Twitter – ora X – potrebbe diventare presto a pagamento. L’ipotesi di un abbonamento alla piattaforma, che conta circa 550 milioni di utenti, è emersa in un’intervista in streaming di Elon Musk con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. E non è il primo caso di un social che pensa di introdurre un paywall.
All’inizio di settembre alcune indiscrezioni hanno ventilato la possibilità che anche Facebook e Instagram, di proprietà di Mark Zuckerberg, possano non essere più gratuite. In questo caso, però, il passaggio a un modello pay riguarderebbe solo l’Europa e sarebbe una risposta di Meta alle pressioni dell’Unione europea in materia di privacy e trattamento dei dati personali.
Musk ha comprato Twitter lo scorso anno per la cifra monstre di 44 miliardi di dollari e ha fatto capire fin a subito che intendeva introdurre cambiamenti radicali. L’ipotetico passaggio del social a un nuovo modello di business è solo l’ultimo della lista.
Tra le novità introdotte dal miliardario, oltre al cambio del nome della piattaforma, ha già fatto discutere la decisione di rendere a pagamento la spunta blu che certifica gli account: da aprile si paga circa 9 euro. Musk, inoltre, si è distinto per la sua gestione disinvolta del social network.
Il patron ha infatti chiesto agli ingegneri di promuovere i suoi post e ha riammesso su X alcuni account precedentemente sospesi. Tra questi anche il profilo dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, bannato da Twitter dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
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