Chi esporta democrazia non esporti buone maniere
Pubblicato giovedì, ottobre 28, 2010
di Federico Russo
http://www.fiammafutura.net/2010/10/...n-esporti.html

E’ notizia di questi giorni che Tareq Aziz, il vice dell’ex rais Saddam Hussein, si sia guadagnato una condanna a morte per impiccagione. La motivazione è presto detta: presunta persecuzione al popolo sciita.
Il punto non è se Tareq sia colpevole o meno (sebbene l’avvocato che lo difende abbia motivazioni validissime perché l’imputato meriti l’assoluzione), il punto è piuttosto chiedersi se sia giusto permettere che sia condannato a morte “per impiccagione”. Ci siamo tutti riempiti (tranne noi) la bocca di belle parole su quanto fosse giusto esportare la democrazia per poi permettere un gesto così efferato più volte condannato dall’unione europea?
Naturalmente per comprendere questo apparente paradosso c’è bisogno di scavare più in profondità, una profondità fatta di interessi davvero poco nobili.
Come molti di voi già sospettano, la guerra in Iraq è stata effettuata per gli enormi interessi petroliferi derivanti da quei preziosi giacimenti presenti nel paese. La liberazione del popolo oppresso è valsa enormi profitti per le aziende militari ed altrettanto enormi sacrifici in termini di vite umane (anche italiane). La storia è ricca di esempi nei quali è palese come il “dittatore” agli occhi degli americani sia in realtà solo colui che non favorisce i loro interessi. Per rinfrescarvi la memoria vi cito solo due nomi: Pinochet e Batista.
Al momento Tareq è ancora detenuto a Camp Cropper, una prigione statunitense sita in Bagdad. Noi offriamo un’occasione di redenzione agli Stati Uniti chiedendogli di fare un piccolo gesto che li aiuterebbe in parte a pulire la loro coscienza: non consegnare Tareq nelle mani della “equa e garantista” giustizia irachena post-Saddam.
In questo modo smetteremmo di pensare che Tareq sia diventato per gli americani solo una pedina non più economicamente utile, e quindi, brutalmente sacrificabile in barba ai proclami contro la pena di morte.

Federico Russo
Fiamma Futura “Vae Victis” Como