Xu Lizhi nacque il 18 luglio 1990 a Jieyang, nella provincia del Guangdong, in Cina, da una famiglia di agricoltori. Ultimo tre di figli, Lizhi mostrò un grande interesse per la letteratura e la lettura fin dalla tenera età, pur avendo un accesso limitato ai libri.

Quando frequentò le scuole superiori, avrebbe voluto entrare in università, ma i punteggi di ammissione all'esame nazionale non furono abbastanza alti da permetterglielo. Questa cocente delusione, che rattristò enormemente Lizhi, secondo suo padre lo rese da quel giorno "introverso". Sempre il padre cercò di convincerlo a guadagnarsi da vivere riparando computer, mentre il fratello Hongzhi lo incoraggiò a cercare fortuna nelle grandi città, diventando un dagong, un migrante della campagna in cinese.

Nel 2010, a vent'anni, Lizhi si trasferì a Shenzhen per cercarsi un lavoro. Sul suo conto corrente c'erano solo 99 yuan. Shenzhen era una megalopoli di 13 milioni di abitanti, fondata davanti ad Hong Kong nel 1978 e in quel periodo in preda a una rapida industrializzazione. Qui Lizhi venne assunto con un contratto di tre anni come operaio della catena di montaggio nello stabilimento della Foxconn, una multinazionale taiwanese, dove lavoravano 350mila persone, tra operai e impiegati.

Il primo stipendio fu di 1.700 yuan. Al lavoro indossava un caschetto, guanti e una tuta ESD antistatici, ai piedi portava un paio di scarpe antinfortunistiche. Quando non era impegnato nella catena di montaggio, viveva all'interno di un dormitorio aziendale, in uno spazio di dieci metri quadrati. Nel dormitorio riposava, mangiava, cagava, scriveva e pensava. Ogni volta che apriva la porta per andare al lavoro, gli sembrava di alzare il coperchio di un sarcofago. Fu qui che Lizhi iniziò a scrivere poesie, brevi e scarne, che vennero pubblicate sul giornale degli operai dell'azienda, il "Foxconn People". In alcune occasioni, il giovane poeta cinese espresse la propria gratitudine a Foxconn People per permettergli di scrivere quei versi e di non averli mai fatti leggere ai genitori, perché aveva paura di farli soffrire.

Stando alle notizie, a Shenzhen c'era un gruppo di amici, operai come lui che lo stimavano e lo leggevano. Xu Lizhi dal 2012 scrisse almeno 30 poesie e recensioni, in cui parlava dei turni alla catena di montaggio e delle condizioni di vita alla Foxconn. Ne scrisse con accenti lugubri, perché nella vita di quegli operai non c'era spazio, ad esempio, per l'amore. In un documentario sulla classe operai francese "Retour à Reims", le immagini mostrano lo sfruttamento degli operai in fabbrica, anche se dopo il lavoro, nei loro circoli si balla, ci si conosce e ci si innamora. Nei luoghi raccontai da Lizhi non c'era niente di tutto ciò, nessuno si innamorava. Dopo la fabbrica c'era il dormitorio, dopo il dormitorio c'era la fabbrica.

Xu Lizhi non abbandonò mai il suo amore per i libri, tanto da provare ad allontanarsi da Shenzhen, cambiare città e lavoro. Voleva vivere a contatto coi libri e guadagnarsi il pane coi libri. Si candidò a lavorare come libraio al "Central Book Mall" di Shenzhen e poi nella biblioteca interna alla Foxconn. Il tentativo, purtroppo, non ebbe successo, non riuscendo ad ottenere il posto in nessuno dei due. Sfumato il sogno di trovare un posto in qualche libreria o biblioteca e di lasciarsi alle spalle per sempre la fabbrica, iniziò un nuovo periodo di solitudine. Non partecipò più alle attività del circolo dedicato alla poesia operaia, perché doveva di nuovo trovarsi da vivere. Non ebbe scelta, tornò alla Foxconn e fu subito riassunto e nello stesso reparto di prima. Tornare nella catena di montaggio, di fronte al nastro trasportatore, dopo aver tentato una strada diversa, dovette essergli sembrato un fallimento intollerabile.

Stando al resoconto, il giorno del rientro alla Foxconn fu il 29 settembre 2014. L'indomani scrisse una poesia dal titolo "Sul letto di morte". Nella poesia dichiarò di voler tornare a guardare ancora una volta l'oceano, scalare una montagna, assaporare il blu del cielo, ma non era più in grado di realizzare i propri desideri, sentendosi sconfitto.

Il 1° ottobre 2014, anniversario della nascita della Repubblica Popolare Cinese, il giorno dopo aver terminato la sua ultima poesia, Xu Lizhi si tolse la vita, lanciandosi dal diciassettesimo piano di un palazzo a Shenzhen.