Senza questo presupposto fondamentale il "Sistema Italia", e non solo, non potrà mai funzionare in maniera decente.
Senza questo presupposto fondamentale il "Sistema Italia", e non solo, non potrà mai funzionare in maniera decente.
Ogni cosa è costituita da una o più coppie di poli.
Detti poli producono:.............
Prima ancora di ristabilire l'equilibrio dei poteri,qui siamo al punto di dover risanarne uno degli ordinamenti e cioè quello della giustizia,sempre più malata,sempre tentata(in diverse sue parti)dal vizio della politicizzazione(a senso unico ovviamente) e con diversi suoi "protagonisti"privi non solo di capacità,competenze e senso della propria funzione,ma financo privi di un sano e normale equilibrio mentale(e poi dicono che Berlusconi sbagliava a definire mentecatti certi magistrati...).
Ecco uno dei tanti esempi che si potrebbero portare e che fa il paio con l'inchiesta contro Mori ed altri valenti servitori dello Stato,portata avanti da alcuni procuratori e procure della Sicilia.
A prenderli sul serio certi magistrati,ci sarebbe da vergognarsi di essere loro connazionali,ma naturalmente me ne guardo bene dal prenderli in considerazione.
Ecco una nota giustamente irridente nei loro confronti, licenziata dai repubblicani.
Dal sito Decanter WEB
Caso Pollari
Quando i servizi segreti saranno affidati ai vigili urbani
Il sostituto procuratore generale di Milano, Piero De Petris, ha chiesto nel processo per il sequestro di Abu Omar la condanna a 12 anni di reclusione per Nicolò Pollari capo del Sisde di allora. L’accusa ha negato perfino le attenuanti generiche, vista "l’elevatissima consapevolezza nell’agire degli imputati". Non fosse sufficiente la reclusione per il capo dei Servizi segreti italiani, l’accusa ha chiesto anche 12 anni di reclusione per Jeff Castelli, capo della Cia in Italia.
A questo punto ci siamo chiesti come mai non ci fosse anche una richiesta di arresto per il capo del governo italiano dell’epoca e per il presidente degli Stati Uniti d’America. Forse l’accusa pensa che i servizi segreti si siano mossi all’oscuro dei rispettivi governi. Ed è possibile che sia così: altrimenti non avremmo i servizi segreti a vigilare sulla sicurezza dello Stato, ma il capo dei vigili urbani di Roma, con tutto il rispetto per i vigili urbani o dei pompieri di New York, con tutta l’ammirazione che possiamo avere per loro. Ora però i presidenti del Consiglio italiani che si sono succeduti da allora, Berlusconi e poi Prodi, hanno apposto il segreto di Stato. Non erano ubriachi. Semplicemente ritenevano che, in un momento di particolare tensione internazionale, i servizi dovessero preoccuparsi di agire secondo la libertà con la quale sono stati costituiti nelle democrazie moderne. Se sbagliano, ne rispondono al governo, non alla giustizia ordinaria, come è in ogni paese civile al mondo, fuorché in Italia.
Sinceramente non abbiamo capito se il mullah Omar fosse un terminale pericoloso del terrorismo o semplicemente un povero disgraziato travolto da un grosso equivoco. Il rischio che nel 2003 ci fossero degli attentati nel nostro paese era tale da giustificare procedure drastiche. A Madrid da lì a poco tempo sarebbero esplose le bombe. La ragione per cui in Italia non è avvenuto niente, crediamo sia dovuta non tanto al fatto che al Qaeda - o chi per quell’organizzazione - non ci tenesse mirino, ma all’azione dei nostri servizi, insieme a quelli americani. Pollari ha fatto il suo dovere ed è incredibile e vergognoso che si ritrovi sul banco degli accusati. La responsabilità di difendere la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini è cosa gravosa: ce ne siamo accorti tutti dopo gli attacchi alle Torri Gemelle. Ne segue una domanda: per prevenire rischi di questo genere, i servizi hanno il potere di adottare procedure che limitano i diritti dei cittadini in uno Stato democratico? Notiamo che non ci sono state misure restrittive nei confronti di tutti gli imam presenti in Italia, ma una misura straordinaria per un singolo determinato individuo. Comprenderemmo, nel caso si dimostrasse che il mullah Omar non tramò attentati in Occidente e non abbia avuto collegamenti con il terrorismo, una sua remunerazione economica, al limite le scuse dello Stato italiano e di quello americano per la disavventura in cui è incorso. Ma mai ci permetteremmo di accusare i servizi, nemmeno nel caso certificato di un incredibile scambio di persona o semplicemente di un errore. Perché a quel punto tanto varrebbe sciogliere i servizi. Ed è questo il vero processo che si è avviato a Milano. Saremmo poi curiosi di sapere chi glielo va a dire a Obama che c’è chi vuole mettere in galera il capo della Cia in Italia.
Roma, 29 ottobre 2010
Ultima modifica di lincoln; 29-10-10 alle 18:53
per ristabiire l'equilibrio la ricetta è semplice: bisogna dare piu' poteri alla magistratura, attualmente con le mani legate dal troppo garantismo e dalla farraginosità della legge italiana, e togliere le tv a berlusconi.
Insoma, meno lacci e lacciuoli alle forze dell'ordine e piu' manette ai fautori del caos organizzato e del bungabunga
Ultima modifica di brunik; 29-10-10 alle 21:14
lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI
la giustizia per berlusconi ed affini è qualcosa di simile all'albero al quale doveva essere impiccato Bertoldo. Un albero era troppo alto , un altro era troppo grosso, un altro troppo frondoso. finchè non si trovò un albero ( mi sembra di vite) così basso che ad esservi attaccati non si correva alcun rischio di penzolare con le gambe nell'aria. Berlusconi sa molto bene che in qualsiasi altro sistema giudiziario dell'occidente industrializzato egli non avrebbe alcuna possibilità di farla franca. Ma egli invita a scegliere fior da fiore ciò che gli fa più comodo dei vari sistemi. Benissimo, ad esempio . la prescrizione come in altri paesi democratici, ma guai a ricordare negli altri paesi che la prescrizione termina con l'inizio del processo.
Fisco all'americana , ma senza il sistem punitivo per gli evasori in uso in quel paese. Ed allora fa comodo far credere che il problema principale della giustizia in Italia non stà nella legislazione civile e penale troppo favorevole ai furbi delle più diverse specie , ma che il problema è quello dell'invadenza dei magistrati. Come dire che il problema non è quello che non si può mangiar bene usando materie prime scarse e di cattiva qualità, ma che i cuochi mettono troppo spesso la testa fuori dalla cucina per vedere cosa diavolo viene fuori con quello che si sono ritrovati tra le mani.
L'equilibrio tra i poteri non è mai un equilibrio teorico valido una volta per sempre ; l'indipendenza fra gli stessi ha sempre delle aree di confine che sono sempre più complesse man mano che la stessa società diventa più complessa. Premessa a qualsiasi discussione è che non vi siano interessi tali accentrati in uno di essi che riescano, grazie ad una situazione di forza che non nasce solo dall dialettica tra i poteri, a falsare ed a rendere appanata qualsiasi possibilità di sereno approccio ai problemi.
Come si può affrontre il problema teorico del rapporto dei poteri quando il potere esecutivo si avvale di forti mezzi, mai prima di adesso nell'Italia repubblicana a disposizione di un capo di governo per diffondere nell'opinione pubblica un'immagine critica nei confronti deglialtri poteri dello stato?
"E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini
http://www.novefebbraio.it/
Per rilevare l'eventuale mancanza di equilibrio tra i poteri si dovrebbe, secondo me, mettere a confronto quali sono le possibilità a disposizione di un Magistrato con quelle, invece, a disposizione di Parlamentare. E fare due elenchi.
Ogni cosa è costituita da una o più coppie di poli.
Detti poli producono:.............
Incominciamo : un parlamentare può far cambiare una legge in base al quale un magistrato lo sta giudicando. Hai mica letto di un parlamentare in particolare che sia uso a queste cose ?
Ogni cosa è costituita da una o più coppie di poli.
Detti poli producono:.............
Un magistrato è inserito in un sistema complesso con una serie di controlli , pesi e contrappesi , può solo iniziare un procedimento , di cui non è mai "dominus assoluto", un parlamentare può iniziare un procedimento legislativo , nel quale non dovrebbe essere il padrone assoluto. Ma c'è chi invocando il "voto degli italiani" pensa di esserlo. Vedo che questo è un argoemto su cui non ti piace rispondere. Eppure parlando di riequilibrio è un tema importante
Un altro tema importante è quello degli ostacoli che si tenta periodicamente di mettere sulla strada dei magistrati che fanno , disinteressandosi di quelli che non fanno ( o per interesse o per semplici pigrizia).
Ricordiamo che quando i radicali promossero ilr eferendum per la responsabilità civile dei magistrati il PRI si schierò tenacemente contro
che cazzo di ragionamento è, è il loro lavoro, anche la polizia stradale puo' fermare le macchine che vuole senza chiedere niente a nessuno, allora prima aboliamo i vigili urbani poi eventualmente parliamo dei magistrati.
Il problema italiano non sono i magistrati che indagano, ma i politici che rubano. Bisogna aumentare il numero dei magistrati e metterne alle costole uno per ogni politico, pronto ad ammanettarlo immediatamente se nota qualcosa di vagamente sospetto.
Ultima modifica di brunik; 30-10-10 alle 13:31
lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI