Pordenone Montanari
un talento nascosto

E' italiano, ha 73 anni, da 18 vive isolato in Piemonte. Pordenone Montanari, scoperto per caso, viene già considerato un genio dell'arte. Nella sua casa più di 500 lavori tra quadri e sculture
The Observer, 15 agosto 2010
Italiano, 73 anni, da molti vive isolato. Pordenone Montanari è il nuovo genio dell'arte. Più di 500 lavori "rivoluzionari" conservati in una casa piemontese riscriveranno la storia dell'arte del dopoguerra in Italia.
di Dalya Alberge

Le opere di un eccentrico artista italiano che ha vissuto in volontario isolamento per 18 anni stanno per essere messe in mostra a Londra, dopo essere state salutate come “un contributo straordinario all'arte europea del dopoguerra”.
Pordenone Montanari, 73 anni, ha vissuto isolato dal mondo per quasi vent'anni, durante i quali si è dedicato solo a pittura e scultura, contando sulla presenza di sua moglie per cibo e rifornimenti di materiali per il suo lavoro.
Dietro l’alta facciata incorniciata dai pini della sua casa piemontese, ha creato centinaia di figure, nature morte e paesaggi, che gli esperti descrivono come rivoluzionari, degni di mostre ed eventi dedicati nei musei e nelle gallerie.
Dal momento che le persiane della casa ottocentesca non erano mai aperte, i cittadini del posto credevano che l'edificio fosse il ritiro di campagna di qualcuno che viveva in città, senza sapere che dentro ferveva l'attività di Montanari, intento a mettere al mondo opere, che i critici oggi dicono mostrano una visione del mondo che richiama Picasso, Chagall e Bacon.
Il suo talento nascosto è stato scoperto per sbaglio. Sua moglie stava attaccando un cartello di "vendesi" al cancello, perché la coppia aveva deciso che le casa di quattro piani era troppo grande per loro. Un uomo d'affari indiano residente in zona, Raja Khara, stava passando in auto col suo socio. Si fermò e chiese alla signora di poter dare un'occhiata all'immobile, all’interno del quale fu letteralmente travolto dai tesori artistici che nascondeva.
Più di 500 quadri occupavano le pareti dal soffitto al pavimento, alcuni accatastati per diversi metri. Montanari era stato capace di dipingere su ogni possibile superficie piatta della casa, sulla tela, sul cartone e sui muri fino a sei metri di altezza. Non solo, aveva anche scolpito sul legno e nella pietra, popolando il giardino con un eccentrico labirinto di forme impenetrabile.
Khara concluse l'acquisto dell'immobile nel giro di qualche giorno e, in società con un altro uomo d'affari indiano, si procurò i diritti sull'artista per una ulteriore cifra "a sette zeri". Fece poi vedere le opere di Montanari a un noto storico dell'arte britannico, Edward Lucie-Smith, che apprezzò la qualità dell’artista al punto di decidere di voler organizzare una mostra dedicata.
Il mese prossimo ci sarà una mostra all'Istituto di Cultura Italiana di Londra, che sarà seguita da altre in Italia e Russia. "Si tratta di una voce completamente nuova" ha detto Lucie-Smith all'Observer. "Montanari è un artista unico, che scardina la storia convenzionale dell'arte postbellica italiana".
Montanari ha studiato filosofia all'Università di Milano e scultura all'Accademia di Brera negli anni '60. Anche se aveva venduto 24 quadri ad alcune banche anni fa, ha deciso di ritirarsi comunque dal mondo.
Quando Khara entrò per vedere la sua casa, Montanari non smise di dipingere neanche un momento e il giorno dopo, mentre gli altri definivano i termini dell'acquisto, si mise a pulire i pennelli, facendo però pesare all'uomo d'affari indiano che gli aveva fatto perdere ben due ore nel tentativo di convincerlo a vendere i suoi quadri. Alla fine la spuntò Khara che, con Arun Rangachari, presidente di Dar Capital, un’azienda di investimenti e consulenze finanziarie, comprò l'immobile. Oggi, dopo aver costruito uno studio per Montanari nei pressi della sua vecchia casa, i due pensano a una fondazione a nome dell’artista.
La settimana scorsa Rangachari ha detto all'Observer: "E' il più grande investimento singolo sulla scoperta di un artista pressoché sconosciuto, che non sembrava avere alcuna voglia di fare colpo su nessuno, un uomo severo, un aristocratico".
Khara parla di lui come di un uomo "molto controllato", per il quale non è stato facile aprirsi agli altri "per così tanto tempo..."
Ha detto l'artista alla moglie "Seguo l’ispirazione di quattro muse: leggere, scrivere, dipingere e scolpire, che bastano a giustificare i miei 18 anni di isolamento". Quando gli è stato chiesto da quale delle sue opere non si separerebbe mai, ha risposto: "Se uno non riesce a staccarsi da questa o quell'altra opera, significa che dipingere lo possiede completamente laddove deve essere l'artista a dominare il suo lavoro".
Secondo Lucie-Smith "Alcuni degli artisti contemporanei cercano solo la notorietà. Altri trovano che sia un ostacolo per il raggiungimento dei loro ideali più alti. Montanari appartiene alla seconda categoria". Del lavoro dell'artista dice "rivoluzionario...un nuovo tassello nella storia dell'arte italiana del dopoguerra".
Le nature morte, aggiunge, fanno venire in mente "Cezanne e Braque", mentre emergono elementi picassiani e tratti alla Francis Bacon, anche se "in maniera che ancora non avevamo visto mai".
Molti dei dipinti sono caratterizzate da figure che contengono altre figure e riflessi nello specchio. Uno rappresenta un pittore al cavalletto che dipinge una modella nuda, ma ciò che appare sulla tela è il profilo dell'artista e non la modella in sé. Lucie-Smith in proposito ha detto "Il messaggio è chiaro: ciò che sembra la rappresentazione oggettiva della realtà va invece letta come specchio della dimensione mentale dell'artista". Rossana Pittelli, esperto d'arte all'Istituto Italiano di Cultura, sostiene che "Montanari è davvero una bella scoperta".
Ora, Montanari di per sé è rimasto indifferente a tanta agitazione intorno a lui. La mostra londinese del mese prossimo potrebbe essere la sua svolta, ma lui non ci sarà.
Tg3 - Articolo - Pordenone Montanari: un talento nascosto

Montanari, l'orso di Biella strega Londra
Il pittore lanciato da un magnate anglo-indiano: "Cambierà la storia dell’arte"
MARCO NEIROTTI
INVIATO A BIELLA
La bella villa nella curva, imponente ma stanca, pareva a molti una casa da week end. La gente di Villa San Nicolao - una quindicina di chilometri da Biella, 1200 abitanti sparsi in più frazioni - conosceva di vista la signora Flavia, che usciva di quando in quando per qualche commissione, qualche spesa. Non invece il marito, Pordenone Montanari, gentiluomo che oggi ha 73 anni e si è trasferito con la consorte nel suo Friuli.
Pordenone Montanari, silenzioso sconosciuto per una vita, ora è un momento alto e improvviso dell’arte.
Si sta allestendo a Londra una mostra internazionale con una parte della sua produzione di quadri e sculture, oltre 500 lavori dal dopoguerra a oggi, rimasti discreti e ignoti nella casa fuori Biella e ritrovati, per un contratto di compravendita, dall’indiano Raja Khara, che li ha sottoposti allo storico dell’arte inglese Edward Lucie-Smith. Il Guardian annuncia l’evento, accostando l’artista a Cèzanne e Bracque, Picasso e Bacon.
Con un nome di battesimo lasciato al vento e sostituito con le origini, l’uomo garbato ma invisibile in diciotto anni si dice sia uscito dalla villa della curva soltanto sei volte. Non autorecluso, non depresso, anzi vitalissimo, con dedizione immerso nel lavoro: pittura, scultura, poesia, narrativa. Senza cercare confronti, critici, mercanti, guadagni. Ora lo stanno per celebrare grazie a un cartello che non ha né dipinto né scritto lui: «Vendesi».
Nato a Pordenone nel 1937, Montanari studia a Brera all’inizio degli Anni ‘60. Nel 1967 è a Parigi. Il primo grande artista con cui intrattiene rapporti è Orfeo Tamburi. Nel 1973 incontra Guttuso. Lui dipinge, scrive, la moglie Flavia lavora in banca. E’ il 1990 quando avviano insieme, delicatamente, questa di lui clausura spirituale e lavorativa, spiegata in un librone nero che non si apre e che accompagna il catalogo della mostra. Sulla pagina buia è scritto fra l’altro: «Per diciotto anni porta chiusa» e poi: «L’atto della creazione è la vera ragion d’essere dell’artista».
Forse la casa nella curva si è fatta stretta. Lui e Flavia decidono di tornare alle origini, al Friuli che sempre si fa sentire, anche attraverso il dialetto, nella sua poesia. E così appare il cartello «vendesi», che incuriosisce l’indiano Raja Khara. Come ci capita Raja? Ha sposato Cinzia, originaria di Pettinengo, a due passi di qui, viene spesso con lei dai suoceri. E passando per la curva è incuriosito. Racconta Cinzia: «Era un sabato, vide la scritta e mi disse: domani andiamo a vederla. Qui, in questo splendido angolo di Piemonte, cambia la vita».
Aveva intuito bene il fascino della dimora, ancora non ne conosceva l’interno: «Una quantità enorme di opere, molte accatastate, un disordine artistico limpido». Si è cominciato a riordinarle, è nata l’idea del grande lancio internazionale partendo da Londra. E, intanto procedono i lavori di ristrutturazione della casa, ma non fini a se stessi. Il progetto è risistemare una casetta-studio per i ritorni dell’artista e inglobare il giardino di fronte, dall’altra parte della strada provinciale, coperto da giochi delle siepi di bosso, e adibirlo a mostre di nuovi artisti da proporre alla critica e al mercato.
Il passo dall’arte alla burocrazia è inevitabile. Raja Khara ha chiesto di «dismettere» la provinciale, in pratica cancellarla, ma si è impegnato a ricostruire qualche centinaio di metri più sotto il nuovo tracciato, ripristinare il collegamento come nulla fosse. Il sindaco Raffaele Micheletti - una vita di carriera negli Stati Uniti e a Hong Kong - è favorevole a iniziative che portino cultura e lustro al paese, la questione però diventa di consigli comunali, permessi, pratiche.
Intanto Pordenone Montanari prosegue il lavoro, anche letterario, dopo i romanzi e racconti di «Letto a letto», «Il ragazzetto», «AddestrandoMi da solo nel mestiere di scrivere». E le poesie pervase dalla sua terra, dalle immagini, dallo spirito: «No’ solo de lavri piturai / E de basi / La vita xé fata / E nemmeno di sole / Illusioni, / Il tenero seme / della gioia che geme».
Montanari, l'orso di Biella strega Londra- LASTAMPA.it