L'imperialismo dei defunti



Seppur potremmo trarre giovamento dal riemergere di una sensibilità “pagana” che prenda spazi di sacro al materialismo imperante ma anche alla Chiesa cattolica che ci ha ammorbato con millecinquecento anni di dottrine avvelenatrici della natura, dobbiamo riconoscere che nulla di tutto ciò è espresso dalla festa di Halloween, parodia della festa celtica di fine estate di Samhain. Interessante rilevare per inciso che tale festa veniva collocata in una dimensione “esterna” alla dimensione temporale non appartenente all’anno vecchio né al nuovo, potendo in quel momento i vivi passare nel mondo dei morti. Di passata rileviamo come questa tradizione indoeuropea fosse la stessa alla base delle feste romane del "Mundus patet", apertura della fossa degli spiriti inferi che accadeva tre volte l’anno. La stessa divinità Samhain fu assimilata dai romani conquistatori della Britannia a Pomona, divinità ctonia ed infera.
Niente di tutto ciò nell’attuale festività americana, che, da una ventina d’anni giunta anche in Italia, si basa sul travestimento da “mostro” (con una fantasia “hollywoodiana” che ben denota l’apertura mentale dei mascheranti, giustificabili solo se in tenera età), specie dei bambini, che bussano alle porte delle abitazioni chiedendo dolci, e minacciando in caso negativo il proverbiale scherzetto.
Non vogliamo spendere troppo tempo a sottolineare un fenomeno talmente ovvio: l’americanizzazione sempre più massiccia delle abitudini e finanche delle festività europee. Questa festa è una vera macchina da soldi, che permette a molte aziende di vendere migliaia di prodotti carnevaleschi a fine ottobre, e trova un adesione massiccia presso genitori accondiscendenti ad ogni idiozia che i figli esigono, pena il fantasma della loro “esclusione sociale” con chissà quali “danni” psicologici futuri. D’altro canto non ci sentiamo nemmeno di condannare un bambino che in fondo si diverte e tira fuori una parte, quella “demonica” ed “oscura” che è in ognuno di noi. Questo teniamo a rammentarlo a “mamma Chiesa” che vede in ogni avvicinamento a certi argomenti “un avvicinamento a Satana”, dimostrando anche in questi giorni il solito bigottismo di molti suoi prelati, che invece di tuonare contro il consumismo non trovano di meglio che rimarcare la natura “pagana” della festa (ad ogni buon conto sottolineiamo che un pagano vero si offende a questi accostamenti). Si potrebbe riportare il tutto alla diffusione di un certo “spiritualismo” moderno, già da eminenti autori rilevato nella prima metà del secolo, come una sorta di ricerca del “sacro” al di fuori dei canoni della religione venuta a predominare in occidente. Ma non ci sembra questo il caso delle masse, seppur è innegabile una attrazione crescente per occultismo et similia, che probabilmente tratteremo in altra sede, e che nasconde pericoli non minori del materialismo imperante.
Ci sembra però rilevante che anche in cose del genere, nell’adesione alle feste, si riscontri un supino adagiarsi alla way of life d’Oltreoceano, considerata “in”, “più avanti”, della nostra “triste” e “vecchia” Europa. Ci piacerebbe che analoga adesione avessero le feste popolari regionali e locali, che spesso non hanno nulla da invidiare, come mascheramenti o liberazione degli impulsi sopiti, alla slavata, commerciale e inutile festa di Halloween, che, al contrario di ogni festa che si rispetti, difetta dell’elemento principale e fondamentale: la coesione sociale e comunitaria che questa crea, il rafforzamento dei vincoli personali e dello spirito di popolo. Ma si sa, mala tempora currunt, e cosi ci siamo accontentati di aver visto passare anche quest’anno questa triste e inutile sceneggiata, sperando che almeno i bimbi si siano divertiti, e che magari qualche padre un po’ meno “moderno”, e un po’ più attento alla sostanza delle cose, induca i propri figli a festeggiare ben altre ricorrenze.


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