Detrazione 55%, sarà battaglia
Associazioni in rivolta contro la decisione del ministro Tremonti di cancellare dalla prossima Finanziaria la detrazione del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
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A certificare il positivo rapporto costo-benefici del provvedimento, grazie anche alla sua capacità di far emergere il sommerso, era stato nei mesi scorsi Giampaolo Valentini, il responsabile della detrazione fiscale per l’Enea, l’ente incaricato dal ministero dell’Economia di verificare e certificare le domande dei contribuenti. “I costi dell’incentivazione – spiegava in un’intervista al sito Qualenergia – sono ben minori dei benefici monetari e ambientali che la detrazione fiscale del 55% comporta”.
Uno studio del Cresme stima infatti il costo della manovra per lo Stato dal 2007 al 2010 in 6.446 milioni di euro, mentre i benefici monetari dati dal risparmio in bolletta (3.200 milioni), dal maggior gettito fiscale (3.310 milioni) e dall’incremento del reddito derivante dal patrimonio immobiliare (3.800 milioni), ammonterebbero invece a 10.310 milioni di euro.
Non a caso qualche giorno fa il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia, incalzato anche dalle ripetute pressioni in arrivo da vasti settori produttivi, pur citando cifre diverse, si era pronunciato a favore di una proroga, spiegando di condividere l’apprezzamento per l’effetto volano della detrazione del 55%. “L’agevolazione – ricordava – ha prodotto investimenti per 11 miliardi e un mancato gettito per 6 miliardi, contro un incremento delle entrate di 3,2 miliardi e un risparmio in bolletta di 3 miliardi. In sostanza, si andrebbe in pari, senza contare che se non certifichiamo questi risparmi in bolletta l’Unione europea ci multa”.
Evidentemente Tremonti ha deciso ancora una volta solo ed esclusivamente di testa sua.
Detrazione 55%, sarà battaglia