UN PREMIER INCAPACE, MINISTRI INQUISITI, SCANDALI QUOTIDIANI… UN GOVERNO SOTTO PERENNE RICATTO XENOFOBO CHE E’ RIUSCITO IN UN’IMPRESA STRAORDINARIA: AD ESSERE CONTESTATO DA IMPRENDITORI E LAVORATORI, CHIESA E LAICI, OPPOSIZIONE E SUA STESSA MAGGIORANZA… GLI SPOT SONO FINITI: DAL VENETO ALL’AQUILA, DALLA IMMIGRAZIONE ALLA SCUOLA, DALLA SICUREZZA ALL’ECONOMIA, RIEMERGE LA POLVERE NASCOSTA SOTTO IL TAPPETO… E’ ORA CHE CHI HA INFANGATO LA DESTRA TORNI A CASA

Chi ci segue da qualche tempo non potrà che darci atto di aver messo sull’avviso i nostri lettori, da almeno due anni, che qualcosa sarebbe accaduto.
Lo scrivevamo in solitudine quando il Pdl aveva ancora il 37,4% , ovvero dieci punti in più di quelli che oggi i sondaggi gli accreditano.
Lo abbiamo ripetuto quando il Pdl era calato alle europee e alle regionali, mentre tanti servi zelanti si ostinavano a parlare di “vittoria del centrodestra”, preferendo la politica dello struzzo.
Lo gridavamo anche quando tanti finiani purtroppo stavano ancora in silenzio.
Perchè dalla base del popolo di destra stava salendo una insofferenza grande e motivata verso un governo che dimostrava ogni giorno evidenti lacune.
Un premier dalla straordinaria abilità nel vincere la competizione elettorale ma altrettanto incapace di governare, interessato solo a sfuggire ai suoi processi. L’antitesi di un vero uomo di destra che i processi li affronta, non scappa da vile.
Un premier incapace di equilibrio, presuntuoso, che ha finito per delegare alla Lega poteri e scelte, con il cavallo di troia di Tremonti a fare da sponda.
Nessuno aveva il coraggio allora di dire che Maroni era il peggiore ministro degli Interni della storia repubblicana, capace solo di fare spot e inanellare una brutta figura dietro l’altra.
Non si è mai visto un uomo di destra vera che taglia di tre miliardi i fondi alle forze dell’ordine, che delega la sicurezza alle ronde, che riesce a far fallire pure queste, che sputtana l’Italia a livello internazionale delegando ai libici il lavoro sporco di affogamento dei profughi senza neanche permettere loro di chiedere asilo politico, come da convenzioni internazionali che l’Italia ha firmato.
Un ministro che poi si prende il merito degli arresti dei latitanti, neanche avesse partecipato personalmente a un solo blitz con il mefisto calato sul viso.
Salvo poi scoprire che è inquisito per aver preso quattrini da un privato per consulenze legali “orali”.
Come non si era mai visto un condannato a sei mesi di carcere in via definitiva per resistenza a pubblico ufficiale diventare ministro degli Interni.
Come non si erano mai viste diventare ministre le “amiche” del premier.
Come non si erano mai visti cosi tanti ministri sotto inchiesta: chi per mafia, chi per favori in cambio di massaggi, chi per corruzione, chi per regalie ricevute.
Come non si erano mai visti tanti “affaristi e manutengoli” avere libero accesso nelle stanze del potere, tante ragazzotte di facili costumi salire le scale di Palazzo Grazioli e tante escort di lusso provare i materassi del lettone di Putin.
Come non si era mai assitito, neanche fossimo abbonati al digitale terrestre, a una serie di spot incredibili che dipingevano il nostro Paese come il paradiso terrestre, dove tutto funziona perfettamente e i treni arrivano in orario meglio che a Zurigo.
Ci hanno fatto intendere che i tagli alla scuola si dovevano chiamare “storica riforma”, che le patetiche uscite di Brunetta si dovevano declinare in “riforma della Pubblica amministrazione”, che i tagli alla sicurezza erano solo “razionalizzazione” della stessa.
Che con i 40 euro della social card avevamo reso ricchi anche i poveri e che con qualche banconota della Brambilla tutti gli italiani potevano andare alle Maldive.
Nel frattempo impazzava, nel silenzio interessato di tanti, la deriva leghista e razzista e diversi comuni padani proponevano norme che in altri Paesi li avrebbero semplicemente condotti in galera.
Ma Silvio taceva: troppo importante salvarsi il culo dai processi per temperare, mediare, stabilire una democrazia interna..
Sappiamo noi gli insulti che ci siamo presi per mesi per aver compiuto il delitto di lesa maestà.
Ma lentamente è emersa la verità: quella di un governo che non è affatto di destra, è solo “maldestro”.
Un governo che è riuscito in una missione impossibile, farsi criticare da tutti: lavoratori e imprenditori, chiesa e laici, opposizione e persino maggioranza.
Un governo senza bussola e senza valori che si è schiantato su troppi scogli per avere diritto all’onore delle armi.
Un governo, un premier e una classe dirigente che è ora che torni a casa.
destra di popolo