Perché la sorella ne parlava al passato? Perché tutti quei post su X apparsi all'improvviso e tutti uguali.
Prevedo colpi di scena inauditi nel senso di mai auditi.
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Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, dai primi segnali alla gelosia fino alla rottura: le tappe della loro relazione (durata due anni)
I primi segnali
Per la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, i segnali già c'erano: «Filippo era una persona possessiva, aveva alcuni atteggiamenti che non mi piacevano: le stava molto addosso, la controllava». Intervistata a «Chi l'ha visto?», la sorella di Giulia ha infatti raccontato alcuni dettagli della loro relazione. Finità sì, ma mai del tutto: «si continuavano a vedere, ma erano incontri sempre più dilatati. Incontri in amicizia, anche se non tanto in amicizia, perché ogni volta lui cercava di rinnovare questa sua proposta di ritornare insieme. Secondo me faceva pressione su questa sua tristezza per manipolarla». Nonostante ciò, Giulia non aveva paura di lui: «Se mia sorella avesse avuto paura di Filippo non sarebbe mai uscita da sola con lui. Non penso che fosse spaventata da quel punto di vista magari era più che altro stanca, scocciata di continuare a vivere da questa situazione dalla quale era uscita, senza uscirne veramente». Un fatto, questo, confermato anche dalla nonna di Giulia: «Non era preoccupata per quel suo ex che aveva lasciato a causa della sua possessività. Piuttosto il suo era un sentimento di pena nei confronti di chi non accettava la separazione, per questo non aveva interrotto i contatti con lui».
Gli episodi
Al raptus di violenza, la sorella di Giulia non ci ha mai creduto. Sono troppi, infatti, gli episodi di violenza psicologica, verbale ed emotiva che la 22enne ha sopportato durante la relazione con Filippo, e anche dopo: «Posso raccontare tanti episodi in cui Filippo ha dimostrato di poter diventare pericoloso. Un'amica di Giulia mi ha raccontato che lui una volta si è presentato alla fermata dell'autobus, dopo che lei gli aveva detto che preferiva andare a fare acquisti a Padova senza di lui. Filippo le controllava il telefono, al punto che Giulia aveva disattivato la funzione che mostra l'ultimo accesso su Whatsapp. Ma lui trovava comunque il modo di controllarla: dopo che le aveva mandato la buonanotte, per essere sicuro che lei non avesse ricevuto altri messaggi, le mandava un emoticon, fingendo di fare il carino, così vedeva se il messaggio veniva recapitato con una sola spunta o due». Poi un'altra violenza: «Filippo diceva sempre a Giulia che doveva rimandare la laurea, che doveva aspettarlo. Voleva che studiassero insieme e questo a mia sorella stava cominciando a pesare», dice sempre Elena Cecchettin. Filippo era dipendente da Giulia, proiettava su di lei le sue frustazioni per lo studio e il suo disagio psicologico: «Io penso che Filippo fosse dipendente da lei, che si sentisse molto solo e che vedesse in mia sorella la sua unica fonte di gioia nella vita. Ma devi saper creare tu gioia nella tua vita. E Giulia sapeva gioire anche delle piccole cose. Lui sapeva di avere dei problemi ma non voleva guarire, non cercava aiuto, non voleva stare meglio. Le aveva detto che si sarebbe ucciso se lei lo avesse lasciato o avesse smesso di essere sua amica. La teneva in scacco emotivamente. Giulia si confidava ma non ci diceva tutto, aveva paura che ci allarmassimo e mai avrebbe pensato che lui potesse farle del male».
I racconti degli amici
Come raccontato dai loro amici, la loro storia era finita perché Giulia non amava più Filippo. Lui stava male, ma continuava spesso a vederla: «Sapevo che stava attraversando un periodo difficile, come può succedere a tutti. Era triste perché Giulia l'aveva mollato ma noi amici gli stavamo vicino. L'ultima volta che l'ho visto era più sereno del solito perché aveva cominciato ad andare dallo psicologo dell'università. Mi ha fatto piacere sapere che aveva trovato un esperto con cui parlare delle sue difficoltà: soffriva per Giulia e per gli esami che aveva lasciato indietro».
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mi dispiace, ma Crepet non tocca il tasto principale e piu' deleterio della vicenda , ossia quello della copertura della figura materna.
Decalogo del 90% delle madri italiane e': mio figlio non sbaglia mai, e se sbaglia l'ha fatto perche' indotto a sbagliare.
Con queste premesse il maschietto italiano dove si vuole che vada a finire....Schettino che telefona alla mammina mentre la nave affonda, vincitori di medaglie che la prima cosa che fanno e' chiamare la mamma...e perche' no il papa' il terribile padre dipinto come figura maschilista latore del messaggio suprematista patriarcale.
Non accorgersi che questa del maschilismo sta diventando un'arma come il riscaldamento globale, l'abolizione del motore termico etc etc fa si che si cada facilmente nella trappola tesa in modo ormai palese per anniettare l'ultima anima dell'individualismo dell Uomo occidentale.
Peraltro l'Italia figura tra gli ultimi posti in merito ai femminicidi .
Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....
chissà perchè ma se il patriarca è un negro o un beduino col culo per aria quelli li difendono
sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione