare dai comizi il titolo di "dictator republicae constituendae" nell'82 e lo depose nel 79. Poi Cesare, dopo una prima breve dittatura nel 49, si fece poi nominare nel 48 dittatore a tempo indeterminato e nel 46 dittatore annuale per la durata di dieci anni. Dopo la morte di Cesare la dittatura non fu più rinnovata, perchè nacquero gli imperatori.



    I POTERI DEL DICTATOR

    Alla dittatura si faceva ricorso solo in casi straordinari:
    - particolari pericoli da nemici esterni,
    - rivolte,
    - impedimento grave ad operare del console che lo nominava.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  8. #8
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Il tuo non è un dittatore, nell'eccezione moderna, ma un pro console con poteri speciali e limitati nel tempo. Il problema non è certo quello, che è tecniamente un "risolutore di problemi", ma che nella nostra accezione questo lo diventi a tempo indefinito...facendolo passare da "risolutore di problemi" a "problema".
    "La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile" (Corrado Alvaro)

  9. #9
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    Il tuo non è un dittatore, nell'eccezione moderna, ma un pro console con poteri speciali e limitati nel tempo. Il problema non è certo quello, che è tecniamente un "risolutore di problemi", ma che nella nostra accezione questo lo diventi a tempo indefinito...facendolo passare da "risolutore di problemi" a "problema".
    Esatto.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia dell'Europa del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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  10. #10
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    Predefinito Re: Per fare qualcosa in Italia ci vorrebbe forse una dittatura?

    C'è GIA' stata.
    E ne paghiamo ANCORA le conseguenze ...

 

 
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