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    Toh Cazzo in Culo alla DC
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    Thumbs up Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Nessun dolore ambienta una storia di amicizia e onore nel centro sociale di destra. Pochi giorni e punta alla top ten. A Torino è stato tolto dagli scaffali perché "sgradito", ma è richiestissimo.

    Il romanzo Nessun dolore di Domenico Di Tullio, «una storia di CasaPound», è già un caso editoriale. Pubblicato da Rizzoli, è uscito mercoledì 13 ottobre: in quattro giorni ha bruciato tutte le copie andate in distribuzione. Lunedì 18 andava in libreria la seconda edizione, esaurita il giorno stesso, e martedì 19 l’editore proponeva la terza edizione. Risultato? Il libro della «cultura non conforme di destra» (per quanto abbia ancora senso usare certe categorie) in meno di una settimana saliva al 15° posto della classifica della narrativa italiana, e ora veleggia verso la top ten. Una vicenda che ha preso in contropiede un po’ tutti nel settore: editori, librai, critici. E anche gli ipercritici, cioè coloro che in questo leggono una deriva e cercano di arginarla, come quelle librerie o megastore con libri a scaffale che, nonostante le leggi di mercato e il pecunia non olet di antica memoria, hanno pensato bene di censurare il romanzo, tenendolo nascosto in magazzino ed estraendolo solo su richiesta. «Ce l’abbiamo ma non lo esponiamo perché non mi piace», ha risposto il direttore di un grande punto vendita torinese a un ragazzo che lo chiedeva.

    Ma come? Leggere fa bene, la cultura fa bene, la coscienza critica si nutre di letteratura e di libri, ma quando questi sono espressione di un pensiero non omologato e diverso da quello dei maître à penser in servizio permanente effettivo, beh, allora no, forse non è il caso... Eppure questo «selvaggio vento dell’ovest» a cui - parafrasando Shelley - è propizio il «respiro d’autunno», non si ferma, va oltre le piccole miserie e oggi fa salire le vendite di questo libro, domani non sappiamo.
    «Non me l’aspettavo, non con queste proporzioni - commenta l’autore - perché questo significa che non sono solo i ragazzi di CasaPound ad averlo comprato». Già, i ragazzi di questa associazione nazionale «di destra» che si identificano nel simbolo della tartaruga, nel libro di Di Tullio si riconoscono. Vi trovano la loro comunità umana innanzitutto, che difende il diritto a un tetto, a una casa (il carapace della tartaruga appunto), il loro stile, la tensione verso un’idea di bellezza non classica, l’attenzione al corpo, cioè alla dimensione sensibile, plastica, tàttile della vita, gioia dei sensi e disciplina marziale, tra David Herbert Lawrence e Mishima, in cui l’azione «non è più sport ma già quasi rito» (ecco il perché del successo fra i suoi militanti degli sport da combattimento e dell’arrampicata in cui, secondo una concezione Tradizionale, è d’obbligo «essere ciò che stai facendo»), la solidarietà sociale, l’insofferenza per l’ipocrisia del main stream radical di maniera, l’apertura al sacro e il rispetto, quasi una filosofia, della “differenza”: «CasaPound aborre ogni forma di discriminazione sessuale, religiosa o etnica», precisa Di Tullio nel rispondere a chi, senza cercare di capire, gira la faccia dall’altra parte e liquida il fenomeno imbracciando a mitraglia l’accusa facile di antisemitismo. Il romanzo racconta la storia dell’incontro di due ragazzi romani di estrazioni sociali opposte, che si trovano a vivere insieme l’esperienza del Blocco Studentesco, l’organizzazione studentesca di CasaPound, e cominciano un percorso di amicizia e di formazione, di lotte politiche e di strada».

    Fatti di vita quotidiana che svoltano in epica, quella di una Roma in cui sembra di respirare, in una sintesi paradossale ma non casuale fra Pasolini ed Ezra Pound, certe pagine di Ragazzi di vita. Loro, i ragazzi raccontati in Nessun dolore, sono quelli che amano definirsi «fascisti del terzo millennio», e costituiscono un’officina sociale che - precisa Di Tullio - «travalica certi schematismi anche terminologici: le categorie valgono per il momento storico in cui vengono coniate, e ciò che fanno i ragazzi di CasaPound oggi, nelle forme e nelle azioni, non ha riferimenti, se non in una tradizione più grande e più antica, che pre-esiste e che va oltre le apparizioni storiche del momento».
    Gli scrittori preferiti da Di Tullio (già autore del saggio Centri sociali di destra, occupazioni e culture non conformi, uscito nel 2006 da Castelvecchi) rivelano, in perfetta coerenza con questo ragionamento, un eclettismo emblematico: da Fenoglio a Parise, da Cancogni a Edoardo Nesi a Franchini, quest’ultimo per «una certa inclinazione muscolare alla letteratura, alla scrittura come combattimento». Poi ci sono John Fante, Yukio Mishima, Cormac Mc Carthy «per lo stile».
    Nessun dolore è un libro per chi non si adegua all’idea che non esista un’alternativa fra la banalità di una certa società dei consumi e l’anticonformismo di maniera. È il libro di chi sa che esiste un’alternativa interna alla società. Poi, volendo, c’è anche «il passaggio al bosco», certo, «ma non per i ragazzi più giovani: è una scelta da ponderare e avvicinare con spirito ascetico. Io passerei volentieri al bosco, ma con un collegamento Adsl», conclude Di Tullio. Anche Henry David Thoreau, forse, l’avrebbe fatto.

    Domenico Di Tullio presenterà Nessun dolore (Rizzoli) domanis sera al Teatro Condominio a Gallarate (Va) all’interno della rassegna «Duemilalibri».

    Il romanzo "nero" su CasaPound fa boom in libreria - Cultura - ilGiornale.it del 28-10-2010

  2. #2
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Perché piace Casa Pound

    Il romanzo "Nessun dolore" di Domenico De Tullio fa discutere. Perché il centro sociale dell'estrema destra romana è diventato un grande punto di riferimento per migliaia di ragazzi e ragazze che si affacciano alla politica, nelle scuole e nei quartieri delle capitale. Tra musica indipendente, case occupate e richiesta di giustizia sociale

    E' stato presentato venerdì 22 ottobre a Roma il romanzo "Nessun Dolore" (Rizzoli), di Domenico Di Tullio, avvocato e militante di Casa Pound, centro sociale e associazione culturale dell'estrema destra (prima romana, oggi nazionale). Casa Pound è appunto al centro del libro di De Tullio e ne racconta la storia attraverso i protagonisti. Pubblichiamo qui di seguito la recensione del sociologo Emanuele Toscano, che per due anni ha studiato il fenomeno di Casa Pound realizzando una ricerca etnografica di prossima uscita

    Ci si chiede, spesso, come abbia fatto CasaPound a costruire così tanto in così poco tempo. Ce lo chiediamo spaesati a sinistra, per quello che valgono le etichette di appartenenza, ma è per capirci. Se lo chiede – sono sicuro – il variegato mondo del neofascismo italiano, disorientato da tanta irriverenza guascona e dall'idealtipo del "fascista del terzo Millennio" così lontano dai codici interpretativi e culturali da loro fino ad ora utilizzati.

    Chi sono, e perché hanno tanto successo questi nuovi fascisti italiani? Da dove viene questo movimento che occupa case, chiede giustizia sociale, suona e produce musica indipendente?

    La risposta, fulminante e senza possibilità di replica, si trova in "Nessun Dolore", romanzo scritto da Domenico Di Tullio, che di CasaPound è l'avvocato e militante di vecchio corso.

    Un'auto-etnografia romanzata della realtà politica e culturale rappresentata da CasaPound, vista attraverso gli occhi, il sudore, il corpo, l'entusiasmo di due generazioni di militanti: i più anziani, quarantenni, e le nuove leve del Blocco Studentesco, l'organizzazione giovanile di CasaPound.

    Attraverso l'intreccio delle storie di vita vissute dai protagonisti, l'autore racconta di una comunità uscita allo scoperto, dopo anni di ghetto culturale e politico, svincolatasi dal confino in cui era stata e si era rinchiusa. E che si presenta oggi con il suo miglior biglietto da visita: il riff sudato e distorto, scanzonato e tagliente di una canzone degli ZetaZeroAlfa, capace di aggregare giovani liceali figli della Roma bene e rudi ragazzi cresciuti negli scantinati adibiti a palestre delle periferie della Capitale.

    L'immagine che il libro restituisce del gruppo umano che anima e alimenta CasaPound è una fotografia di ragazze e ragazzi sorridenti, di corpi tatuati e muscoli scattanti, di nervi tesi e sudore, di vita agiata e di spazi conquistati a forza, di valori in cui credere e di una perenne volontà di superarsi, di dare il massimo e subito dopo ancora di più.

    Senza cadere in tentazioni di autoreferenzialità, la narrazione è un viaggio in una realtà che grida con forza e gioia la sua presenza nel mondo e il suo volersi riprendere tutto. Una realtà coesa e massiccia come una falange oplitica, in cui però nessuna individualità si diluisce nel tutto, ma rimane sé stessa, rivendica con il suo esserci la propria appartenenza.

    Questa rivendicazione della propria unicità individuale, che accresce un soggetto collettivo senza perdersi in esso, trova espressione e affermazione nella dimensione della fisicità e della corporeità. Mettere in discussione il proprio sé nel processo di affermazione della propria soggettività individuale implica al contempo l'esporre a dei rischi il proprio sé corporeo. Ciò avviene nella convinzione che il lavoro su sé e sui propri limiti non può non riguardare anche la dimensione della propria corporeità.

    E' qui che si ritrova la palingenesi del fascismo del terzo millennio: così come il pogo dei punk inglesi metteva in crisi le forme classiche del ballo nel rock, allo stesso modo la cinghiamattanza attraverso il ballo esaspera e rappresenta - per i militanti di CasaPound - aspetti fondamentali dell'esistenza: la vitalità, il gioco, la lotta, contrapposti a un modello culturale dominante e imposto che ha con il corpo "un rapporto complessato, paranoico, decadente".

    Un libro che risponde quindi ai molti che si interrogano – con un approccio non pregiudiziale - sull'ascesa ed il successo di CasaPound.

    Perché piace Casa Pound - L'espresso

  3. #3
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Il Tempo - Spettacoli - di MARIO BERNARDI GUARDI Sono fascisti i ragazzi di Casa Pound e del Blocco Studentesco? È da qualche anno che politici, giornalisti, sociologi si pongono la domanda ed è da qualche anno che non riescono a dare e a darsi una

    Sono fascisti i ragazzi di Casa Pound e del Blocco Studentesco? È da qualche anno che politici, giornalisti, sociologi si pongono la domanda ed è da qualche anno che non riescono a dare e a darsi una risposta convincente.
    Una cosa è certa: questi ragazzi, con la loro creatività colorita e gioiosa, con le loro provocazioni eretiche e goliardiche, con il fascino piratesco del loro gruppo musicale rock, gli Zetazeroalfa, con i loro miti (Pound, Nietzsche, Brasillach, ma anche Lucio Battisti e Rino Gaetano e i fumetti di Capitan Harlock, in allegro disordine sparso), con la loro vocazione trasversale - i "capi" di Casa Pound invitano sinistra e destra, con l'unica discriminante dell'intelligenza e della vocazione libertaria -; questi ragazzi, dicevamo, spiazzano un po' tutti.
    Perché non appartengono a nessuno, se non a quella che loro chiamano la bellezza. Ma che cos'è? Il romanzo di Domenico Di Tullio ("Nessun dolore. Una storia di Casa Pound", Rizzoli, pp. 225, 16,50 euro) cerca di spiegarlo. Diciamo subito che Di Tullio è - e ci tiene ad esserlo - l'avvocato di Casa Pound. Diciamo ancora che Di Tullio - quarantenne - ha - e ci tiene a rivendicarlo - un passato militante nella Destra romana più effervescente. Diciamo infine che Di Tullio è - e non manca di ripeterlo - un uomo di legge che lavora duro per garantire ai suoi assistiti una difesa professionalmente seria e bene attrezzata (e uno degli eroi del romanzo ne ha proprio bisogno, visto che si trova implicato in una brutta faccenda, con tanto di coltellata affibbiata a un "pusher"), ma è anche un amico che nelle avventure e nelle sventure ci entra col cuore che batte, e con una simpatia e una complicità che crescono e trovano di giorno in giorno più salda ragion d'essere. Ed è qui che ritorna la parola magica "bellezza". Bellezza in giro per una Roma "plurale": Prati, Monti, Garbatella, Parioli, Esquilino… con la tartaruga dei "poundiani" e la folgore dei "blocchetti", a fregiare il territorio. Ma in che modo? Certo, con un attivismo testardo e irriverente che nell'ultimo lustro ha conquistato migliaia di studenti affascinati da un "nuovo" che è pieno di "antico" e addirittura sfodera l'"eterno" - miti, riti, simboli, itinerari di formazione, prove e sfide - per affascinare menti e cuori, tutto magari travasando nella allegra, sudata aggregazione di un concerto o di un corteo. Ma c'è dell'altro. Casa Pound non è solo un nome suggestivo, un punto di incontro giovanile e movimentista, un laboratorio di idee e di iniziative: è anche, propriamente, una "casa". Meglio, un palazzo di sei piani, al quartiere Esquilino, in via Napoleone III 8, dove vivono 23 famiglie, 70 persone, 12 bambini. Dove non entra droga, dove si lavora e si fa buona guardia perché non si affacci nemmeno uno spinello. È questa la "bellezza"? Intendiamoci: non abbiamo a che fare con dei "santi". I profili disegnati da Di Tullio - compreso il suo autoritratto - ci parlano piuttosto di "fanti". Adolescenti che si innamorano come Dio e le "pischelle" comandano, maschi con tanto di istinto "guerriero". Ma senza la vocazione gladiatoria e funebre, funesta e feroce degli anni '70, quando "fasci" e "compagni" andavano in giro con la morte accanto, e la davano, all'occorrenza, la morte. Perché se è vero che ancora ci si scontra e che la stagione dei veleni e dei pregiudizi non è finita, è altrettanto vero che a prevalere stavolta è la voglia di vita. La tua e quella del tuo avversario. A cui semmai devi far vedere - ed ecco il distintivo, un po' narcisistico, di Casa Pound, che vali più di lui non in termini muscolari, ma perché sei "di più": più bello (e perché no?), più generoso, più aperto. E mettici dentro anche la lealtà, la solidarietà e la purezza di cuore ("giovinezza, giovinezza, primavera di purezza"?), insomma le insegne di nobiltà per cui vai in galera al posto di un altro. Tranquilli: non ci sarà "nessun dolore".

  4. #4
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    "Il romanzo nero fa il pieno"nonostante l'ostruzionismo palese di alcune case editrici e di alcuni punti vendita.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  5. #5
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    "Il romanzo nero fa il pieno"nonostante l'ostruzionismo palese di alcune case editrici e di alcuni punti vendita.
    Quoto!
    Da farci un libro sopra, che magari parli anche della destra radicale,
    è così trendi
    108 gggiorni da ppecoraa
    _____ _____

  6. #6
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    "Il romanzo nero fa il pieno"nonostante l'ostruzionismo palese di alcune case editrici e di alcuni punti vendita.
    Non sta in piedi questa frase... se il romanzo è edito da Rizzoli, è chiaro che le altre case editrici non gli fanno pubblicità, che discorso è?
    Ultima modifica di Canaglia; 29-10-10 alle 14:43
    Passata la buriana facciamo i conti

  7. #7
    Vi tengo d'occhio
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Non sta in piedi questa frase... se il romanzo è edito da Rizzoli, è chiaro che le altre case editrici non gli fanno pubblicità, che discorso è?
    Sai quante case editrici ci sono in Italia?Se dovessimo seguire la tua logica in ogni libreria troveremmo il deserto.Spiegami perchè il sottoscritto ha dovuto mobilitare più persone per acquistare un libro,recarsi all'ufficio informazioni, che ha confermato l'esistenza del libro,il tutto in una nota libreria milanese che ti assicuro vende di tutto. Era infognato in uno scaffale anonimo, con al suo fianco altri libri altrettanto anonimi e di tutt'altro genere. Sarà stato anche un caso, ma non credo proprio che ciò sia stato dovuto alla mancanza di spazio, all'uscita improvvisa del romanzo o alla misera concorrenza tra case editrici. Io ho tratto altre conclusioni.
    Ultima modifica di Mariox; 29-10-10 alle 15:54
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  8. #8
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    Sai quante case editrici ci sono in Italia?Se dovessimo seguire la tua logica in ogni libreria troveremmo il deserto.Spiegami perchè il sottoscritto ha dovuto mobilitare più persone per acquistare un libro,recarsi all'ufficio informazioni, che ha confermato l'esistenza del libro,il tutto in una nota libreria milanese che ti assicuro vende di tutto. Era infognato in uno scaffale anonimo, con al suo fianco altri libri altrettanto anonimi e di tutt'altro genere. Sarà stato anche un caso, ma non credo proprio che ciò sia stato dovuto alla mancanza di spazio, all'uscita improvvisa del romanzo o alla misera concorrenza tra case editrici. Io ho tratto altre conclusioni.
    Questo sarà imputabile alla libreria, le case editrici sono un'altra cosa
    Passata la buriana facciamo i conti

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il romanzo 'nero' su CasaPound fa il pieno in libreria

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Questo sarà imputabile alla libreria, le case editrici sono un'altra cosa
    Su questo ti posso dare ragione, tant'è che volevo scrivere librerie anzichè case editrici. Detto questo, la sostanza non cambia.Ps. la libreria in questione è una famosissima casa editrice.:giagia:
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

 

 

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